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Nuqul muove passi da gigante

Non lontano dalle piramidi di Giza in Egitto, il Gruppo Nuqul ha costruito un’altra moderna cartiera tissue. La prossima macchina è già in avanzata fase di costruzione in Giordania e l’azienda mostra il chiaro proposito di diventare una importante realtà per l’intero mondo Arabo.

Hugh O’Brian


La piramide di Khufu, che sorge a Giza, mezz’ora a sud del Cairo, in Egitto, è conosciuta come la più grande tra le piramidi. Costruita attorno al 2560 a.C. sotto il regno del faraone Khufu, primeggia nella lista delle Sette Antiche Meraviglie del mondo.

Quando fu costruita, con l’altezza di quasi 150 metri, era l’edificio più alto al mondo, e lo è rimasto per 43 secoli, ben 4300 anni! Solo nel 1800, meno di 200 anni fa, è stato costruito un edificio più alto!

Ma torniamo al presente. Dobbiamo parlare di tissue e non di meraviglie del mondo! Certo non si può paragonare alle piramidi la nuova PM3 dello stabilimento di Al Sindian a 6th October City(1)- 10 Km dalle piramidi -, ma come macchina tissue è veramente impressionante.

Costato 80 milioni di dollari americani, il progetto Al Sindian è la più recente fase del piano di espansione del Gruppo Nuqul, che ha sede ad Amman, in Giordania.

L’avviamento, nel Gennaio 2005, della PM3 larga 5,5 m, con capacità produttiva di 54.000 tonnellate all’anno, ha portato la capacità di Nuqul a 100.000 tonnellate di tissue prodotte da tre macchine. Il gruppo è dunque il primo fornitore di tissue nell’area Medio Oriente/Africa Settentrionale, e non intende fermarsi qui. Sta già lavorando al progetto per la nuova PM4, sempre di larghezza 5,5 m, che sarà installata di fianco alla cartiera di Al Keena ad Amman, in Giordania, con avviamento previsto per la fine del 2007.


TUTTO È INIZIATO IN GIORDANIA CON I PRODOTTI CONSUMER. Le origini del gruppo si devono a Elia Nuqul, fondatore nel 1952, insieme ai fratelli, della Nuqul Brothers Company Ltd., inizialmente attiva nel settore alimentare.

Oltre a generi di consumo quotidiano come zucchero, cereali, riso, carne e cibi in scatola, il gruppo commerciava anche prodotti tissue, che all’epoca rappresentavano un business assai ristretto in Giordania. Finché nel 1958, Nuqul decise che il business era cresciuto al punto di motivare l’installazione di una macchina da trasformazione del tissue.

Fu allora lanciato il marchio Fine, ancora oggi il principale del gruppo, in molti paesi diventato nome comune per le veline facciali. Oggi il gruppo Nuqul ha otto stabilimenti di trasformazione in sei paesi: Giordania, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti (Dubai), Libano e Sudan.

Gran parte del tissue arriva a questi stabilimenti dalle tre cartiere del gruppo, Al Keena in Giordania, Al Bardi e Al Sindian in Egitto. Per ragioni legali, ogni stabilimento è un’azienda separata: ad esempio la cartiera Al Bardi ad October City si trova a fianco della cartiera Al Sindian. La nuova PM4, in costruzione in Giordania, sarà collocata nella cartiera Al Snobar nel Complesso Industriale della società, appena fuori Amman, non lontano dall’aeroporto.

I prodotti tissue ed igienici rappresentano oggi il 65% del fatturato del gruppo Nuqul, che possiede numerose altre attività in vari paesi, inerenti i tessuti non tessuti, la lavorazione della carne, profilati in alluminio, strutture in acciaio, cemento pronto, spugne/schiume sintetiche, tubature in plastica, cancelleria, materiali da imballaggio stampati.


LO STABILIMENTO EGIZIANO: DALLA SABBIA…

Magdi George Soussou ha il ruolo di Chief Area Officer per le attività di Nuqul in Africa, che al momento comprendono gli stabilimenti in Egitto e Sudan, sebbene la distribuzione e le vendite si stiano espandendo verso tutti i paesi dell’Africa nord-occidentale. Soussou lavora nel gruppo dal 1985, anno dell’inizio dell’attività del gruppo in Egitto.

