La "Via della Carta" stavolta ci ha portato in Finlandia dove una cartiera storica - oggi museo - testimonia la vocazione di un intero paese alla produzione di questo materiale.
Testo e foto di Giorgio Perini
Verla è un tranquillo paesino della Finlandia, al centro di una regione importante per l'industria forestale, animato da una comunità di gente molto attiva. Tra i suoi abitanti, molti hanno lavorato per anni nell'antica cartiera per la produzione di cartone che proprio qui ha sede e dove, oggi, ha trovato naturale ostello un curatissimo museo dei metodi tradizionali di manifattura industriale della carta. Quando la vecchia cartiera era in attività, alcuni dipendenti avevano assunto un ruolo quasi insostituibile.
Come Maria Mattson, ad esempio: questa signora, che lavorava nel reparto di controllo della produzione ha pesato ad uno ad uno i fogli di cartone per più di cinquant'anni. Qualcuno dice che, prossima alla pensione, riuscisse a determinarne il peso al solo sguardo. Molti altri personaggi hanno tante vicende da raccontare: parlando con loro si intuisce quanto fosse importante quell'impiego come vero e proprio luogo di aggregazione, scambio di idee ed esperienze di vita.
LA FONDAZIONE DELLA CARTIERA RISALE ALL'ANNO 1872, purtroppo però a causa di un incendio, fu interamente distrutta quattro anni dopo. Nel 1882 fu ricostruita con la collaborazione di Gottlieb Kreidl, un esperto di carta e cartiere austriaco, che ne divenne anche il manager per i successivi 30 anni.
L'edificio della cartiera di Verla così come oggi è visibile, fu progettato dall'architetto Eduard Dippel. Le decorazioni esterne furono realizzate con i classici mattoni rossi caratteristici dell'architettura del nord Europa di fine ottocento ed anche la casa del manager fu costruita vicino alla cartiera nello stesso stile architettonico. La produzione annuale era di circa 2000 tonnellate: quantitativo che oggi fa sorridere, rappresentando si e no la produzione giornaliera di una cartiera moderna, ma di notevole rilevanza per quei tempi. La carta di cellulosa, fabbricata in diverse grammature e particolarmente raffinata, era destinata anche ai mercati della Russia e del Centro Europa. Inoltre una parte della produzione era riservata per il Nord America. I maggiori acquirenti erano fabbricanti di scatole e rilegatori di libri. In cartiera lavoravano circa 140 operai tra i quali una considerevole percentuale era riservata alle donne. Queste ultime, oltre ad occuparsi della produzione e il controllo di peso e purezza dei fogli di carta, erano anche impegnate nella faticosa operazione di stenditura e raccolta dei grandi fogli. Nel 1922 la cartiera di Verla fu acquisita da una nuova proprietà, la Kymmene Company (predecessore dell'attuale UPM-Kymmene Corporation) e dopo 42 anni, nel 1964, cessò definitivamente la produzione.
IL MUSEO DI OGGI È IDENTICO ALLA CARTIERA DI ALLORA. Tutto il processo iniziava dal fiume, a 200 metri dalla fabbrica. I tronchi di abete venivano recuperati e sollevati dal letto del fiume con una ruota, tirata da un cavallo, per essere immagazzinati per l'inverno. Lo stesso cavallo tirava il vagone con i tronchi fino alla fabbrica dove, tagliati in pezzi lunghi 50 centimetri, erano passati allo scortecciatore che toglieva le impurità rendendo così i fogli di cartone estremamente bianchi. In quei tempi non erano usati, come oggi, prodotti chimici per sbiancare le fibre. Al piano superiore c'erano gli sminuzzatori e due macchine defibratrici. Ognuna di queste aveva un suo operatore che inseriva continuamente all'interno di ogni macchina i piccoli tronchi. Ogni macchina sminuzzava da 15 a 17 metri cubi di legno al giorno traendo energia da una turbina idraulica e grandi ruote dentate, anch'esse costruite con il legno, per due motivi: potevano essere riparate con estrema facilità ed il rumore generato dal continuo movimento era fortemente attenuato. La pasta prodotta scivolava in un separatore dove erano eliminati i pezzi di legno piè grossi e, successivamente, passava ad un classificatore.
