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Scenari di carta a tre dimensioni

Paesaggi, volti, personaggi, oggetti: con le sculture di carta,in particolare con i bassorilievi, è possibile creare veri e propri scenari dalle notevoli potenzialità e opportunità applicative come dimostrano le opere di alcuni tra gli artisti più famosi di "Paper-Sculpture".

Laura Badalucco


La scultura di carta è un'arte da noi poco conosciuta, ma che offre opportunità espressive incredibili.

Questo avviene nei mezzorilievi e nei bassorilievi, pensati per essere visti solo frontalmente, ancora più che nelle sculture a tutto tondo. In Inghilterra e soprattutto negli Stati Uniti quest'arte ha già da tempo acquisito un certo valore e le produzioni degli artisti di paper-sculpture compaiono sempre più spesso nelle pagine delle riviste o nei manifesti pubblicitari delle aziende.

Questa è infatti una delle caratteristiche principali della scultura in carta: quella di poter essere applicata agli attuali sistemi di comunicazione e di promozione d'immagine con risultati di estrema raffinatezza. La scultura di carta ha dunque due anime: quella artistica e quella commerciale. A fianco delle sculture di carta presentate nelle mostre si trovano infatti opere utilizzate come scenari o come illustrazioni nelle pubblicità. In altri casi quest'arte viene applicata nelle università di architettura e design statunitensi, inglesi, ma anche italiane per facilitare l'apprendimento della progettazione tridimensionale o come sistema di modellazione tridimensionale.

Mentre nei primi casi quello che interessa sono le potenzialità e le capacità espressive del materiale e le realizzazioni sono spesso complesse e laboriose, nel caso in cui le sculture di carta siano utilizzate a scopo didattico carta e cartoncino vengono utilizzati proprio perché materiali poco costosi e facili da maneggiare con i quali è possibile fare e rifare un modello senza spendere troppi soldi e tempo. Inoltre ogni scultura è derivata da un progetto preciso, studiato nei minimi particolari, con un'attenzione mirata a rendere la tridimensionalità utilizzando un materiale bidimensionale e ciò è molto utile per insegnare ai giovani a progettare.

Difatti per ottenere una scultura di carta, dalla più semplice alla più complessa, bastano carte e cartoncini di diversa grammatura, un taglierino, una colla, un po' di tecnica, tanta precisione e un'idea ben precisa. Così capita oggi di scoprire le sculture di carta non solo in mostre e libri sulle arti cartarie, ma anche nelle illustrazioni pubblicitarie, nei manifesti, nelle pubblicità televisive, nei depliants aziendali, nei calendari e persino sui francobolli, solo per citare alcune delle innumerevoli possibilità che questa tecnica fornisce. Ma come è nato tutto questo?


UN PO' DI STORIA. Si racconta che nel '700 la regina Anna d'Inghilterra si divertisse a costruire piccole navi utilizzando carta e taglierino. Certo è che proprio in questo secolo e proprio in Inghilterra l'arte di realizzare sculture con la carta ha assunto una chiara importanza. Ne sono testimonianza due bassorilievi rappresentanti un vascello realizzati in carta nel 1760 da Augustine Walker e presenti ancora oggi al National Maritime Museum di Greenwich in Inghilterra.

Dello stesso periodo sono anche i bassorilievi sempre in carta dell'olandese Van Omeringh che ha rappresentato interi paesaggi con velieri che rientrano in porto e con marinai ad attenderli sulla banchina. Questo autore è riuscito a riprendere attraverso la tecnica cartaria soggetti caratteristici della pittura del periodo. Anche le opere di Van Omeringh sono presenti al National Maritime Museum di Greenwich oltre a far parte della collezione della Art Gallery di Manchester, sempre in Inghilterra.

Nel secolo successivo la maggiore produzione e commercializzazione della carta ne ha permesso una diffusione più allargata. Proprio per questo la carta inizia ad essere utilizzata nell'800 per un numero notevole di applicazioni. I vetrinisti di Londra iniziano ad esempio a realizzare per le vetrine scenari di carta, sfruttando proprio la tecnica della papersculpture. L'uso della fotografia ha poi permesso di valorizzare questi lavori e di utilizzarli maggiormente a scopo promozionale. Le vetrine venivano infatti fotografate e presentate come pubblicità sulla carta stampata. Ecco così che all'inizio del '900 la tecnica di incidere, piegare, curvare e incollare la carta per ottenere volti, oggetti, personaggi e addirittura interi paesaggi inizia a presentare il suo valore artistico da un lato e commerciale dall'altro.


