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Suminagashi: inchiostri fluttuanti

L’arte giapponese degli inchiostri fluttuanti, da gioco intellettuale a tecnica decorativa, da pratica di meditazione zen a terapia artistica per conoscere se stessi.

Luisa Canovi


L’arte del suminagashi nasce in Giappone poco dopo l’anno 1000 come tecnica per decorare la carta tramite l’inchiostro (sumi) che fluttua (nagashi) galleggiando sull’acqua. Le tracce dell’inchiostro formano disegni astratti che vengono poi impressi in un foglio di carta di riso appoggiato sull’acqua stessa. Il Giappone dell’anno 1000 viveva un periodo, chiamato Heian, di grande splendore artistico e fra le varie arti un’attenzione particolare meritava la calligrafia ad inchiostro che prenderà il nome di shodoo, la via della scrittura. La scrittura ad ideogrammi era infatti arrivata in Giappone intorno al 600 dopo Cristo dalla Cina insieme al Buddismo e al segreto della fabbricazione della carta e proprio dalla calligrafia nascerà l’arte del suminagashi.


GLI STRUMENTI DELLA CALLIGRAFIA, CHIAMATI I 4 TESORI, sono la pietra d’ardesia (suzuri) in cui si scioglie il bastoncino d’inchiostro (sumi) che viene raccolto dal pennello (hude) col quale si calligrafa sulla carta di riso (kami). Al termine di un lavoro di calligrafia ogni pittore-calligrafo (in Cina e in Giappone non c’è distinzione tra pittura e calligrafia essendo entrambe considerate arte) riordinava i propri 4 tesori e un giorno, un’artista un po’ più attento degli altri si accorse che il pennello lasciava tracce armoniose sull’acqua in cui era stato lavato.


NELLA CULTURA TRADIZIONALE GIAPPONESE, intessuta di mitologia sugli innumerevoli dei della religione shintoo, esiste una leggenda che racconta di come il suminagashi sia stato il dono di un dio agli uomini. Ma probabilmente furono la casualità e l’intuizione di un calligrafo a dar vita all’arte degli inchiostri fluttuanti.

Oltre ai classici 4 tesori per la nuova arte occorre anche una sostanza di contrasto per far sì che l’inchiostro galleggiante sull’acqua si espanda formando i tipici cerchi concentrici del suminagashi.


IL PROCEDIMENTO PER REALIZZARE UN DISEGNO SUMINAGASHI È SEMPLICE E RITUALE: si preparano tutti i materiali e gli strumenti d’uso, un recipiente basso e largo contenente l’acqua, una ciotolina con un po’ di liquido di contrasto (fiele di bue o trementina), due pennelli morbidi a punta, alcuni fogli di carta di riso, carta assorbente, la pietra e l’inchiostro.

Si comincia sciogliendo l’inchiostro sulla pietra inumidita con alcune gocce d’acqua e questo lavoro, lento e costante, predispone ad uno stato d’animo tranquillo che favorirà la riuscita del disegno. Concentrandosi sul proprio respiro si intingono un pennello nell’inchiostro e l’altro nel fiele di bue e con leggerissimi tocchi si punge la superficie dell’acqua sempre nello stesso punto alternando i due pennelli. L’inchiostro formerà così, in tempi estremamente rapidi, una serie di cerchi concentrici che si allargheranno fino ad occupare tutta la superficie disponibile. Il disegno sarà ogni volta diverso e imprevedibile per la vibrazioni trasmesse all’acqua dall’artista e la volontà cosciente dello stesso artista potrà influire solo in parte sul risultato.

Quando, ascoltando una sensazione interna l’artista sente che il disegno è completato, appoggia i pennelli, prende un foglio di carta e lo appoggia delicatamente fino a veder apparire, come in una magia, il disegno dell’inchiostro attraverso le fibre della carta.

Raccoglie il foglio e lo depone sulla carta assorbente per farlo asciugare. Prima di appoggiare il foglio sull’acqua, se l’artista ne sente la necessità, si possono creare effetti particolari soffiando sul disegno o creando dei vortici con uno spillo o tirando le tracce d’inchiostro con un filo o altro ancora, in tutti i casi ogni suminagashi sarà unico e irripetibile. I disegni, pur essendo astratti, hanno sempre un’attinenza visiva con gli elementi della natura: rocce, venature del legno, acque vorticose, cieli in tempesta, ramificazioni vegetali e così via.


NEI SECOLI IL SUMINAGASHI È STATO SIA UNA TECNICA DECORATIVA PER REALIZZARE CARTE E OGGETTI DI CARTA SIA SFONDO PER PITTURE, STAMPE E CALLIGRAFIE, inoltre pare che sia stato usato, proprio per la sua non riproducibilità, come base per documenti ufficiali.

Nella vita di intellettuale di corte giapponese vi si giocava anche come arte divinatoria interpretando destini felici o infelici fra gli armonici o tormentati segni dell’inchiostro.

In periodi più recenti, a seguito della diffusione dello Zen e delle tecniche artistiche quali il tiro con l’arco, la cerimonia del the, l’ikebana (disposizione dei fiori), la calligrafia usate come pratica di meditazione, anche il suminagashi trova un suo spazio come metodo per trovare la propria via interiore. Chiunque, grazie alla sua tecnica semplicissima può sperimentare il grande senso di gratificazione intellettuale ed estetica che l’inchiostro fluttuante regala. •


L’interpretazione del suminagashi

L’interpretazione dei disegni suminagashi offre un’indicazione sugli stati d’animo dell’autore del disegno stesso. L’assunto teorico che sottostà ai criteri interpretativi si basa sul fatto che l’essere umano è immerso in un campo di frequenze misurabili attraverso sofisticati strumenti messi a punto dalla fisica quantistica (squid) che rappresentano la qualità della sua vita biologica ed emotiva.

Il primo a “scoprire” questa dimensione è stato il pioniere della biologia molecolare Rupert Sheldrake che lo ha denominato campo morfogenetico di apprendimento.

In sintesi ogni volta che emettiamo un pensiero, un comportamento conseguente, un’emozione, diamo forma caratteristica alle nostre frequenze che a loro volta impattano sulle frequenze altrui interagendo ed influenzandosi reciprocamente. Questo impatto avviene anche sulla materia che in questo caso è costituita dall’acqua e dall’inchiostro.

Le nostre emozioni si impregnano sulla carta che assorbe la distribuzione dell’inchiostro nell’acqua.


Analisi di due disegni


Disegno A

C’è un legame simbiotico con la madre che si sviluppa intorno a un nucleo profondo di totale identificazione della visione materna, questo impedisce da un lato una visione autonoma del mondo maschile col quale non vi sono apparentemente legami di sorta. Anzi appare addirittura una conflittualità nei confronti del mondo maschile che spinge lontano il padre. La conseguenza sarà l’impossibilità di viversi un rapporto di coppia sereno ed equilibrato.


Disegno B

L’autore mostra una forte conflittualità nei confronti del padre che rende frammentaria la sua emotività. Tende ad avere un legame forte con la madre seppure critico e non del tutto pacifico.

La forte frammentazione del suo mondo interiore richiederebbe uno sforzo di elaborazione dei traumi emotivi vissuti che pur essendo antichi impediscono un’integrazione serena sul presente ed uno stato d’animo rilassato.


Anna Zanardi

Psicologa esperta in psicosomatica•

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