PJL-29

Riscaldamento globale

Proprio perché tutti ne parlano o ne scrivono, può sembrare difficile cogliere immediatamente il significato di questo concetto.

Sulle prime si può infatti pensare ai cambiamenti climatici in atto in tutto il mondo e all'effetto serra di cui oggi si discute tanto. Sembra che tutti ne parlino, ma nessuno sa bene cosa fare. Tuttavia, prima di approfondire l'argomento, vorrei parlare di un altro tema caldo più concreto, e cioè di quello che sta succedendo oggi nell'industria del tissue…

 

Guy Goldstein

In effetti, la situazione dell'industria del tissue, specie in Europa, si sta surriscaldando. Sembrava che Koch dovesse liberarsi delle attività Georgia Pacific in Europa in un'asta che non ha mai avuto luogo. D'altra parte le loro attese andavano ben oltre quello che ci si sarebbe ragionevolmente aspettato, considerati i risultati economici degli ultimi anni.

Le proiezioni fornite ai potenziali acquirenti erano interessanti, ma probabilmente irrealizzabili con l'attuale struttura, dunque non tutte le proposte hanno rispettato le previsioni. Koch ha avviato per GP Europe, ora GP EMEA (Europa, Medio Oriente & Africa), un processo di “rapida trasformazione” con lo scopo di provare a raggiungere gli obiettivi prospettati ai potenziali acquirenti.

 

LE PRIME MISURE SONO STATE PRESE PER RICENTRALIZZARE IL BUSINESS, trasferire tutti i poteri decisionali negli USA ed eliminare qualunque esuberanza ai vertici, cercando di gestire le attività con costi generali ridotti al minimo. Molti Presidenti o Direttori Generali sono “andati in pensione” in anticipo, il quartier generale europeo, situato nel Regno Unito, è stato chiuso e spostato a Bruxelles, le attività sono state ristrutturate e oggi sono fortemente “dirette” dalla sede di Atlanta. Una volta risanata l'organizzazione e dimostrato al mondo che le loro previsioni erano realistiche, sarà di nuovo all’asta. Iniziate pure a risparmiare e preparate il blocchetto degli assegni!

Nel frattempo, Procter & Gamble Europe ha venduto con successo le sue attività europee nel tissue a SCA – un brutto colpo per GP! Il futuro ci dirà come se la caverà SCA nel mondo dei brand che, fino a questo momento, non è stato certo il suo cavallo di battaglia. SCA è sicuramente la realtà più aggressiva delle Quattro Grandi, quella che sta cercando di estendere l'impero, ma si sta rendendo conto che gestire questo impero centralmente dalla Germania è difficile come lo fu per Cesare controllare l'Impero Romano da Roma.

Mentre GP e SCA erano occupate a riflettere sulle loro future strategie, i più piccoli non stavano certo a guardare: Sofidel ha avviato una produzione da 150.000 tonnellate di tissue; ICT (Tronchetti) ha ampliato l'attività in Spagna e Polonia, migliorando le sue posizioni; LPC, oltre ai suoi piani in Svezia, ha acquistato due stabilimenti in Francia, a Roanne, e recentemente lo stabilimento di K-C a Duffel, Belgio. E credo che la loro ondata di acquisizioni non si sia ancora fermata.

 

MA CON TUTTO QUESTO MOVIMENTO E UN FUTURO MERCATO PIÙ DIFFICILE, CHI NE TRARRÀ VANTAGGIO – I CONSUMATORI O I DISTRIBUTORI? Personalmente credo che saranno i distributori ad accaparrarsi la fetta più grossa derivante da questa concentrazione mentre ai consumatori resteranno le briciole, come sempre.

In Europa Centrale ci sono molti progetti lenti a concretizzarsi, ma si avverte la necessità di maggiori capacità produttive in grado di soddisfare le esigenze legate alla crescita del reddito delle famiglie e alla moderna urbanizzazione. Stiamo assistendo alla comparsa sul mercato di prodotti di fascia alta quale conseguenza di esigenze sempre più elevate in termini di qualità. I miglioramenti registrati nel settore igiene stanno facendo proliferare anche i prodotti AFH, dal momento che il turismo sta crescendo a ritmi molto veloci. I progetti sono concentrati nelle città e nei distretti più che a livello capillare a causa delle dimensioni dei paesi e dei problemi di distribuzione. Ma anche la distribuzione sta crescendo e alla fine porterà a uno sviluppo del mercato.

La tecnologia Voith Atmos sta sfidando il mondo del TAD: quali risultati darà? Voith promette un ridotto consumo energetico per un prodotto finale molto simile – di sicuro un modo per attenuare l'impatto sull'ambiente. Ma avrà più successo della tecnologia STT di Metso o dell'e-Tad di GP? La risposta arriverà solo in futuro, ma si tratta certamente di un passo nella direzione giusta.