GIOCANDO CON I CHIAROSCURI. L'uso della tecnica fotografica ha fatto emergere con evidenza le potenzialità di quest'arte. Difatti solitamente i bassorilievi, molto usati nelle illustrazioni e nelle scenografie, riescono ad esprimere al massimo le proprie caratteristiche grazie al sapiente gioco di luci e ombre ottenuto dai fotografi. La sensazione di profondità dei bassorilievi è infatti derivata dalla combinazione di prospettiva e di chiaroscuri più che dallo spessore vero e proprio della composizione, il quale è di solito limitato a pochi centimetri.

Tra i primi scultori che hanno saputo sfruttare appieno le possibilità fornite dal rapporto tra scultura e fotografia vi sono gli inglesi Bruce Angrave e Arthur Sadler, due illustratori che hanno iniziato ad usare la carta come materiale di base per le proprie realizzazioni. Sadler è stato inoltre un sagace promotore della scultura di carta come tecnica adatta alla promozione commerciale grazie non solo alle sue opere, ma anche ai libri da lui scritti sull'argomento. Attualmente le sculture di carta e le loro fotografie sono molto apprezzate dai direttori creativi soprattutto negli Stati Uniti, in Canada, in Inghilterra e in alcuni paesi del nord Europa tanto che negli USA è nato un premio dedicato all'illustrazione tridimensionale: il "3-Dimensional Illustration Awards Show" nel quale vengono premiate le migliori realizzazioni a livello mondiale.


TECNICA E PRECISIONE. Per realizzare le sculture di carta, carte e cartoncini vengono tagliati, incisi, curvati, arrotolati, piegati e incollati tra loro. Il tipo, la grammatura e la texture superficiale dei fogli utilizzati acquistano una notevole importanza per determinare l'effetto finale della realizzazione. Molte tra le sculture più interessanti, come si può notare in queste pagine, sono realizzate esclusivamente con carte bianche con risultati di estrema raffinatezza. Soprattutto nel caso della carta bianca, ancora più se utilizzata nel bassorilievo, l'uso del contrasto di luci e ombre nella realizzazione delle fotografie è di fondamentale importanza.

La base di tutto è un progetto molto preciso, disegnato e provato prima di essere utilizzato per la realizzazione definitiva. I singoli particolari che compongono il soggetto vengono poi ricalcati o ridisegnati sul cartoncino e ritagliati utilizzando un cutter o, meglio ancora, un bisturi. Mentre le sculture a tutto tondo sono generalmente autoportanti perché basate su solidi geometrici semplici come coni e cilindri, i mezzorilievi e i bassorilievi necessitano di un supporto rigido, il piè delle volte costituito da un cartoncino molto spesso e compatto. Su di esso vengono poi montate, incollandole tra loro, le parti che compongono il soggetto agendo per livelli successivi fino ad ottenere lo spessore desiderato. L'uso e la scelta della colla sono anch'essi molto importanti. I pezzi vengono infatti incollati tra loro con il minor quantitativo di colla possibile, applicata con l'aiuto di bastoncini o di piccole spatole.

Per accrescere l'effetto di tridimensionalità, la superficie dei singoli pezzi viene trattata secondo tecniche che sono semplici, ma che opportunamente applicate riescono a ricreare effetti materici incredibili: dalla superficie venata del legno, alla delicatezza dei petali dei fiori, alla morbidezza dei capelli, dei piumaggi e delle pellicce. Tutto ciò viene ottenuto applicando con pazienza alcune tecniche di base sui singoli particolari non ancora incollati tra loro.

Oltre al taglio, essenziale in qualunque realizzazione, la prima fra tutte le tecniche di trattamento delle superfici è l'incisione superficiale, o mezzotaglio, che permette di incidere la superficie a monte del foglio e di piegarlo leggermente lungo una linea precisa, retta o curva che sia, e dare così tridimensionalità al cartoncino. L'altra tecnica usata più di frequente è l'arricciamento. In questo caso il foglio o una parte di esso viene arrotolato attorno ad un bastoncino, ad un ferro o alle dita fino a curvarlo. Con questo sistema si ottengono anche le leggere curvature dei bordi delle figure che acquistano così maggiore tridimensionalità.