NELLA CARTIERA C'ERANO 8 MACCHINE PER LA PRODUZIONE DEL CARTONE. I classificatori filtravano ulteriormente la pasta ed il foglio si formava sul cilindro in due linee verticali ottenendo così la produzione di quattro fogli di dimensione 70 x 100 centimetri, in un unico passaggio. Raggiunto lo spessore desiderato, suonava un campanello e gli operai toglievano con un bastone di ginepro i fogli per posizionarli su di un tavolo. Ogni cinque centimetri di spessore veniva inserita una lamina di metallo o un foglio di compensato per evitare che i fogli si incollassero tra loro. I fogli accumulati erano poi messi su carrelli posti su rotaie e trasportati alle presse per eliminare l'acqua ancora presente. Estratti dalle presse ed ancora umidi, erano trasportati agli essiccatoi riscaldati bruciando le cortecce ed i residui della lavorazione, dove si raggiungeva una temperatura di circa 75 gradi. La completa asciugatura si otteneva solo dopo 4 giorni, poi i fogli venivano portati nelle calandre per essere pressati e lisciati.
Nel 1910 fu costruito un grande essiccatoio accanto alla cartiera, successivamente soprannominato "la villa". In questo spazio erano messi ad asciugare i fogli resi più sottili tramite semplici cilindri scaldati con vapore che, comprimendo la carta, la rendevano anche lucida. Dopo questo ultimo trattamento i fogli erano pronti per la pesa, un'accurata selezione operata quasi sempre da personale femminile, poi imballati in pacchi da 200 kg. e spediti alle loro destinazioni.
Per noi businessmen tecnologici, abituati a concepire imprese e stabilimenti produttivi finalizzati a rincorrere profitti miliardari e tonnellaggi giornalieri di dimensioni adeguate ai consumi, non è facile intuire quanto fosse lento e faticoso il processo di produzione della carta nei tempi passati. Questo aggiunge valore ed importanza al Museo Cartiera di Verla che può essere definito un "veicolo" per tramandare una testimonianza, a chi verrà, di quella cultura della carta della quale oggi, tutti noi, possiamo con soddisfazione affermare di essere debitori.
2° Watermark route seminar
Il secondo seminario relativo al progetto "The Watermark Route " si è tenuto il 15 giugno ad Helsinki - Finlandia. Dopo il primo meeting-studio che si è svolto nell'ottobre del 2000 a Barcellona-Spagna, questo secondo appuntamento ha avuto come tema principale il legno e da qui il leitmotiv del seminario: "From forest to paper". Questo nuovo incontro ha trattato molti argomenti sulla produzione della pasta di cellulosa prodotta dalla lavorazione del legno. Ovviamente sono stati affrontati temi che fanno parte di tutto il complesso panorama relativo alla forestazione, conservazione e sviluppo delle aree del Paese destinate a foresta.
Non dobbiamo dimenticare che in Finlandia la produzione della carta è al secondo posto nella produzione industriale del Paese e quindi si può ben dire che gli studi e gli interventi relativi alla conservazione delle foreste sono considerati argomenti primari e di estremo interesse culturale ma anche commerciale. Il seminario è stato ufficialmente inaugurato in uno splendido palazzo nel centro di Helsinki "House of the estates". Oltre a personalità della scienza e della cultura del Paese, hanno preso la parola i tre partner che fanno parte di questo progetto: la Sig.ra Victoria Rabal y Merola, Direttore del Museo della carta di Capellades-Spagna, il Sig. Eero Niinikoski, Direttore del Verla Mill Museum di Verla-Finlandia e la Sig.ra Sabine Schachtner, Direttore del Rheinisches Industriemuseum di Bergish Galdbach-Germania. Questo secondo seminario si è tenuto in due Musei della carta costruiti in Finlandia alla fine del 1800. Il primo giorno del seminario si è svolto parte nel Museo Industriale di Ankkapurha e parte presso la scuola di Agricoltura e Foreste nella cittadina di Anjaila, il secondo giorno nella città di Verla e presso il centro congressi dell'Hotel Vaakuna nella città di Kouvola.
