Nuova Caledonia. Nuova cosa? Quante persone sanno dove si trova questo posto? Un’isola lunga e sottile nell’Oceano Pacifico del Sud, a circa 1.500 km dalle coste orientali dell’Australia, la Nuova Caledonia si trova circa a metà strada tra Brisbane, l’Australia e le isole Fiji.
Ancora smarriti? Probabilmente vorrete dare un’occhiata alla cartina geografica. Ad ogni modo noi abbiamo recentemente trovato la strada verso questa bellissima isola nella parte occidentale del Pacifico del Sud per andare a visitare Sofaplast, il più grande converter di tissue.
Hugh O’Brian
Ufficialmente designata come Territorio Francese d’Oltremare, la Nuova Caledonia ha una popolazione di circa 230.000 persone.
Il 45% circa della popolazione è melanesiana, il 45% è di origine europea, prevalentemente francese; il restante 10% è una miscela di varie nazionalità. Noumea è la capitale, con una popolazione di 100.000 abitanti. Il consumo pro-capite di tissue è stimato a 5,8 kg l’anno.
Ovviamente la produzione di tissue non è la principale industria della Nuova Caledonia. Il primato va al nichel, metallo di cui l’isola possiede circa il 25% delle risorse mondiali note, un ingrediente chiave nella produzione dell’acciaio inossidabile. Pertanto l’estrazione e la lavorazione del nichel è un elemento chiave per la salute dell’economia. Anche il turismo è un’attività minore ma in crescita. Oltre a ciò, l’isola riceve concreti aiuti finanziari dalla Francia.
SOFAPLAST È DI GRAN LUNGA IL PRINCIPALE CONVERTER DI TISSUE IN NUOVA CALEDONIA, CONTROLLANDO QUALCOSA COME IL 90% DEL MERCATO. Lo stabilimento di trasformazione si trova appena fuori della capitale Noumea. Sofaplast fu creata negli anni ’90 quando la sua società controllante, SFI (Société Financière & Industrielle), una società finanziaria di uno dei più importanti gruppi finanziari in Nuova Caledonia, di proprietà della famiglia Lafleur, comprò altre due società con il nome di Sotrapa e Cellocal. Entrambe le società erano distributrici di prodotti trasformati di carta e pellicola di plastica, come le borse per la spesa. Oltre a queste attività, SFI era coinvolta in vari altri settori come gli alimenti, le assicurazioni, lo stivaggio e le proprietà immobiliari.
Al fine di mantenere economie di scala, SFI tolse le attività di produzione a Sotrapa e Cellocal trasformandole in distributori di prodotti di consumo e industriali. Così Sofaplast divenne la società produttrice per i due distributori, Sotrapa e Cellocal.
MAXI-ROTOLI PRINCIPALMENTE DALL’AUSTRALIA E DALLA NUOVA ZELANDA. “Acquistiamo circa 1.300 tonnellate annue di rotoli jumbo, prevalentemente dall’Australia e dalla Nuova Zelanda,” afferma Jenny Seagoe, Direttore Acquisti. “Quindi siamo abbastanza in sintonia con quanto sta accadendo in quei mercati. Anche se siamo su un’isola, dobbiamo sapere cosa sta succedendo nei mercati più grandi.” Uno dei suoi compiti principali è quello di garantire che lo stabilimento di trasformazione abbia la giusta quantità e qualità di rotoli jumbo per mantenere la produzione delle linee di trasformazione. Questo non è sempre un compito facile in un’isola del Pacifico del Sud dove i tempi di consegna possono rappresentare una sfida.
Sofaplast produce una gamma completa di prodotti comprendente rotoli igienici, rotoli asciugatutto, tovaglioli, veline facciali e rotoli industriali, alcuni dei quali su licenza per le principali marche internazionali. Gli impianti nello stabilimento di trasformazione di 1.600 m2 comprendono una ribobinatrice Fabio Perini S.p.A. mod. 813, che fu installata nel 1999 e che sarà presto potenziata con tecnologia Sincro. Inoltre, lo stabilimento contiene tre linee packaging Casmatic, una vecchia linea di trasformazione per veline facciali, due linee per tovaglioli e una ribobinatrice industriale sempre Fabio Perini S.p.A..