Osservando da vicino e con molta attenzione le fotografie di queste pagine è possibile distinguere queste lavorazioni. Nel paesaggio campestre di Jonathan Milne, ad esempio, le foglie delle canne sono rese tridimensionali grazie al mezzotaglio e gli alberi o le nuvole con l'arricciatura dei bordi. Osservando le pietre del muretto in primo piano si scorge un'altra tecnica: lo stropicciamento, anch'esso molto usato soprattutto quando si utilizza la carta bianca. Per aumentare l'effetto a 3 dimensioni vengono poi usate carte colorate e decorate, come ad esempio le marmorizzate, oppure vengono dipinti dagli autori i pezzi che compongono i soggetti sfruttando il più delle volte le possibilità offerte dalle tecniche a spruzzo e dall'acquerello, come nel caso dell'uomo sulla neve di Johnna Bandle o dei personaggi di Sally Vitsky.


Gli artisti. In queste pagine sono presentate opere di alcuni tra i più conosciuti artisti della carta americani, ma non solo. Tutti gli artisti presenti in queste pagine hanno ottenuto il primo o il secondo premio negli scorsi anni al "3-Dimensional Illustration Awards Show". Ogni artista si caratterizza per l'uso di una tecnica, come ad esempio l'incisione, l'arricciatura o la curvatura, oppure per l'uso di tipologie di carta, dalle opere realizzate in carta solo bianca, a quelle multicolori, all'uso di carta dipinta per ottenere particolari effetti, alle carte e cartoni di recupero.

Il canadese Jonathan Milne, ad esempio, ha una preferenza per la carta bianca con la quale realizza paesaggi di estrema raffinatezza che sono stati utilizzati ad esempio dal New York Times, dalla IBM, da American Express, dalla New York University, dalla BBC e dall'italiana Banca Fideuram come illustrazioni, spot pubblicitari, copertine, manifesti fino ad essere richiesti dalle poste canadesi per una serie di francobolli.

L'americana Johnna Bandle ama invece accostare alla carta bianca le carte colorate e persino parti di fotografie come nel caso della pubblicità per la Fesilor of America. Tra le sue opere più interessanti vi sono le illustrazioni per un calendario nel quale ogni mese è rappresentato da un bassorilievo in carta di notevole effetto seppure non troppo complesso nella realizzazione. Suoi clienti sono, ad esempio, la 3M, la Delta Airlines, la Kimberly Clark e la Visa.

Il danese Soren Thaae utilizza invece quasi esclusivamente cartoncini colorati ruvidi che compone per ottenere soggetti nei quali deve essere facilmente leggibile il materiale di base. Sua è ad esempio l'immagine utilizzata per un manifesto da Duracell nella quale il semplice gioco dei colori rende in modo straordinario l'idea della penombra e di un fascio di luce. Tra i suoi clienti vi sono anche la Shell danese, la Baltica Insurance Company e l'Unicef.

Seppure realizzate anch'esse con cartoncini colorati, le creazioni di Leo Monahan sono di effetto molto diverso, dovuto in parte all'estrema complessità e all'alto numero di pezzi che compongono le sue opere. Basta osservare la genialità dello stormo di uccelli pensato per un poster della tedesca Technocell o ai manifesti per la Hammermill Paper per comprenderne la complessità. Il cartoncino colorato è spesso molto tagliato e dipinto per dare l'idea del piumaggio e questa caratteristica si ritrova in molte opere dello stesso autore. Le sue realizzazioni sono state utilizzate anche dalla AT&T, dalla CocaCola, dalla General Motors e dalla Helwett Packard.

Un caso diverso è quello di Eugene Hoffman che predilige per le sue opere i materiali cartacei di recupero. Ecco che da un tubo di cartone può nascere un'aragosta e da una scatola in cartoncino milleonde il bassorilievo di una fabbrica. Le sue opere sono particolarmente richieste dalle aziende private e pubbliche del Colorado.

L'americano Hal Lose ha creato bassorilievi di carta per, ad esempio, la Bell Atlantic, la Ciba Geigy, la Scott Paper Company o la Smith Kline Beecham, mentre Sally Vitsky ha realizzato, oltre alle copertine per la Walden Books, opere per Business Week, per la General Electric, per la IBM, per Newsweek e per il Reader's Digest specializzandosi in colorate illustrazioni per l'editoria.

Questi autori sono solo alcuni tra gli innumerevoli personaggi che hanno fatto della scultura di carta non solo la propria passione, ma anche il proprio lavoro. Le opere e il lavoro di questi autori sono ormai molto conosciuti sia negli Stati Uniti, sia nel nord Europa. La speranza è che un'arte come questa, dalle potenzialità espressive così adatte ai nostri mezzi di comunicazione, possa trovare anche da noi un adeguato spazio non solo a livello artistico o didattico e possa diventare il futuro lavoro di qualche giovane designer grafico.

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