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La logica conseguenza

L’antefatto. Nel 1972, la Fabio Perini S.p.A. presenta una ribobinatrice rivoluzionaria, la 348. Questo nuovo modello, per la prima volta tra le macchine automatiche, si avvale del sistema di avvolgimento periferico, che elimina la necessità di un mandrino per l’avvolgimento del log: le anime dei rotoli vengono inserite dal retro in un sistema di tre rulli fra i quali il log si avvolge liberamente.

Perini Journal


Parte da qui un processo d’innovazione evolutiva teso a ottenere livelli sempre più elevati di produttività, di qualità e di flessibilità delle ribobinatrici, che imprime una forte accelerazione allo sviluppo dei sistemi di avvolgimento periferico.

Nasce così la leadership Perini, fondata su una tecnologia destinata a diventare lo standard dell’industria della trasformazione dei rotoli in tissue.


NEL 1993, PERINI PRESENTA IL SISTEMA DI SCAMBIO SINCRO, estrema sintesi di vent’anni di esperienza nell’avvolgimento periferico. Più che una normale evoluzione di una tecnologia ormai sperimentata, il sistema Sincro è una vera e propria innovazione. Il nucleo centrale di questa innovazione è il sistema di scambio: lo scambio è positivo, e avviene senza l’intervento di rullo a vuoto o lama di taglio; la presa è facilitata dalla rotazione del rullo Sincro, che avvicina il velo all’anima in entrata destinata ad iniziare il nuovo log; i rulli di avvolgimento non possono più essere sporcati perché l’anima, una volta incollata, è sempre fasciata dal velo; la precisione di scambio è assoluta e la velocità di produzione massimizzata.

I vantaggi di Sincro sono:


• elevata velocità di produzione specialmente in numero di avvolgimenti, potenzialmente superiore alle più veloci ribobinatrici presenti sul mercato;

• perfetta esecuzione dello scambio;

• semplificazione operativa, grazie al massiccio ricorso all’elettronica;

• drastica riduzione della manutenzione e dei costi relativi;

• miglioramento della qualità dell’avvolgimento;

• massima flessibilità, grazie all’utilizzo dell’elettronica;

• ottimizzazione della larghezza della bobina;

• compatibilità con il sistema di avvolgimento senz’anima (Solid).


DAL 1993, LO SVILUPPO DELLA LINEA SINCRO SI È ESPRESSO IN DUE DIREZIONI. La prima è un percorso di miglioramento continuo di una macchina rivoluzionaria, per fare in modo che potesse esprimere al massimo il proprio potenziale.

La seconda si è espressa nella ricerca della massimizzazione dell’efficienza (intesa come rapporto fra produzione teorica e produzione reale) dell’intera linea di produzione, intesa come sistema produttivo integrato, affidabile e flessibile, di cui la ribobinatrice costituisce l’elemento chiave.


UNA RIFLESSIONE DA PROFANI. La scienza economica, e in particolare la teoria del consumo, ha coniato un efficace termine per definire i comportamenti estremi che, contro ogni aspettativa, risultano comunque in un equilibrio: soluzioni d’angolo.

Le soluzioni d’angolo servono per spiegare, come detto, comportamenti estremi, che sono il risultato di preferenze peculiari ma assai più diffuse di quanto ci si possa immaginare. Avendo elaborato e sviluppato una tecnologia proprietaria della qualità e della flessibilità di Sincro, la Perini si è trovata, alla fine degli anni Novanta, nella condizione di poter ricercare solo “soluzioni d’angolo” per far evolvere ulteriormente la propria gamma di prodotti.

Un primo percorso, in questo senso, ha portato allo sviluppo di XXL, una linea ribobinatrice di dimensioni enormi, per impianti produttivi di caratteristiche “estreme”. L’intrapresa ha avuto un grandissimo successo: a oggi, sono già tre le linee XXL installate nel mondo, nonostante le ragguardevoli dimensioni dell’investimento necessario. Ma non era questa l’unica strada possibile.

L’altra era tentare una nuova rivoluzione: una soluzione non convenzionale.


SCELTE E RINUNCE. Come spesso accade, anche nella progettazione meccanica a ogni scelta può corrispondere una rinuncia.

Per averlo sviluppato e perfezionato in più di trent’anni, alla Perini conoscono perfettamente tutti i vantaggi del sistema di avvolgimento periferico. D’altro canto, conoscono anche troppo bene i limiti al potenziale sviluppo ma anche i vantaggi in particolari condizioni di un sistema caratterizzato da una tecnologia di avvolgimento centrale. La scelta di una delle due tecnologie impone, quindi, necessariamente una rinuncia ai vantaggi offerti dall’altra.

Ma l’obiettivo della Perini era esattamente quello di superare la dicotomia: in parole povere, concepire una macchina che potesse associare i vantaggi dei due sistemi di avvolgimento. E la ragione per farlo non era strettamente di orgoglio ingegneristico e passione tecnologica fine a se stessa. L’obiettivo era un sistema di avvolgimento versatile, affidabile, veloce, che potesse costituire il centro di una linea completamente automatizzata, anche in tutte le fasi più complesse e delicate, senza vincoli sulla carta utilizzabile e sulla “densità” dei rotoli prodotti. Un’esigenza, questa, che risponde alle istanze di due segmenti di mercato: le imprese che necessitano di offrire una vasta gamma di prodotti estremamente diversificati per tipo di carta utilizzata, densità del rotolo; e le imprese che realizzano una gamma di prodotti più ristretta, ma con caratteristiche che non risultano ottimamente gestibili, a condizioni non estreme, con gli impianti che si avvalgono di tecnologie Sincro. In particolare, di quest’ultimo segmento fanno parte molte imprese attive nel mercato nordamericano, che realizzano i cosiddetti “rotoli extra morbidi”.


