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“Per darsi delle arie”

In francese si scrive eventail, in inglese fan, in tedesco der facher, in spagnolo el abanico, ed infine in russo veier quello a forma di ventaglio, e opakhalo quello a forma di schermo. Di cosa parliamo…? Ma di ventagli ovviamente.

Giorgio Perini


Anticamente i ventagli si ritrovano alle origini delle culture Cinesi, Egiziane, Indiane e Giapponesi, ciascuna delle quali ne rivendica anche la scoperta. In realtà si pensa che quella di rinfrescarsi il viso e scacciare gli insetti, sia una logica comune di tutti questi Paesi.


I PRIMI AD UTILIZZARLO FORSE FURONO GLI ASSIRI E GLI EGIZIANI, CIRCA 5000 ANNI FA, quando in Egitto il ventaglio era anche il simbolo di felicità e riposo. I resti di un antico ventaglio completo di piume di struzzo é stato trovato proprio in Egitto, nella tomba del faraone Tutankhamen. In Giappone era ed è il simbolo della vita che si apre a nuove esperienze ed alla conoscenza di nuove discipline. La presenza del ventaglio risale fino al 3000 A.C. Nella Roma antica il ventaglio era molto usato nelle case dei nobili e ricchi patrizi e si chiamava “flabellum”. Era composto da un lungo manico sul quale erano fissate piume di pavone. E’ stato anche segno di potere militare: quello a tre stecche serviva a dare il segnale di battaglia. Gli splendidi ventagli di piume dei Greci e Romani venivano usati da ancelle ed eunuchi al servizio dell’Imperatore e gli addetti a questi compiti venivano chiamati “flambellieri”. Dal latino “flabellum” deriva oggi un aggettivo particolare: “flabelliforme” che significa proprio “a forma di ventaglio”.

Lo stesso flabellum veniva usato anche nelle funzioni liturgiche ed il suo uso è durato nelle chiese latine fino al XIV secolo. Due diaconi avevano l’incarico di agitare in continuazione un “flabello” fino al termine della comunione per rinfrescare il celebrante, ma anche per tenere le mosche a distanza dal calice.

Se ne perse le tracce fino alla fine del 1400, quando i viaggi e le scoperte di nuovi mondi introdussero in Spagna ed in Italia l’uso del ventaglio pieghevole. Nel 1500 diventò un accessorio femminile molto ambito. In Italia è la città di Venezia quella che ne produsse in abbondanza di forme, materiali e colori, tra i più belli e particolari. Nello stesso periodo fu Caterina de Medici, moglie di Enrico II, che si portò in Francia una bella serie di ventagli.


NELLE VARIE CORTI EUROPEE, I VENTAGLI, OLTRE AD ESSERE UTILIZZATI PER RINFRESCARSI IL VISO, vennero adottati anche per comunicare stati d’animo, passioni, stato coniugale e tante altre emozioni dalle gentili fanciulle o dalle signore della corte. Pensate che la Chiesa lo proibì, poiché era considerato un “oggetto di seduzione”! Il “linguaggio del ventaglio”, per esempio, diceva che, chiuso in mano ad una ragazza, significava che la si poteva corteggiare, mentre tenuto aperto faceva sapere che era già sposata. Nella mano sinistra, semiaperto, indicava che la donna era vedova ed era così un invito agli eventuali corteggiatori, semiaperto, appoggiato sul seno, invitava ad attenersi alla discrezione più assoluta, mentre chiuso ed agitato con un movimento circolare comunicava: attenzione ci vedono, ci spiano o meglio: “mio marito è nei paraggi!”

Questi non sono che alcuni dei molti messaggi che si potevano trasmettere con un ventaglio in mano, un oggetto semplice, ma che racchiude innumerevoli utilità.

Oggi il ventaglio è spesso inserito come accessorio dalle varie “maison de couture” durante la presentazione di nuove collezioni di alta moda.


NOI ABBIAMO VISITATO A PARIGI L’ATELIER DI MADAME ANNE HOGUET. Da quattro generazioni, questo atelier crea e realizza ventagli per le più famose case di alta moda nel mondo. Seguendo le tracce del padre Hervé Hoguet, Mme. Anne crea nuovi ventagli con nuove forme, materiali e colori e inoltre restaura prestigiosi pezzi di vero antiquariato. Nominata “Maître d’art” nel 1994, è l’unica in Francia a proseguire quest’arte ed a formare nuovi allievi, oltre ovviamente a curare personalmente il laboratorio di conservazione e restauro.

Il lavoro di realizzazione e restauro del ventaglio richiede spesso molteplici competenze artigianali. Vengono utilizzati materiali come: pergamena e carta incisa o dipinta, seta ricamata e merletto, avorio, osso, tartaruga, madreperla, corno, legno per le stecche, a volte traforate ad arte, dipinte, ornate con applicazioni a foglia d’oro ed impreziosite dalle incastonature di gemme.

Tutto questo richiede una pazienza ed un’arte che Madame Anne Hoguet ha imparato ed elaborato dalla ricca tradizione familiare.


IL 15 OTTOBRE 1993 IN STRASBOURG ST. DENIS, PIÙ ESATTAMENTE IN BOULEVARD DE STRASBOURG N°2, FU INAUGURATO IL “ MUSÉE DE L’EVENTAIL” situato nella sala d’esposizione creata cento anni prima da due maestri artigiani.

Il Museo è attiguo al laboratorio di restauro ed è estremamente interessante visitare entrambi gli spazi. Nel Museo è presente la “Collezione Hervé Hoguet” che comprende circa mille bellissimi esemplari di ventagli risalenti al XVIII, XIX e XX secolo. Inoltre nello stesso Museo vengono organizzate esposizioni temporanee di ventagli provenienti da altre collezioni private. La nostra visita non si è conclusa qui, ma si è arricchita di un altro prestigioso indirizzo che si trova proprio davanti al Museo del Louvre, nella galleria “Le Louvre des Antiquaires” in Place du Palais Royal n°2, dove la gentilissima e simpatica Madame Lucie Saboudjian ci ha fatto scoprire il valore storico e la cultura del ventaglio attraverso i secoli. Mme. Saboudjian è una delle maggiori esperte di ventagli antichi nel mondo. La sua competenza ne ha fatto una delle figure più prestigiose e la sua professionale ed autorevole presenza é richiesta dalle più importanti Case d’Asta internazionali.

Due ultimi, ma non meno importanti, indirizzi da non perdere sono la boutique “Le Curieux” del cordiale Serge Dovoudian, al mercato Marché aux Puces (Mercato delle Pulci) de Saint-Ouen-Marchè Biron Stand 126 e 30 Rue Gramme a Parigi. •

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