PJL-24

Libri mai mai visti

A Russi, in provincia di Ravenna, un gruppo di creativi ha fondato un’associazione, VACA (vari cervelli associati), che sperimenta diversi linguaggi della comunicazione. Da dieci anni organizzano un singolare concorso/mostra che rimette in gioco la nostra idea di libro.

Ferruccio Giromini


Già il nome dell’Associazione che organizza l’evento – concorso, premio, mostra – può suggerire che da queste parti i sentieri della banalità sono e restano piuttosto distanti. È VACA, ovvero Vari Cervelli Associati, la denominazione del gruppo, di area romagnola, formatosi nel 1989 quando un illuminato docente del Centro di formazione professionale “Albe Steiner” di Ravenna, il teorico della comunicazione Walter Pretolani, volle adunare alcuni suoi ex-allievi particolarmente dotati, tanto da diventare in seguito insegnanti nel medesimo Istituto e apprezzati professionisti della creatività: lo sperimentatore di linguaggio ludico Gianni Zauli, l’incisore xilografo Umberto Giovannini, il pittore illustratore fumettista Davide Reviati, il regista cinematografico Massimiliano Valli, lo scrittore sceneggiatore e “pubblico relatore” Mauro Bartoli. Nel 1995, formalizzata definitivamente l’Associazione, tra le sue molte attività l’ardita compagine diede il via anche al concorso “Libri mai mai visti”, destinato esattamente a promuovere la creazione di “prototipi di libri manufatti mai editi, presentati in pubblico o recensiti”.


MAI MAI VISTI: la duplicazione dell’avverbio ha già una forza particolare. È la sottolineatura di un incitamento a scatenare la fantasia: perché pensare un libro “già visto”? D’accordo, parliamo di libri, ossia di raccolte fisiche di parole, immagini, idee; ma non è detto che si debba obbligatoriamente immaginarli composti di pagine rettangolari di carta bianca legate insieme in logica successione. Qui si cercano prototipi originali e – più unici che rari – manufatti. Ai fini del concorso, dunque, “per prototipo manufatto si intende un libro di forma e dimensione a piacere, eseguito con qualsiasi materiale ed abbastanza robusto per poter essere maneggiato dal pubblico. Il testo (di qualsiasi lunghezza) può essere inventato, oppure già noto o d’autore antico o moderno, manoscritto, dattiloscritto, scritto al computer”. Non si escludono, nemmeno in sede di regolamento (e anzi quasi quasi si sollecitano), “formati e pesi eccezionali”.


NON RESTA CHE SBIZZARRIRSI. E i concorrenti non si tirano indietro: mai mai, davvero. Nel corso dei suoi dieci anni di vita, invitando programmaticamente alla trasgressione di qualsiasi consuetudine creativa, il concorso ha ospitato realizzazioni tangibili di idee quantomeno originali, per non dire decisamente pazzesche.

Ad esempio, molti libri-mai-mai-visti sono fatti di carta, ma con carte spesso speciali, fatte a mano, lavorate, elaborate, riciclate, colorate, traslucide, trasparenti, cartoni, cartoncini, spartiti musicali; e molti altri sono realizzati ricorrendo ai materiali più disparati: protetti da copertine di bronzo, di corteccia, di legno, via via scorrono vari tipi di incisioni calcografiche e stampe fotografiche, una raccolta di lattine di bibite schiacciate, impalcature lignee con pannelli legati con fili di rame, oppure materiali plastici, pantaloncini (uno per pagina, con le tasche posteriori piene di sorprese), ferro su cui disporre le parole calamitate, un nastro di macchina da scrivere con impresso un testo inedito, o ancora stoffe, resine, stucchi, un intero lenzuolo, o tanti panni stesi su una corda, un mazzo di cravatte grigie, un piatto di minestrina con cucchiaio. E persino, forse il più intimamente poetico, quello presentato nel 1999 dalla raggiante coppia Simona Capra e Stefano Giannini – un vero “libro vivente” di nome Ada, che corrispondeva alla seguente descrizione: “Opera nuova nuova, legata in pelle, con copertina in cotone arancione. Taglio di testa 40 cm, taglio di piede 13 cm, occhiello languido, frontespizio dall'archetipo Giannini con prefazione del 1° novembre 1998. Indice... succhiabile, colophon: Lugo di Romagna, 27 luglio 1999. Pagine viventi, movibili su sollecitazione”…


ANNO DOPO ANNO, TRA I PREMIATI E SEGNALATI SI TROVANO NOMI NOTI: giovani che qui si sono fatti le ossa solide, e apprezzati professionisti che qui invece hanno trovato l’occasione di una vacanza intelligente. Molti sbucano dall’editoria per l’infanzia, un ambito che un poco già permette la sperimentazione giocosa.

