PJL-38

Saul Steinberg: "un modo di ragionare su carta"

L'arte è una sfinge. La bellezza della sfinge è che sta a voi doverla interpretare.

Nico Zardo

 

L'arte è una sfinge. La bellezza della sfinge è che sta a voi doverla interpretare. Quando avete trovato un'interpretazione, siete già guariti. L'errore comune è credere che la sfinge non possa dare che una sola risposta esatta. In realtà ne dà cento, mille, o forse nessuna. L'interpretazione non ci restituisce indubbiamente la verità, ma l'esercizio di interpretare ci salva. Saul Steinberg (Pierre Schneider, Louvre Dialogues, Atheneum, New York 1971).

 

Quando definiscono Saul Steinberg un disegnatore umoristico... mi viene da sorridere. Perché, comunemente, un umorista è considerato un artista "leggero", di seconda categoria. Sono convinto che è più facile far piangere che far ridere per cui penso che chi possiede l'arte di suscitare un po' di buon umore è un bravo artista. Chi poi come Steinberg riesce a comunicare, attraverso un disegno raffinato e intelligente, in modo lieve ma inesorabile, idee e concetti che impegnerebbero un bravo scrittore per pagine e pagine, beh, non può che essere un "grande" artista.

 

"Lei disegna come un re" gli aveva scritto una volta il grande architetto Le Corbusier. Questo e i molti apprezzamenti tributati da intellettuali di fama internazionale, dal critico americano Harold Rosenberg a Saul Bellow, allo storico dell'arte Ernst Gombrich, a Italo Calvino, a Eugène Ionesco, a Roland Barthes, che hanno scritto su di lui e i suoi disegni, hanno consacrato Saul Steinberg come uno dei maggiori artisti del XX° secolo. A differenza degli artisti classici, pur importanti ma spesso conosciuti solo in un ambito ristretto, Steinberg ha avuto, grazie alla presenza per quasi sessant'anni dei suoi lavori su giornali e riviste, ampia popolarità e grande successo di pubblico. Il famoso manifesto con la copertina del New Yorker del 1976 View of the World from 9th Avenue ha venduto più di 25.000 copie!

 

Buona parte della sua produzione è costituita da nitidi disegni dove una linea continua descrive l'"uomo", solo o in relazione a un contesto appena accennato, comunicando in modo fulmineo e profondo le contraddizioni umane di sempre.Così ricorda i suoi lavori l'amico poeta Charles Simic: "Ha disegnato un labirinto con dentro se stesso. Ha disegnato una mano sinistra che disegna la destra nell'atto di disegnare la sinistra. Ha disegnato un uomo che si cancella con un tratto di penna. Ha disegnato la lettera E seduta a un tavolo mentre mangia la lettera A (...)"1. Steinberg stesso in una conversazione con Jacques Michel così descrive il suo lavoro: "(...) ho inventato un linguaggio che non esisteva prima in quanto linguaggio. Ho trovato una materia prima che è il disegno e l'ho usata per esprimere certe idee poetiche o filosofiche (...) spiegando che il disegno all'inchiostro di china è diverso come linguaggio dal disegno a matita o a pennarello. (...) Ho cercato di trovare dei simboli per dire certe cose. Delle cose che talvolta avrebbero potuto essere dette a parole, ma con molta più fatica e soprattutto con un medium di cui si è troppo abusato. E' il dramma dei poeti. E anche la bellezza della loro arte"2.

 

Uno degli aspetti più interessanti, che ha scatenato una schiera nutrita di imitatori dell'attività di Steinberg, riguarda la sua capacità di innovare sia concettualmente sia formalmente sia utilizzando e mischiando tecniche e materiali. Oltre ai mezzi tradizionali, inchiostro, matita,carboncino, pastello, acquerello, ha utilizzato materiali d'imballaggio, sacchetti di carta che hanno dato luogo a una lunga serie di maschere (documentate nelle foto di Inge Morath), timbri di persone, uccelli, coccodrilli utilizzati per impronte reiterate. Ha "inventato" diplomi, passaporti e veri "documenti falsi" dichiarati e per questo ancor più trasgressivi.

 

Saul Steinberg, nato in Romania nel 1914, doveva aver assorbito l'amore per carta, cartone, alfabeti e timbri dal padre, tipografo-legatore, diventato poi fabbricante di scatole di cartone. Dal 1933 al 1940 è a Milano dove frequenta la Facoltà di Architettura, inizia la sua attività di disegnatore pubblicando vignette sul giornale umoristico "Bertoldo".Per sottrarsi alle persecuzioni razziali lascia l'Italia, paese al quale resterà sempre legato, tornandovi spesso. Il suo primo lavoro fu pubblicato sul "The New Yorker" nel 1941, ancora prima di arrivare negli USA. Nel 1942 si stabilisce a New York e inizia una collaborazione con la rivista che durerà tutta la vita, realizzando quasi 90 copertine e 1200 disegni.

 

Nel 1943/44, al servizio della u.s.naval intelligence e dell'o.s.s. (office of strategic services), viene inviato in india, cina, nord africa, italia: durante il viaggio non smette mai di esercitare la sua irrefrenabile curiosità e continua a fissare sulla carta personaggi e momenti particolari di quei paesi. La passione per i viaggi che lo porterà in giro un po' in tutto il mondo darà luogo a diversi suoi reportage pubblicati sulle riviste, alcuni dei quali ri-pubblicati sui suoi libri. Durante uno dei suoi viaggi incontra a Nairobi lo scrittore Saul Bellow che ci svela il motivo della quasi maniacale presenza di coccodrilli nei disegni di Steinberg. Nel corso di una escursione alle cascate Murchison, Steinberg ebbe modo di incontrare un biologo inglese esperto di coccodrilli la cui attività interessò moltissimo l'artista. Non solo, ma il giorno successivo, durante un viaggio in barca lungo un fiume lo stesso Steinberg riuscì a evitare per poco l'aggressione di un coccodrillo!

 

Parallelamente al lavoro per i giornali, le riviste, Steinberg porta avanti la sua attività artistica che troverà spazio in una serie continua di esposizioni tra le quali una importante retrospettiva al Whitney Museum of American Art nel 1978 e, dopo la morte dell'artista avvenuta nel 1999, "Saul Steinberg: Illuminations" nel 2006, la prima raccolta storica delle sue opere. Nel 1954 Steinberg partecipa alla Triennale di Milano realizzando un Labirinto per bambini dalle linee spiraliforme e nel 1958 un collage dal titolo Gli Americani nel padiglione degli Stati Uniti alla Fiera Mondiale di Bruxelles.

 

Noi del Perini Journal possiamo considerarci in qualche modo legati a Saul Steinberg. Quando il direttore della rivista Abitare, Italo Lupi, programmò un numero speciale della rivista su New York, cercò Steinberg per chiedergli di fare l'illustrazione per la copertina ma non rispondeva al telefono e un male incurabile poco dopo se lo sarebbe portato via. A sostituire Steinberg il direttore Lupi chiamò Guido Scarabottolo, collaboratore del PJL da oltre vent'anni, che con comprensibile commozione "raccolse la matita" del Grande Maestro e realizzò un'illustrazione ispirata alle sue famose prospettive architettoniche.

 

1. Charles Simic, "Saul Steinberg", in "Adelphiana", n. 2, 2003.

2. In "Le Monde", 22 marzo 1979.

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