PJL-22

Napoleone ed Elisa: segni della presenza in Toscana

Un itinerario lungo la costa toscana sulle tracce di Napoleone e di una Principessa.

Lucia Maffei


Sul finire del 1700 la Toscana sonnacchiosa e conservatrice assieme a buona parte dell'Europa viene “investita” e svegliata da un impetuoso e forte vento proveniente dalla Francia chiamato Napoleone Bonaparte. Questo piccolo soldato corso, nel giro di pochissimi anni ribalta infatti tutta la configurazione politica e istituzionale non solo della Francia post rivoluzionaria, ma di tutto un continente divenendone l’ultimo grande Imperatore. Impresa questa che prima di lui era stata veramente di pochi, Giulio Cesare, all’epoca dell’impero romano e poi Carlo Magno nel MedioEvo avevano raggiunto risultati altrettanto “epici”.


NAPOLEONE BONAPARTE in pochissimi anni getta le basi di quello che sarà il profilo dell’Europa contemporanea attuando una serie di vere e proprie rivoluzioni storiche. Gli echi e i segni di quest’onda d’urto che investe e cambia il corso della storia si riverberano anche in tutta quella parte della Toscana che si distende lungo la costa tirrenica e che oggi corrisponde alle province di Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno. In quest’area geografica passano e soggiornano, a vario titolo e in tempi diversi, oltre a Napoleone, la madre Letizia, la moglie Giuseppina, le sorelle Elisa, Paolina, Carolina, i cognati, i fratelli e addirittura Maria Waleska, amante devota dell’Imperatore. Un potente clan familiare che scorrazzando in giro per le diverse città toscane, governa, compra palazzi e ville, indemania moltissime proprietà ecclesiastiche, realizza feste grandiose, riattiva la vita teatrale e musicale, attua grandi riforme, rivoluziona gli apparati di potere, coltiva i nuovi artisti e ne importa di noti dalla Parigi imperiale, cambia i costumi e le abitudini culturali dei toscani. Forse sarà un caso, ma Napoleone ormai sconfitto dagli alleati, alla firma del trattato di Fontainebleau, sceglierà proprio l’isola d’Elba come destinazione del suo esilio.


COSA RIMANE OGGI TRA LE COLLINE E IL MARE TOSCANO DI QUEL FAVOLOSO OTTOCENTO FRANCESE? Per rispondere a questa domanda e rendere leggibili le tracce, i segni, le suggestioni di quell’epoca, per ricostruire insomma un affascinante viaggio all’insegna del mito di Napoleone, Roberta Martinelli, direttore dei Musei Nazionali delle Residenze di Napoleone all’Isola d’Elba ed Assessore ai beni culturali della Provincia di Lucca, ha ideato e curato il progetto “Napoleone ed Elisa: segni della presenza in Toscana” dal quale è nata una singolare e nuova guida turistica. La guida, in uscita tra poco nelle librerie, attraverso inediti itinerari che toccano il mare e la costa, le colline e le città d’arte, segue le tracce di questi Napoleonidi che qualcuno ha ben definito “nomadi del potere” per il loro incessante, continuo viaggio da un luogo all’altro dell’Impero seguendo ragione di stato e passioni private e che ci hanno lasciato molti, tangibili segni della loro presenza. E la guida inizia proprio dalla “fine del viaggio” di Bonaparte ovvero dall’Isola d’Elba dove Napoleone, Imperatore in esilio sconfitto nel 1814, regna per dieci mesi.


NAPOLEONE SBARCA CON UNA PICCOLA LANCIA A PORTOFERRAIO IL 4 MAGGIO DEL 1814 nella nuova capitale di questo minuscolo Impero rimastogli dopo la sconfitta del suo esercito e la sua partenza da Parigi. “Sono arrivato da cinque giorni; faccio accomodare un grazioso alloggio con un giardino e una bellissima aria. Vi sarò tra tre giorni ..l’isola è sana, gli abitanti sembrano buoni e il paese è molto gradevole...” In pochissimo tempo, con una rapidità che resta a oggi stupefacente Napoleone attua una serie di opere pubbliche per dare vita e respiro a questa piccola isola subissata per secoli da continue e diverse dominazioni: costruisce strade, potenzia le attività legate alla pesca e all’agricoltura, seleziona vitigni pregiati, ordina 500 piante di gelso per abbellire i viali d’accesso alla città, ma anche per vendere le foglie ai produttori di seta, organizza la pavimentazione di strade e piazze, riavvia l’attività mineraria imprimendole uno slancio che proseguirà fino ad oltre la metà del XX secolo.


