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Imperato: tradizione e qualità in una cartiera di famiglia

La Cartiera Imperato: un'impresa nel centro di Palermo dove storia, esperienza, tradizione familiare creano le condizioni per un piccolo miracolo produttivo.

Lucia Maffei


Palermo ci accoglie con una splendida giornata di sole primaverile, una giornata dedicata alla visita della Cartiera Imperato. Una piccola realtà aziendale che produce e trasforma tissue e altri tipi di carta proprio nel cuore della città. Insolita giornata e insolita visita per una buona serie di ottimi motivi. Siamo al sud, in Sicilia, nel cuore di una città di 800.000 abitanti, in un'azienda piccola, forse piccolissima che presenta però caratteri di flessibilità straordinari e una decisa vocazione alla “convivenza”.

In un mondo dove tutto pare sia solo dei grandi e dove i piccoli apparentemente non ce la fanno a stare al passo coi tempi questa dinamica realtà produttiva ci dimostra esattamente il contrario e ci stupisce per l'assoluta capacità di andare controcorrente in un mercato difficile come quello della carta, competitivo e, apparentemente dominato da pochi enormi capitali e imprese. Ma d'altra parte nella bella e fiorente realtà imprenditoriale dei Fratelli Imperato c'è un piccolo grande segreto: la famiglia Imperato “vive” il mondo delle cartiere da diverse generazioni.


E' CERTO INFATTI CHE NON CI SI IMPROVVISA CARTAI, non si acquisisce in poco tempo quella sensibilità, quasi magica, con la quale si “sente” la macchina continua senza neppure vederla, si “capisce” la carta senza toccarla o toccandola ad occhi chiusi, insomma tutto un linguaggio, un modo di vita delicato e difficile che è quello di chi fa carta; ci vogliono anni esperienza.

E i fratelli Giuseppe, Domenico, Walter e Antonio Imperato questa esperienza c'è l'hanno davvero. La famiglia Imperato è infatti originaria di Amalfi, un luogo antico, storicamente riconosciuto come uno dei primi centri, o forse adirittura il primo, di produzione della carta in europa. Del resto sappiamo che la diffusione della carta in occidente seguì le vie maestre dell'espansione araba e furono gli stretti rapporti commerciali e le cordiali relazioni diplomatiche intrattenute dagli Amalfitani con il mondo arabo a facilitare la conoscenza e dunque l'importazione in Europa delle tecniche e dei primi strumenti per la fabbricazione della carta.


LA CARTIERA IMPERATO NASCE DUNQUE AD AMALFI INTORNO AL 1858, una solida costruzione arroccata nella stretta Valle dei Mulini, della quale ancora oggi restano i ruderi e le antiche macchine ormai invasi dalla macchia mediterranea. Intorno a quegli anni la Cartiera Giovanni Imperato produce grandi quantità di carta “briglia”, una speciale carta destinata ad usi notarili, atti pubblici, editti e comunicazioni ufficiali. La carta di Amalfi infatti era molto ricercata e pregiata e, ancora adesso, scartabellando negli archivi italiani molto spesso si trovano atti ecclesiastici o di famiglie nobili rogati su carte recanti le filigrane delle cartiere amalfitane. Per la fabbricazione della “briglia” erano necessarie grandi quantità di stracci che la famiglia Imperato acquista a interi velieri a Palermo e proprio in Sicilia trova il suo più fiorente ed interessante mercato. In quegli anni Amalfi e Palermo erano entrambi parte del Regno delle Due Sicilie e l'assenza di dazi doganali e dunque di problemi di esportazione avevano facilitato questo tipo di espansione. Il veliero partiva carico di prodotto finito alla volta di Palermo e rientrava con la materia prima necessaria a produrne nuove, ingenti quantità.

Gli Imperato continuano a produrre ad Amalfi fino al 1950, installando già nel 1946 il loro primo monolucido, miracolosamente e faticosamente trasportato a braccia su per la valle lungo le erte scalette in pietra. A quella data però le tecnologie e le richieste del mercato avevano da tempo messo in crisi l'intera valle dei Mulini: è a quel punto che Francesco Imperato padre dell'attuale generazione di imprenditori lascia Amalfi e da vita ad un curioso caso di “emigrazione verso sud”. Francesco infatti con tutta la famiglia si trasferisce a Palermo dove già aveva strettissimi, proficui e consolidati rapporti commerciali. Installa una nuova cartiera in Via Roma a poche centinaia di metri dal mare e dal tristemente noto carcere dell'Ucciardone. Negli anni Cinquanta infatti quella era una zona periferica, ma in breve tempo complice il forte sviluppo edilizio della città, la Cartiera Imperato si ritrovò collocata nel pieno centro di Palermo.