LA LOGICA CONSEGUENZA. Per garantire la massima flessibilità nella determinazione delle caratteristiche del prodotto finale, la chiave progettuale era il raggiungimento di un più preciso controllo della fase di avvolgimento. Ma questo non poteva accadere a scapito della velocità e della sicurezza.

In termini meccanici, si è ritenuto necessario riuscire anche in condizioni di avvolgimento di “rotoli extra morbidi” a mantenere omogenea la velocità angolare di tutti i punti del rotolo, acquisendo un maggiore controllo sull’uniformità della densità e una considerevole riduzione delle vibrazioni.

Da un punto di vista progettuale, la risposta è assolutamente semplice. Se nell’avvolgimento periferico l’avvolgimento è controllato da tre rulli, tra i quali si forma il log, basta aumentare il numero dei punti di controllo. Detto così è semplice: basta fondere le due tecnologie di avvolgimento attualmente in uso e coordinarne il funzionamento. In questo modo, ai tre punti di controllo periferico dell’avvolgimento si aggiunge un controllo centrale. Logico, vero?

Ma il problema è riuscirci. Rispetto alle macchine tradizionali ad avvolgimento periferico, aumenta il numero dei parametri di controllo e, quindi, è necessaria una completa riformulazione “algebrica” della macchina. Inoltre, per introdurre un “tutore” centrale del rotolo, è necessario che questo proceda all’interno della ribobinatrice seguendo un percorso ben definito e riproducibile, meglio se rettilineo. Infine, la necessità di mantenere la velocità e la tensione della carta costanti (e regolabili) impone un’assoluta precisione nel coordinamento di un numero elevato di motori elettrici, sulla base della rilevazione della posizione degli elementi di controllo dell’avvolgimento.

Oggi, alla Fabio Perini S.p.A., pensano di esserci riusciti.


TIME: UNA SVOLTA EPOCALE. Il risultato di questo sforzo tecnologico è la ribobinatrice TIME, parte di un sistema di converting completo e completamente automatizzato. Nel sistema TIME, la ribobinatrice garantisce un controllo quasi completo sull’intero ciclo di avvolgimento, attraverso l’interazione dei tre rulli di controllo periferico, la cui geometria è stata modificata radicalmente, con una coppia di “tutori” assiali e pneumatici che si introducono nell’anima del rotolo, adeguano la propria velocità di rotazione e la loro posizione a quelle già acquisite dal rotolo stesso, si espandono, e lo mettono in tensione assiale per accompagnarlo fino all’uscita della macchina. Questo elemento aggiunto è quello che permette di governare la velocità di rotazione e la tensione della carta, aggiungendo sicurezza e qualità alla funzione di avvolgimento.

Attraverso il controllo della velocità di rotazione, associata al controllo esercitato sulla circonferenza del rotolo dai rulli periferici, è possibile ottenere una gamma di rotoli di caratteristiche molto ampie e, soprattutto, è possibile produrre i cosiddetti “rotoli extra morbidi”, o a bassa densità, senza sacrificare la qualità del prodotto e tanto meno la velocità di produzione.

Ma TIME non è solo questo. Una ribobinatrice così performante è stata associata, per la prima volta nella storia del converting, ad uno svolgitore automatico in grado di scambiare la bobina esaurita in movimento, senza alcuna variazione nella tensione del velo alimentato alla ribobinatrice. L’automazione dello svolgitore permette, con la macchina in produzione, di avere sempre una nuova bobina in posizione di svolgimento, pronta per essere avviata prima che termini il ciclo di svolgimento della bobina in produzione. Questo processo garantisce un’alimentazione continua della ribobinatrice senza nessun intervento manuale, e senza un solo istante di fermo macchina.


ECCELLENZE A CONFRONTO. La svolta epocale introdotta da TIME non è solo tecnologica, ma anche strategica. Per la Perini, questo concetto non rappresenta una sostituzione della tecnologia Sincro, ma un complemento e un’alternativa. TIME, infatti, non nasce per sostituire Sincro, che continua a essere richiesto e che, di fatto, è ancora il principio di scambio utilizzato, ma per affiancarlo e completare il controllo anche durante tutte le fasi di avvolgimento, soddisfacendo esigenze di aziende, di lines of business e di mercati diversi.

TIME è una tecnologia orientata a garantire:


• la massima flessibilità nella determinazione delle caratteristiche del prodotto;

• la massima automazione dell’impianto;

• la massima versatilità nella scelta della materia prima;

• la massima qualità del prodotto, anche in condizioni estreme.


Dunque, non una tecnologia per tutti, ma una scelta obbligata per le imprese che pensano di doversi adattare a una domanda di mercato estremamente variegata e in continua evoluzione.


ANCHE IN QUESTO SENSO, POSSIAMO DAVVERO PARLARE DI UNA SVOLTA EPOCALE: prima di TIME, lo sviluppo tecnologico si è sempre orientato alla massima specializzazione dell’impianto, con l’obiettivo di raggiungere l’efficienza economica e massimizzare il ritorno dell’investimento; con TIME, la tecnologia e l’automazione favoriscono la massima flessibilità nella determinazione delle caratteristiche del prodotto e della materia prima utilizzata, e nel passaggio da una tipologia di prodotto all’altra pur mantenendo inalterata o addirittura migliorando l’efficienza globale del processo produttivo.

Con TIME, la tecnologia smette di definire vincoli, e comincia a parlare di gradi di libertà. •

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