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Cosa sta accadendo nel nostro mondo del Tissue? Il 2011 è stato un anno difficile

Questo articolo non vuole essere, in nessun modo, di carattere politico. Ma la crisi dell'Euro, la primavera araba, come influiranno sul consumo dei prodotti in carta nelle varie zone del mondo?

Guy Goldstein

La maggior parte degli Americani ha lasciato l'Europa; la Procter & Gamble e la Georgia Pacific sono state entrambe rilevate dalla SCA. La SCA ha una politica aggressiva, forse avida ma... ricca e di successo e sicuramente, a tempo debito, diventerà il maggior produttore di carta a livello mondiale. Considerando il suo sviluppo nel corso degli anni - dalla Molnlycke degli anni '60 alla potenza SCA - questo è veramente un successo. Tradizionalmente i margini in Europa sono stati inferiori rispetto agli Stati Uniti, ciò significa che il modello americano non funziona davvero così bene o non soddisfa le aspettative degli azionisti statunitensi. Occorre davvero capire le diverse culture e le relative condizioni di lavoro, che variano da paese a paese. La SCA, con le sue conoscenze e il suo modello flessibile si è imposta per conquistare il mercato, in attesa che le autorità europee dessero il via libera, magari con alcune concessioni territoriali da fare. Solo la Kimberly-Clark è rimasta in Europa e sicuramente sta ottenendo i risultati aspettati. È anche l'unica società Americana che sembra essere in grado di lavorare in modo agevole ed efficiente con le joint venture.

 

Viviamo in un mondo strano: la carta è prodotta in Medio Oriente o in Italia, lavorata nell'Europa Centrale e poi venduta nel Nord Europa, qualcosa come 3.500 Km di viaggio per lo più in strada! Che spreco in termini di emissione di CO2 dovuto alle alterazioni che ancora esistono tra società in termini di costo sociale e fiscale. Le differenze tra ovest ed est Europa esisteranno per altri 10/20 anni e contribuiranno in qualche modo allo sviluppo del mercato di prodotti cartari. Il consumo di prodotti in carta pro capite è di 25 Kg negli Stati Uniti, rispetto agli 8 Kg in Europa e a solo 2/3 kg nei Balcani. Occorre davvero essere più furbi in termini di luogo di produzione. Mentre è relativamente facile investire in Europa, rappresenta ancora una vera e propria sfida farlo nell'Est dove la burocrazia - tra le altre piaghe - rende difficile se non impossibile ottenere qualcosa. Eppure l'economia è in crescita e il bisogno di carta renderà questi investimenti un'assoluta necessità.

 

K-C e SCA lo hanno già capito, e possono già contare su alcuni imprenditori che stanno diventando rapidamente produttori di articoli tissue con un grosso volume di affari, entrando in una dimensione in cui una contro integrazione è sinonimo di taglio dei costi. Quando un fabbricante di prodotti di carta raggiunge un livello di 30.000 tonnellate l'anno, conviene prendere in considerazione l'idea di comprare un macchinario per i prodotti in carta, a condizione che riescano ad avere accesso ai finanziamenti. L'esempio migliore che mi viene in mente è la Turchia: circa 75 milioni di persone, un paese agricolo che si sta muovendo rapidamente verso l'industrializzazione. Una crescita fenomenale a doppia cifra. La bassa produzione di carta di circa 30 anni fa, oggi si è trasformata in un eccesso di capacità con un'esportazione enorme di bobine in Europa e nei Balcani, che ha creato quella che ritengo sia la prima tissue mill di proprietà di una catena di supermercati. Il livello di istruzione in Turchia è alto: buone università, persone intelligenti, coscienziose, che lavorano duro per il progresso e la qualità. Non c'era la cultura della carta ma è stata acquisita. Molti tecnici sono stati formati dai leader del mercato e poi strappati alla concorrenza.

 

I mercati emergenti hanno le potenzialità per lo sviluppo dei prodotti tissue ma ovviamente non è sempre una questione prioritaria per le autorità locali visto che le importazioni possono sostenere un'offerta ragionevole per un determinato lasso di tempo. I paesi più piccoli sono spesso utilizzati come discarica per cellulosa o perfino di prodotti considerato che il loro volume non avrà alcun impatto sui principali mercati, e così i margini sono di seconda importanza. Ricordo i supermercati a Mosca e San Pietroburgo nei primi anni '90 dove si potevano trovare molti prodotti americani a breve scadenza, lattine di birra, pasta, latticini, carta igienica, pannolini, ecc...

Il paese era in una situazione di grande necessità economica e gli imprenditori Russi stavano esplorando il mondo alla ricerca di affari da importare e l'immagine della qualità doveva arrivare dall'"Occidente".

 

La crisi dell'Euro ha reso molto più difficili gli investimenti considerato che il valore del denaro è crollato e ha reso le importazioni assai più costose. Le esportazioni stanno lentamente crescendo ma non abbastanza, ottenere del denaro in prestito sta diventando sempre più difficile e i tassi di interesse aumentano.Per i prossimi 2/3 anni un certo rallentamento è sicuro e probabilmente la maggior parte delle questioni nazionalistiche riemergerà: si tenderà ad acquistare francese, italiano, tedesco ma in realtà vorrà dire acquistare un made in France, in Italy, in Germany, e non un made in Asia! L'economia sta cercando di salvare posti di lavoro e anche pagare (leggermente) di più. La primavera araba potrebbe essere utile per la democrazia - solo la storia potrà dirlo - ma è stata piuttosto negativa in termini di consumo di prodotti in carta.

 

In alcune zone, a causa dell'insicurezza, il turismo è stato drammaticamente interrotto facendo crollare la fornitura AFH in paesi come la Tunisia e l'Egitto. Le persone si sono riversate in luoghi più sicuri quali Turchia, Grecia e Spagna e ci vorrà molto tempo affinché ritornino nonostante i prezzi allettanti attualmente offerti. Molti resort si sono svuotati e molti hotel hanno chiuso per mancanza di clienti. Una reputazione duramente costruita persa all'improvviso. Le persone sono state piuttosto timide nell'investire nella zona MENA (Mediterraneo e Nord Africa), e gli eventi recenti non aiutano anche se i bisogni e mercati ci sono.

 

Ma torniamo al nostro tema principale. Molti i cambiamenti: abbiamo parlato di SCA ma anche altri sono stati attivi. La Sofidel sta sistemando i propri investimenti mettendo le cose sotto controllo, l'ICT ha avviato una nuova fabbrica in Francia, la Lucart ha acquistato GP Italia con una fabbrica vicino Lucca e una nel sud ad Avigliano. La Wepa è occupata nella ristrutturazione di vecchie fabbriche Kartogroup in Italia cercando di mettere in pratica le sinergie a cui si sono affidati. La K-C ha venduto due stabilimenti in Spagna ma ciò fa parte della sua ristrutturazione mondiale annunciata nel 2010. La Metsa Tissue sta rafforzando i suoi investimenti in Polonia e alcun trasformatori stanno pensando di puntare sulle capacità dei prodotti tissue per essere meno dipendenti dalle bobine.

Il futuro a lungo termine sembra radioso a seconda di come l'Europa affronterà le crisi monetarie. Se avessi molti soldi investirei sicuramente nei mercati emergenti...

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