All’epoca lo stabilimento egiziano, costruito ex-novo sulla sabbia, non aveva ancora nemmeno energia. Nel 1990 fu avviata la trasformazione e l’anno successivo fu installata la prima PM. Poi, diversi anni fa, il gruppo avvertì l’esigenza di ulteriore capacità che le permettesse una rapida crescita.

“Con la crescita della nostra capacità produttiva, decidemmo di installare una nuova macchina, ma non eravamo certi della collocazione. Dopo che avemmo valutato diverse possibilità, molti fattori portarono la scelta su October City. La nostra esperienza con gli aspetti legali, formali, economici e sociali dell’Egitto ci permetteva di trarre beneficio da certi vantaggi offerti dal paese. L’abbondanza di gas naturale rende il costo energetico molto basso.

Anche il costo del lavoro è decisamente competitivo. Questi fattori, uniti allo spazio disponibile e al facile accesso all’acqua, ci portarono a scegliere 6th October City come sede migliore”.

…Ad un realtà ultra-moderna. Al Sindian è uno stabilimento per la produzione di tissue davvero all’avanguardia, dotato di moderne soluzioni e tecnologie per una produzione caratterizzata da alta qualità e da razionalità dei costi.

Il fulcro di tutto l’impianto è la continua fornita dalla Metso, dotata degli ultimi ritrovati come la prima shoe press della Metso per il tissue, la cappa di aspirazione air cap con pulizia automatica della copertura, un sistema avanzato per le polveri umide per catturare le polveri all’origine.

Il direttore di stabilimento, Waheed Al-Qannas, riferisce che la macchina lavora molto bene ed ha registrato una ripida curva di start-up. La velocità ha superato i 1.800 m/min e siamo sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo dei 2000 m/min. L’uso della shoe press garantisce un’ottima voluminosità, anche se su questo aspetto rimane ancora un certo margine di miglioramento.

Waheed aggiunge che l’operabilità della shoe press è ottima. “Per quanto ne sappiamo, abbiamo stabilito un record per quanto riguarda il funzionamento della shoe press sul tissue. La cinghia ha girato per 112 giorni alla velocità di circa 1750 m/min, mentre il feltro ha avuto la durata di 92 giorni”.

Per quanto riguarda le fibre, la cartiera fa uso di legno a pasta dura e di legno a pasta morbida ed i pulper sono alimentati da un sistema automatico fornito da SICMA. La preparazione della pasta avviene nei raffinatori Andritz; la pasta è poi inviata alla cassa d’afflusso a due strati con diluizione. La sezione di formazione è costituita da un crescent former; il velo procede poi verso la shoe press, attraverso lo Yankee fino alla bobina. Il peso del velo alla bobina varia tra i 12 ed i 30 gr/mq, secondo il tipo di carta.

Il sistema completo di automazione per QCS (Quality Control System) e DCS (Distributed Control System) è gestito da un sistema ABB Profibus che controlla tutto l’impianto, perfino il dosaggio chimico.

L’impianto è dotato della possibilità di dividere il foglio in due parti al pope, realizzando così due bobine da 2,7 m da inviare o direttamente alla trasformazione o all’imballaggio per l’esportazione, verso stabilimenti di trasformazione di Nuqul o verso altre aziende.

Nuqul vende molte bobine, alcune delle quali ad aziende anche molto lontane, fino in Gran Bretagna. La ribobinatrice a 4 stazioni fornita da A.Celli può tagliare le bobine ed accoppiare da 1 a 4 veli secondo le esigenze delle aziende del gruppo o per l’esportazione.


DINAMICITÀ, ESPANSIONE, OTTIMISMO. Elie Wanna è vice direttore generale degli stabilimenti in Egitto. Originario del Libano, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria negli Stati Uniti fece ritorno in Medio Oriente, lavorando per Kimberly-Clark, Saudi Paper e, dal 2004, Al Sindian in Egitto. E’ molto soddisfatto del successo della PM3.

“Il progetto PM3 e l’avviamento sono andati benissimo, al punto di indurci a proseguire subito con il progetto PM4. La PM3 è stata il risultato dei numerosi progressi compiuti dal 1996, anno di installazione della PM2. La PM4 sarà molto simile alla PM3”.

L’ufficio di Karlastad di Jaakko Poyry, centro tecnologico del gruppo per il tissue, ha gestito la progettazione ed i servizi. Elie dice che il team ha fornito un’ottima assistenza grazie alla quale il progetto ha rispettato tempi e budget.