PROCEDE A ORGANIZZARE LA SUA PICCOLA REGGIA URBANA NELLA PALAZZINA DEI MULINI, situata nella parte più alta e fortificata di Portoferraio. La Palazzina oggi è un Museo Nazionale visitato da oltre duecentomila persone all’anno.

L’Imperatore sceglie personalmente stoffe, mobili, arredi, accessori per la sua reggia e per la residenza estiva, la villa di San Martino, anch’essa oggi Museo Nazionale. Egli segue personalmente i lavori di ristrutturazione e a San Martino fa affrescare la sala principale con motivi egittizzanti in ricordo della mitica campagna d’Egitto e realizza una vasca in marmo, al centro del salone, per coltivarvi le piante di papiro.

L’Elba in quei giorni è meta di viaggiatori da tutto il mondo che vogliono incontrare il personaggio di cui parla tutta Europa: Napoleone predispone un complesso apparato di corte il cui cerimoniale, in piccolo, è perfettamente speculare a quello della corte imperiale parigina. Anche la madre si reca dal figlio in esilio, e soggiorna a Marciana Marina mentre la sorella Paolina abiterà qualche tempo a Portoferraio.

Il suggestivo ricordo di questa bellissima Principessa, immortalata dal Canova, si ritrova oggi sull’isola nello “scoglio di Paolina” uno degli scorci più suggestivi della costa elbana dove si dice la Principessa si recasse a fare il bagno.


NAPOLEONE LASCERÀ L’ELBA DIECI MESI DOPO IL SUO ARRIVO PER INIZIARE L’AVVENTURA DEI CENTO GIORNI che lo porterà dopo poco, definitivamente sconfitto, in un’isola molto più aspra e lontana: sant’Elena. Ritornando sulla costa si raggiunge Livorno, considerata la porta del Mediterraneo dall’Imperatore. Dopo pochi chilometri si trova Pisa, la capitale del Sapere, dove con la riforma napoleonica dell’università si pongono le basi per la nascita della Scuola Normale, una sorta di succursale italiana dell’Ecole Normale di Parigi. Giunti a Lucca, ci si trova nella capitale del Principato, dove Elisa, nominata Principessa di Lucca dal fratello, entra per la prima volta il 14 luglio del 1805 dando avvio a una stagione di grandi cambiamenti.


OBIETTIVO DELLA PRINCIPESSA È CREARE UNO STILE DI CORTE e dare alla città l’impronta di una vera capitale europea rinnovandola nella forma urbana e nelle istituzioni. Elisa, per rispondere alla linea “stilistica” del fratello, crea un cerimoniale di corte complesso e articolato che distingue nettamente i momenti di vita pubblica da quelli privati e attua una serie di riforme e cambiamenti nel Principato speculari a quanto stava accadendo a Parigi e in Francia sotto il governo di Napoleone. Tutta la provincia di Lucca, ed in particolare Viareggio e le Terme di Bagni di Lucca, create proprio da Elisa, saranno luoghi dove soggiornano a lungo le sorelle e i fratelli dell’Imperatore.

Si raggiunge infine Massa Carrara, luogo dei marmi e della scultura. La principessa, da vera imprenditrice, qui compie una grande operazione industriale e commerciale: rilancia, infatti, l’attività estrattiva e produttiva del marmo attraverso un complesso sistema economico che, in pochissimo tempo, rende nuovamente fiorente questa attività.


IL SEGNO PIÙ TANGIBILE del fasto, degli apparati celebrativi e il simbolo del potere imperiale divengono, anche in Toscana, i palazzi e le piazze: ciascuna di queste città, Lucca, Massa, Livorno e Pisa, avrà il suo Palazzo Imperiale, sede della corte dove risiedono i nuovi sovrani, e una grande piazza, sempre chiamata Napoleone, davanti alla reggia. Ecco i luoghi urbani simbolo dell’Impero e palcoscenico nel quale il potere si mette in scena. Le piazze dedicate a Napoleone sorgono sempre davanti alle regge e per realizzarle non si esita a sventrare e abbattere interi quartieri. Il potere, infatti, ha come teatro la città e diventa indispensabile che la Storia si cristallizzi e si renda visibile con forti e distintivi segni sia sul piano urbanistico, sia architettonico.•

Commenti:
Accedi o Registrati subito per pubblicare un commento