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A Bassano del Grappa si rinnova l'antica tradizione della carta Varese e dell'editoria veneta

La Stamperia Tassotti e il Museo Remondini: un percorso ininterrotto nella tradizione editoriale e culturale veneta.

Lucia Maffei


La Stamperia Tassotti nata, a Bassano oltre 40 anni fa, è un luogo dove storia, tradizione e cultura della carta si fondono in modo esemplare con le esigenze del mercato attuale. In questo senso il suo fondatore, Giorgio Tassotti, non solo ha realizzato una vincente avventura imprenditoriale, ma anche una vera e propria esperienza intellettuale: a lui si deve infatti l'aver recuperato con cura filologica e con una attenta ricerca di anni il patrimonio grafico dei Remondini.


LA VICENDA IMPRENDITORIALE DEI REMONDINI. Tra il 1660 e il 1860 Bassano acquistò fama in tutto il mondo per l'imponente attività editoriale dei Remondini. Essi furono non solo raffinati stampatori di opere colte che coltivavano rapporti con i maggiori rappresentanti dell'Illuminismo settecentesco veneto, ma anche tipografi di semplici immagini destinate a un mercato ampio e popolare. Dai torchi dei Remondini uscivano volumi preziosi, famose opere classiche e testi rari ma anche migliaia di copie delle immagini amate e conosciute dal popolo e riferibili ad una cultura tradizionale e antica dove l'iconografia dei Santi e delle raffigurazioni religiose si coniugava con la rappresentazione di un'Arcadia agreste piena di oche, cani, gatti domestici, pastorelle e paesaggi idealizzati.

Le prime notizie sull'attività dei Remondini a Bassano risalgono al 1657 quando, Giovanni Antonio Remondini, acquista un torchio per la stampa e alcune immagini di Santi intagliate nel legno. Una piccola e modesta attrezzatura e un'intuizione che diede avvio ad una grande stagione imprenditoriale. Infatti nell'arco di pochi anni i torchi era già diventati 12 e le piccole stampe di Santi e scene religiose realizzate in calcografia erano ormai diffuse in mezza Europa. Complice di questo successo anche una imponente “rete commerciale” di oltre mille ambulanti che i Remondini mandavano in giro per vendere la loro grandissima produzione di stampe.


LA STAMPA DI IMMAGINI IN QUEL PERIODO ERA REALIZZATA GRAZIE ALL'USO DI MATRICI IN LEGNO NELLE quali venivano praticate delle incisioni “in rilievo”, ovvero veniva abbassato, tramite asporto di materiale il livello della lastra di legno: in questo modo solo il “pelo” cioè il piano originario della tavola riceveva inchiostro e lo trasferiva sul foglio. Per noi, oggi, che viviamo completamente immersi nelle immagini è forse difficile comprendere come la gente comune vivesse, fino al XVIII secolo, in un ambiente quasi del tutto privo di “figure”: solo nelle chiese o nei palazzi dei nobili se ne disponeva grazie ai libri illustrati, ai quadri, alle tavole dipinte o agli arazzi e ai tappeti figurati. La maggior parte della popolazione invece, dovrà aspettare il diffondersi della stampa su carta per poter avere qualche “figura” o illustrazione da tenere con se o in casa; immagini sacre, stampe popolari, santini “tascabili”, giochi illustrati, riproduzioni di dipinti famosi, stampe di presepi e di soldatini da poter colorare e ritagliare o i primi giornali popolari illustrati.


MA PER STAMPARE SERVIVA LA CARTA: E I REMONDINI DA SEMPLICI STAMPATORI DIVENTANO ESPERTI CARTARI. La carta era uno dei maggiori problemi che assillavano tutti gli stampatori di quell’epoca sia in termini di costo, dal momento che questo incideva fino al 50% dell’investimento, sia perché la qualità di questo supporto e i rifornimenti erano discontinui e incerti. Per questo i Remondini investirono nella produzione divenendo, tra il 1735 e il 1739, proprietari di ben tre cartiere. E questa fu la chiave della loro ulteriore, grande espansione commerciale.

Nella seconda metà del '700 infatti la stamperia Remondini contava più di 18 torchi per caratteri mobili, 24 torchi per la calcografia e oltre 1000 operai. I prodotti tipici erano volumi di devozione, stampe popolari, carte da parati o carte per legatoria.

La produzione della carta, intrapresa all’inizio con l'esclusivo intento di rifornire di materia prima la stamperia, divenne un nuovo ramo dell’attività commerciale grazie alla elevata capacità produttiva delle cartiere, nelle quali i Remondini avevano impegnato consistenti investimenti acquisendo macchine dall'Olanda e manodopera specializzata dalla Germania.


OLTRE ALLA PRODUZIONE DELLE CARTE COMUNI I REMONDINI SI DEDICAVANO ALLE CARTE LAVORATE E DECORATE. In questo caso la possibilità di combinare il lavoro della stamperia con quello della carteria portò a risultati di grande qualità e raffinatezza. Difatti la coloritura uniforme della carta doveva essere realizzata nella fase preliminare della produzione, mentre i successivi trattamenti richiedevano laboratori e manodopera specializzata: erano necessari ben quattro torchi per la realizzazione delle carte dorate e argentate e i fogli passano molte volte sotto le presse per essere stampati da matrici di legno con motivi e colori diversi che permettevano la creazione di pregevoli decori policromi.

Venezia, capitale della Serenissima Repubblica, fu un ottimo mercato per questo tipo di carte da parati in fogli e anche il Teatro della Fenice nel 1792 era interamente rivestito con le carte bassanesi.

La caduta della Repubblica di Venezia segna il declino dei Remondini e tra il 1859 e il 1860, dopo ben duecento anni di imponente attività, le linee produttive vengono separate e cedute a diversi piccoli imprenditori. In questa diaspora, successiva alla chiusura dell'attività, le matrici in legno per le carte decorative finirono presso una stamperia di Varese e per questo, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, nacque la tradizione della carta detta “Varese” nota sino ai nostri giorni.


NEGLI ANNI CINQUANTA GIORGIO TASSOTTI INIZIÒ SIA L'ATTIVITÀ DI STAMPATORE CHE QUELLA DI “COLLEZIONISTA” dando vita ad una ricchissima collezione di stampe Remondini originali, di antiche matrici in legno, di giochi da tavolo, di incisioni, xilografie e di stampe a carattere popolare. Di pari passo con la collezione, raccolta e esposta dal 1992 a Bassano nel Museo Remondini annesso alla Carteria Tassotti proprio accanto all'antico e famoso Ponte palladiano, Tassotti in quarant'anni di studio degli antichi modelli ha riproposto, con rigore qualitativo e filologico, lo “stile Remondini” facendo rivivere, grazie alla sua produzione, un'importante tradizione culturale. L'attività produttiva dei Tassotti, iniziata con le stampe colorate a mano e con l'attività editoriale poi successivamente ampliata, a partire dagli anni Settanta, con le carte decorative, l'oggettistica in carta e in tela, con la Cartascrittura e le stampe artistiche ha portato oggi le Grafiche Tassotti ad essere un'azienda che, con la produzione di oltre 4000 articoli, ha assunto le dimensioni necessarie a competere nel mercato mondiale diffondendo dappertutto lo “stile Remondini”. •

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