Il Museo di Verla è stato inserito e riconosciuto dalla "Unesco World Heritage" patrimonio storico dell'umanità. All'interno del tema trattato in questo secondo seminario: "Dalla foresta alla carta-generazione dopo generazione" sono stati affrontati argomenti come lo sviluppo del periodo industriale in Finlandia, lo studio di tecniche di forestazione elaborate e programmate anche in altri Paesi del mondo, la ricerca della conservazione del patrimonio forestale che comprende circa i 2/3 dell'area dell'intero Paese. La Finlandia con i suoi 5.000.000 di abitanti è un Paese estremamente disabitato se pensiamo che la sua area è ampia 5 volte l'Italia. Il 75% di questa immensa area è coperta da foreste e la parte a nord del Paese, circa la metà dell'area totale è praticamente inutilizzabile dall'industria per le temperature polari che gelano letteralmente tutto durante gli inverni glaciali.
L'Industrial Museum di Ankkapurha, dove si è tenuta la prima parte del meeting, è gestito ed amministrato da una fondazione locale che gestisce anche un altro piccolo museo ed entrambe le strutture sono localizzate vicino alla Stora Enso Paper Mill. Il piccolo museo non è altro che l'antica casa del proprietario della cartiera di Ankkapurha dove all'interno vengono conservati ancora dal 1920 le allora attuali e moderne macchine per la gestione della parte contabile della cartiera.
La cartiera di Ankkapurha fu costruita nel febbraio 1872. I due edifici adiacenti che facevano parte della cartiera furono edificati vicino al fiume ed alle rapide della Kymi Valley. Nell'attuale linguaggio moderno Ankkapurha significa grandi rapide. Quindi l'utilizzo dell'energia idroelettrica in questa cartiera è stato straordinario. All'interno dell'edificio si possono vedere 4 enormi turbine e addirittura una completa attrezzatura da palombaro per le eventuali riparazioni delle attrezzature all'interno dello stesso fiume. La cartiera conteneva al suo interno 23 pile olandesi e 5 diverse macchine; con alcune si produceva cartone, con altre silk-paper o carta fine per sigarette, con altre ancora carta per quotidiani, carta da pacchi e carta da parati. Questa prima cartiera per la fabbricazione di cartone lavorò circa 81 anni. Le macchine si fermarono il 14 novembre 1978 ed iniziarono i lavori di restauro di tutti i macchinari presenti nella cartiera che sono ancora oggi situati nei locali originali di produzione.
Un'ulteriore testimonianza di grande interesse che questo Paese ha per la carta è la sua produzione.
Hanno partecipato al meeting oltre ai tre partners del progetto The Watermark Route: Ester Calbet della STOA-Spagna, Johannes Follmer del Papiermühle Museum-Germania, Mette Brolid del Handpapermill Lilla Gotafors-Svezia, Derek J. Priest del National Paper Museum-lnghilterra, Peter Ingram del The Apsley Paper Trail Inghilterra, John Watson del Paper e Print Focus-lnghilterra, Hilary Fyson del Dacorum Borough Council- Inghilterra, Mark Watson del Historic Scotland-lnghilterra, Luciano Antonini e Giorgio Pellegrini del Museo della Carta e della Filigrana-Fabriano-ltalia, Maria Jose Santos del Paper Museum di Terra de Santa Maria-Portogallo. Inoltre rappresentanti del: Finish Forest Museum di Lusto-Finalandia, Provincial Museum di Kymenlaasko, The Southwest Finland Regional Environment Centre, The Kouvola Region Federation of Municipalities, the town of Anjalakoski, the Ankkapurha Industrial Museum, the Verla Mill Museum and Stora Enso Corporation.
Perini Journal