In Asia, la Cina è ancora in pieno boom, con APP che annuncia decine di nuove macchine continue per tissue e l'avvio di una produzione propria in questo campo. Vinda ha stretto un accordo con SCA, acquisendo una quota di minoranza. SCA sta tastando il terreno anche in India. Da parte mia, credo che stiano perseguendo una vera e propria strategia di espansione a livello internazionale. Altrimenti... stanno sparando colpi in tutte le direzioni tanto per essere lì e non perdersi nulla.

 

NEL CONTINENTE AMERICANO, LE GRANDI AZIENDE STANNO OTTIMIZZANDO LE RISPETTIVE ATTIVITÀ, eliminando alti costi di produzione e attrezzature obsolete nonché cercando di essere maggiormente competitive di fronte ai nuovi arrivati. Si assiste a un vero e proprio fenomeno di “back integration” (integrazione all’indietro) legato alle minori capacità produttive di tissue. L'America Latina sta rivalutando la sua strategia e deve rivedere le sue opzioni, quindi c'è da aspettarsi un incremento di nuove capacità, considerato che la disponibilità di bobine madri USA si sta riducendo. Prevedo qui che, man mano che il mercato si espande e il tasso di penetrazione aumenta, verranno costruite diverse macchine da 25.000 tonnellate.

Molta nuova capacità produttiva arriverà in Medio Oriente, fonte di potenziali forniture. Nell'area del Golfo, in Siria, Turchia, Egitto e Israele stanno nascendo nuove e grandi macchine, che creano capacità in eccesso. Sarà l'Africa a trarre vantaggio da questa produzione, e questo ritarderà l'investimento degli imprenditori locali in una produzione di tissue propria... ma pagheranno un prezzo alto per le bobine madri. …

 

E ORA TORNIAMO ALL'ARGOMENTO DEL TITOLO, IL RISCALDAMENTO GLOBALE, di cui tanto abbiamo letto nei quotidiani. Si tratta di un fenomeno allarmante provocato dalla rivoluzione industriale del XIX e XX secolo in Europa e Nordamerica, che ora ci troviamo a dover affrontare. Due secoli di disinteresse nel prevedere gli effetti di tali sviluppi e c'è ancora qualche paese che si rifiuta di pagare per trovare una soluzione accettabile. Io credo invece che bisogna accelerare gli sforzi per ridurre gli effetti di quello che è destinato a verificarsi.

Se consideriamo le emissioni di biossido di carbonio (CO2) in tonnellate per paese, ecco quali sono le previsioni:

 

• U.S.A. 7.068 milioni di tonnellate

• Russia 2.024 milioni di tonnellate

• Giappone 1.335 milioni di tonnellate

• Germania 1.015 milioni di tonnellate

• Canada 758 milioni di tonnellate

• U.K. 665 milioni di tonnellate

• Italia 583 milioni di tonnellate

• Francia 563 milioni di tonnellate

 

Non vi sono ancora previsioni per Cina o India, ma ovviamente questi paesi non stanno prendendo una posizione molto attiva al riguardo.

Si prevede che il dato cinese si aggiri probabilmente attorno ai 5.000-6.000 milioni di tonnellate, se si considera il numero di abitanti e relativi trasferimenti. Lo spostamento di industrie verso aree a costi ridotti sta trasferendo in realtà il fenomeno dell'inquinamento in aree meno preparate, che non possono permettersi di trovare e applicare alcuna soluzione. Se il Protocollo di Kyoto non sarà firmato e applicato dai principali paesi industrializzati, e cioè gli USA e la Russia, assisteremo all'espansione dei deserti con conseguente aumento delle temperature. Proviamo tutti a influenzare attivamente i nostri rispettivi paesi affinché siano più responsabili nella conservazione del pianeta.

Dobbiamo affrontare i vari temi in maniera più professionale, come industria, senza attendere le decisioni politiche che potrebbero giungere troppo tardi. Il futuro del pianeta è a rischio. Stiamo fabbricando un'arma che potrebbe modificare tutto l'ambiente e minacciare la nostra stessa esistenza come pure quella dei nostri figli e nipoti. Credo sia davvero giunto il momento di prendere insieme i provvedimenti necessari a ridurre i rischi e di trovare soluzioni a questo enorme problema.

Cosa sta facendo il settore del tissue? In quanto industria, come stiamo dimostrando che siamo buoni cittadini del mondo?

In linea generale, abbiamo pensato a risparmiare energia e gestire le foreste in maniera responsabile. Ma è sufficiente?

Credo che dobbiamo darci più da fare per trovare il modo di ridurre significativamente le emissioni e lavorare sui processi.

Per risparmiare fibre, acqua, energia. Per un futuro migliore. •

 

Se avete domande che vi piacerebbe porre al Dr. Goldstein, potete inviare le vostre e-mail direttamente a: guy.goldstein@perinijournal.com •

Commenti:
Accedi o Registrati subito per pubblicare un commento