Tra i primissimi compagni di strada dell’iniziativa è ad esempio il ravennate Mauro Monaldini, inventore di sempre nuovi e sorprendenti testi alchemici e fantanaturalistici, miniati e ornati con pazienza certosina e spettacolare. Tra le illustratrici, le genovesi Francesca Biasetton, raffinata calligrafa, e Serena Giordano, prestidigitatrice tra poesiole limerick e disegni geometrizzati; la scatenata pugliese Vittoria Facchini, con un ironico “librino dedicato alle care signore lettrici che prima di vivere un nuovo amore rimangono a guardarsi il corpo per ore ed ore...”; da Varese, la giovane Chiara Dattola, con un libro-armadio costruito in legno, a tre ante apribili; le romane Camilla Falsini e Antonella Abbatiello, una tutto colore e l’altra solo in bianco sagomato; Angelo Ibba, ancora da Genova, con un vero passaporto istoriato, tra un timbro e un francobollo, di piccoli viaggi sognati in acquerello.

Ognuno escogita una tattica speciale per distinguersi. Dalla vicina Forlì, il grafico Giuseppe Tolo lega assieme immagini graffiate a scrapeboard su carte di riso e da lucido, e la scenografa Maria Donata Papadia accompagna alcune poesie di Giorgio Caproni inanellando monotipi su carte veline trattate. A loro volta i componenti dell’Associazione Culturale Rrose Sélavy di Rimini confezionano un libro che dondola come una culla: due pagine di testo imbottite come un cuscino, mentre l’illustrazione è l'immagine del lettore riflessa su frammenti di specchio, incollati su una stoffa sostenuta dalla struttura in canne di bambù. E la giovane toscana Greta Matteucci, implacabile, un anno s’inventa ben 21 librini distinti, uno per ogni giorno feriale previsto per la consegna dei lavori.


ESISTONO, CERTO, DEI PRECEDENTI. Tra i cosiddetti “libri d’artista”. Avevano già pensato a produrre “libroidi” decisamente fuori dalla norma per primi i Futuristi, e poi Majakovskij in coppia con El Lisitskij, e ancora Henri Matisse e Max Ernst, gli imprevedibili provocatori Fluxus e Marcel Duchamp, il magistrale Bruno Munari (di cui si ricordano i tanti “libri illeggibili”), il geniale provocatore Piero Manzoni, l’immancabile Andy Warhol, il cancellatore di testi Emilio Isgrò…

Ma le alchimie ideative e operative dei nuovi autori-mai-mai-visti fanno più simpatia, perché questi si danno molta meno importanza, e viceversa si mostrano molto più giocosamente complici dei loro lettori-mai-mai-visti.


L’ultima edizione del concorso, quella del decennale, ha confermato decisamente la crescita costante del rapporto quantità-qualità. Ne sono usciti vincitori la funzionante mina Antiuomo del ravennate Antonio Barbadoro, esplosiva testimonianza civile di un pericolo incivile sempre in agguato; il libro-sedia Il viaggio del poeta sedentario di Fabrizio Fabbri, da Castenaso, lettura quanto mai coinvolgente ed esilarante che però è già una promessa tangibile di relax; e la favola a tre dimensioni Once upon a time… realizzata dalla slovacca Zuzana Hlavata. Ma per libri tanto eccentrici bisogna trovare riconoscimenti altrettanto creativi.

Ecco allora, tra i tanti, ricorrere i premi speciali “Qualità”, “Arti e mestieri”, “Genialità e simpatia”, “Alambicco”, e pure un poetico premio “Stupor sensibile” (andato all’opera stupefacente, appunto, Traccia della pioggia del giapponese Kaori Miyayama, capace di evocare sensibilmente il suono ticchettante di un acquazzone leggero…). Cosa si vince? Ma libri, diamine, che altro!?

Lotti di libri antichi e/o moderni, fino a un valore di 1.000 Euro – ma stavolta non “mai mai visti”. Normali. Per quanto possa essere normale un buon libro, certo.

Intanto le celebrazioni del decennale proseguono; e chi volesse saperne di più può mettersi in contatto con la Fucina VACA, via Caduti per la libertà 19, 48026 Russi (RA), tel. 0544.580329, www.vaca.it, e-mail vaca@vaca.it. •

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