Nel 1960 Francesco Imperato compra un altro fondo, dotato anche di un pozzo proprio e trasferisce la sua attività nell'allora periferica zona del quartiere Guadagna, sempre a Palermo. Nel 1975 gli Imperato sostituiscono la vecchia continua con una nuova, prodotta dalla Over, sulla quale verranno poi realizzati due successi rebuiding uno dalla Recard l'altro dalla de Lulli di Cava dei Tirreni.


UN GRANDE MOMENTO DI ESPANSIONE ARRIVA PROPRIO NEGLI ANNI '70: la diffusione massiccia degli elettrodomestici aumenta in modo esponenziale la richiesta di carte “per ondulatori” e i fratelli Imperato rispondono immediatamente e con un prodotto di qualità a questa nuova domanda del mercato.

Oggi il business della Cartiera Imperato è concentrato nel settore della produzione di bobine madri in tissue, carte lisce, carte crespate di ogni tipo, rotoli industriali e lenzuolini medici con una produzione annua che si aggira intorno alle 5.000 tonnellate.


CI LASCIA SORPRESI E AMMIRATI LA FLESSIBILITÀ CON CUI LA CARTIERA IMPERATO È RIUSCITA E RIESCE AD ADEGUARSI AL MERCATO, ai tempi e alle congiunture economiche: con la loro linea continua, sapientemente guidata da mani esperte, può fornire carta tissue e molti altri tipi di carte diverse (lisce, scure, crespate) sia in pura cellulosa che in misto cellulosa o perfino in riciclato al 100%. Tutto questo realizzato cambiando produzione sulla linea in poco meno di mezzora e passando da una carta all'altra con una velocità formidabile. La stessa flessibilità gli Imperato la dimostrano anche nel settore commerciale: forniscono infatti bobine madri ma anche prodotti finiti movimentando continuamente il loro magazzino, sempre rapido nel rispondere alle richieste dei clienti sia per qualità che per quantità di prodotto.

Grazie alla loro tecnologia e qualità una buona parte del loro fatturato proviene anche dal mercato estero, esportano infatti in Spagna, Israele, Grecia e tra i loro clienti annoverano anche il colosso Kimberly Clark.


SEMPRE NELL'OTTICA DI UN CONTINUO MIGLIORAMENTO TECNOLOGICO E PRODUTTIVO l'azienda ha ottenuto anche la Certificazione di Qualità ISO 9002.

Tra i futuri progetti “abbiamo intenzione di sviluppare una nuova impresa collegata alla Cartiera” ci racconta Giovanni Imperato, amministratore dell'azienda “che possa trasformare direttamente in loco i prodotti semi-lavorati così da non doverci più appoggiare ad aziende estere. Pensiamo di poter sviluppare e realizzare questo progetto nell'arco di un paio di anni.

Il nostro obiettivo infatti è quello di fornire al mercato i prodotti finiti, oltre che nella fascia dei rotoli industriali come già stiamo facendo da anni, anche in altri settori di produzione.” •


Il primo documento cartaceo d'Europa si trova a Palermo:

il Perini Journal è andato a vedere il Mandato di Adelaisa.


Molte volte ci siamo chiesti dove e quale fosse il più antico documento in carta esistente in Europa, la risposta arriva dall'Archivio di Stato di Palermo: la “prima vera carta” risalirebbe addirittura al marzo del 1109 ed è detta il Mandato di Adelaisa.

La leggendaria Adelaisa, contessa di Sicilia, ancora oggi è amata dai palermitani: di lei, madre di Ruggero, nonno di Federico II, lo Stupor mundi, si dice che fosse donna volitiva e di grande fascino. Nel Mandato il testo, scritto in greco e in arabo, raccomanda protezione per il Monastero di S.Filippo. Il documento parecchio malmesso è stato restaurato con pazienza certosina e timore quasi reverenziale dal Centro di Restauro di Roma e oggi è conservato nel buio della cassaforte dell'Archivio di Palermo. I restauri, condotti con l'ausilio delle migliori tecnologie, hanno rivelato che si tratta di una carta di provenienza araba. All'analisi microscopica l'impasto fibroso è risultato composto da cellulosa di lino in fibre poco raffinate e frammentate. La materia prima, la scarsa raffinazione, l’assenza di filigrana e la grande quantità di amido di frumento ritrovata nella fibra sono tutti elementi che confermano la provenienza araba di questo importantissimo “primo pezzo di carta”.

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