Lo stabilimento ha 15 dipendenti e lavora cinque giorni la settimana.
In veste di direttore dello stabilimento di trasformazione, Fabrice Chaminade è responsabile del funzionamento efficiente dei macchinari. E’ entrato in Sofaplast alla fine del 2003, dopo essersi trasferito dalla Francia dove era direttore di stabilimento nell’industria elettronica.
CREARE UN TEAM. Interrogato sulle differenze che ha notato lavorando nel settore del tissue in Nuova Caledonia rispetto all’industria elettronica in Francia dichiara: “Le differenze principali sono culturali, dato che la Nuova Caledonia si trova nelle fasi iniziali del processo d’industrializzazione. Quindi è stata una sfida convincere gli operai che devono sentirsi parte di un team e che stiamo lavorando per obiettivi a lungo termine. Complessivamente, penso che le cose si siano sviluppate meglio di quanto mi aspettassi all’inizio. Stiamo facendo molti progressi e penso che la gente sia contenta di sentirsi parte di un team.”
Come esempio cita il sistema di gestione delle scorte che è stato recentemente installato per essere sempre aggiornati sui livelli delle scorte a magazzino. Per migliorare l’efficienza e ridurre al minimo le variazioni di qualità, Sofaplast sta cercando di mantenere una scorta per tre settimane dei prodotti principali, in modo da soddisfare gli ordini con le giacenze anziché avviare produzioni settimanali per ogni qualità. Ora lo staff è responsabile della gestione delle scorte.
“Questo è abbastanza basilare nei paesi più industrializzati,” spiega Chaminade, “ma fino a poco tempo fa ero io che correvo in giro a controllare i livelli delle scorte. Ora è una loro responsabilità e sta andando bene.” Il programma di produzione comprende 52 prodotti diversi con diverse grammature, numero di fogli e rotoli per confezioni. Chaminade è lieto di riferire che la produzione delle linee di trasformazione è aumentata del 15% negli ultimi 18 mesi dal suo arrivo in azienda.
Tra le altre sfide che Chaminade segnala ci sono le questioni riguardanti la gestione della logistica e della supply chain. “E’ un grave problema se qualcosa si rompe e non abbiamo il ricambio giusto a portata di mano. Nella maggior parte dei posti è sufficiente ordinare un ricambio e lo ricevi la mattina seguente. Qui è diverso, quindi dobbiamo essere molto attenti e verificare di avere le cose giuste a portata di mano.”
LA PRODUZIONE LOCALE È INCORAGGIATA. La Nuova Caledonia applica restrizioni sulle importazioni che sono state pensate per incentivare la creazione di posti di lavoro, incoraggiando le aziende a sviluppare processi a valore aggiunto sull’isola.
Pertanto, piuttosto che importare prodotti che possono essere fatti in Nuova Caledonia, il governo cerca di aiutare la bilancia dei pagamenti e di creare posti di lavoro limitando le importazioni.
Jenny Seagoe, un membro eletto della Camera di Commer-cio, è stata coinvolta in un progetto recente che tratta la disciplina degli incentivi alla produzione locale. “L’iniziativa del Governo per promuovere la produzione locale comporta enormi obblighi.
Dobbiamo essere consapevoli di ciò che accade nei mercati esteri e verificare che ciò che facciamo riflette lo stato effettivo del mercato. Complessivamente, sembra che mantenere i processi a valore aggiunto sull’isola funzioni molto bene. Se si confronta lo sviluppo economico della Nuova Caledonia con le altre isole del Pacifico che hanno pochissime aziende locali a valore aggiunto, le cose vanno decisamente meglio qui.”
La prospettiva economica per la Nuova Caledonia è piuttosto brillante di questi tempi, grazie all’aumento dei prezzi del nichel che comporterà nuovi massicci investimenti nell’industria del nichel locale. Inoltre, la Nuova Caledonia sta lavorando allo sviluppo dell’industria del turismo, che generalmente non ha avuto la stessa priorità rispetto ad altre isole del Pacifico del Sud.
La combinazione di una crescita economica generale con un turismo in espansione dovrebbe significare che il settore del tissue continuerà a crescere e a prosperare in Nuova Caledonia. •