Il progetto comprendeva anche l’installazione di un impianto di co-generazione a gas da 13 MW della Turbomach, che fornirà l’energia ed il vapore necessari sia per le PM che per le linee di trasformazione. Si tratta di una soluzione molto flessibile, che permette alla cartiera di funzionare autonomamente o con l’energia elettrica fornita dalla rete locale, o con entrambe le soluzioni. Inoltre la cappa d’aspirazione può essere alimentata dai propri bruciatori a gas o riutilizzando il calore che alimenta la turbina a gas, soluzione più economica.


DALLA GESTIONE FAMILIARE ALLA PROPRIETÀ FAMILIARE. Mentre in precedenza l’azienda era sia di proprietà che di gestione familiare, negli ultimi anni i proprietari hanno dato inizio ad una transizione per cui l’azienda, rimanendo di proprietà familiare, ha inserito un gruppo manageriale di professionisti per la gestione delle attività. Nel 2004 furono nominati due CEO: Nidal Eses e Salim Karadsheh, che condividono l’incarico e la responsabilità di organizzare i presupposti per una rapida crescita dell’azienda, in particolare nel settore igiene, che comprende tissue e prodotti assorbenti.

Nel 2003 fu definito un piano decennale per triplicare il fatturato del gruppo. L’obiettivo è il raggiungimento di 1 miliardo di dollari americani di fatturato nel 2012, di cui il 75% rappresentato dal settore igiene, rispetto al 65% odierno. Nel 2005, afferma Salim, abbiamo ottenuto ottimi risultati, ed il fatturato nel settore igiene ha già superato la metà della cifra prefissata.

I prodotti tissue ed assorbenti costituiscono ognuno circa metà del fatturato del gruppo.

Salim, che per formazione è un ingegnere specializzato in manutenzione, è molto loquace, animato da idee e strategie che esprime in rapida successione: “Stiamo affrontando in modo molto professionale questi grandi cambiamenti. Si tratta di una delicata transizione ma riteniamo molto importante per il futuro dare una struttura a questa azienda che fino ad ora era strutturata attorno ai proprietari. Non vogliamo creare burocrazia, ma allo stesso tempo abbiamo bisogno di sistemi per controllare la crescita di questa azienda”.

“Ogni anno focalizziamo l’attenzione su una diversa area dell’azienda per ottimizzarla: ad esempio il controllo dei costi nel 2005, lo sviluppo delle risorse umane nel 2006. Queste due aree costituiscono il prerequisito essenziale per poterci definire nel 2007 una organizzazione all’avanguardia, orientata al cliente. Crediamo infatti di poter servire meglio il cliente se i costi sono giusti e il personale è motivato e in grado di supportare la nostra visione. Ecco perché volevamo prima ottimizzare queste due aree”.


FAR LEVA SUI PUNTI DI FORZA, LAVORARE SEMPRE CON I MIGLIORI. Per quanto riguarda la concorrenza con le grandi multinazionali, Salim è realistico a proposito dei punti deboli e dei punti di forza di Nuqul, e su questi ultimi intende far leva: “Non potremo investire le stesse somme che le grandi multinazionali spendono in R&S e in comunicazione, ma sapremo far meglio altre cose e su questo fonderemo il nostro successo”.

Del gruppo manageriale fa parte anche Hani Nuqul, secondo cugino del fondatore Elia Nuqul. Laureato negli Stati Uniti, Winsconsin, in ingegneria cartaria, è direttore generale della cartiera di Al Keena in Giordania ed ha partecipato attivamente alla costruzione di tutte e tre le PM. Sarà anche referente per il progetto PM4.

Si è reso inoltre molto attivo per stabilire buoni rapporti con grandi aziende tra cui Fabio Perini S.p.A., Metso, Andritz, Albany, Hercules, Jaakko Poyry, Voith, Celli, e ABB. “Riteniamo che lavorare con i grandi nomi sia sempre una garanzia, e lo start up ed il funzionamento della PM3 ne sono la dimostrazione. Forse l’investimento iniziale è maggiore, ma ne vale la pena”.

Con questi ambiziosi propositi e un team manageriale di tale professionalità, la PM5 non tarderà ad arrivare. Nuqul si è trasformato da piccolo produttore nazionale ad una grande realtà ed ha piani di espansione anche verso nuovi paesi. Rimaniamo dunque in attesa di vedere se i cambiamenti strutturali in corso consentiranno che l’espansione prosegua allo stesso passo anche in futuro. Ed i segnali sono tutti positivi. •

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