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Sostenibilità e responsabilità sociali nell'impegno di K-C Australia

Perini Journal ha recentemente incontrato Kimberly-Clark Australia per parlare delle prospettive aziendali su Sostenibilità e CSR (Corporate Social responsibility -Responsabilità Sociale delle Imprese) e il modo graduale in cui sta affrontando tali questioni.

Perini Journal

"Qui in Kimberly-Clark Australia," dice Ross Hearne, General Manager, Corporate Services, "abbiamo molte belle storie da raccontare sui nostri successi nell'ambito della sostenibilità e della Corporate Social Responsibility (responsabilità sociale d'azienda). Per esempio, nel 2008 il 97% di tutti gli scarti di produzione delle nostre attività è stato riciclato, il che significa che soltanto il 3% è stato conferito in discarica. Questo rappresenta una diminuzione rispetto al 6% del 2003. Sempre in questo ambito, continuiamo a diminuire l'utilizzo di acqua e le emissioni di scarico anno dopo anno, mentre l'87% della fibra utilizzata nei nostri stabilimenti proviene da foreste controllate e certificate. Se andiamo ancora più indietro nel tempo, siamo stati pionieri del processo di sbiancamento TCF (Totally Chlorine Free, cioè completamento privo di cloro), utilizzando un metodo di sbiancamento a base di ossigeno fin dal 1989, e dal 1992 tutta la pasta di cellulosa prodotta presso il nostro stabilimento di pasta di Tantanoola è TCF."

"Per quanto riguarda i nostri prodotti, siamo anche estremamente sensibili alla necessità di ridurre il consumo di materie prime. Per gli imballaggi, negli ultimi anni abbiamo diminuito il calibro delle pellicole di plastica del 25% e le scatole utilizzate per i fazzolettini Kleenex sono costituite in genere di fibra riciclata al 95%. Abbiamo anche ricevuto numerosi premi per le nostre innovative soluzioni di gestione dei rifiuti da imballaggi. Abbiamo quindi molto da dire e di cui essere fieri a questo proposito," continua Hearne, "ma fino a un paio di anni fa non lo facevamo in modo del tutto pubblico o sistematico."

 

PERCHÉ NON PARLARNE? Ora però K-CA ha ottenuto un profilo assai più alto sulla Sostenibilità e la CSR. "Circa cinque anni fa," spiega Hearne, "abbiamo cominciato a parlare più diffusamente circa le problematiche della CSR e dei progressi compiuti da K-CA . Più o meno in quel periodo, mi trovavo a un convegno, dove mi capitò di parlare con una ex leader di Greenpeace qui in Australia. Le parlai di alcuni di questi successi e lei mi disse: ‘Non sapevo tutte queste cose. Perché non ne parlate di più pubblicamente?' Ci siamo resi conto che parlare più pubblicamente di quello che stavamo facendo e portare allo scoperto i fatti avrebbe effettivamente avuto un senso. Riteniamo che averlo fatto sia stato molto vantaggioso."

Tra i risultati più visibili di queste iniziative c'è il Sustainability Report annuale K-CA, che riferisce in dettaglio gli obiettivi e i progressi compiuti in diversi settori dell'ambito generale della Corporate Social Responsibility, tra cui l'ambiente, la governance, la comunità, le risorse umane, la sicurezza e i consumatori.

Mark Wynne, amministratore delegato di Kimberly-Clark Australia, concorda sul fatto che il Sustainability Report abbia apportato dei benefici, dicendo che è stato un fattore molto positivo nelle relazioni con le autorità australiane. "Da quando abbiamo iniziato a far uscire il nostro Walking the Talk Sustainability e CSR Report, è cresciuta la nostra credibilità tra le autorità di regolamentazione. Non documentiamo soltanto i successi, ma anche i campi in cui abbiamo necessità di migliorare. Loro riconoscono che ci comportiamo in modo aperto, trasparente e reale, e ci stimano per questo."

"Inoltre, assicurandoci che il nostro staff sia perfettamente a conoscenza dei nostri record, abbiamo 1.500 testimonial in grado anch'essi di raccontare la nostra storia. E' quello che chiamiamo ‘barbecue talk'. Mettiamo lo staff a conoscenza delle cose positive che facciamo in modo che loro possano raccontare i fatti ed essere orgogliosi di K-C quando parlano in modo informale con i propri amici e familiari. Questo è anche un ottimo modo per assumere o trattenere le persone migliori dell'azienda. Altrettanto importanti sono le comunicazioni esterne con i clienti e i consumatori, oltre che con i governi, le ONG, gli investitori e gli altri azionisti, in modo che questi siano ben informati di tutti gli sforzi che compiamo per la protezione dell'ambiente e delle persone."

 

LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO. In questo ambito, in genere non ci si aspetterebbe che un Sustainability Report aziendale includa fatti come le statistiche prestazionali di sicurezza relative ai dipendenti. Ma Kimberly-Clark Australia (K-CA) vede le cose da una prospettiva più ampia rispetto alla maggior parte delle altre aziende.

"Siamo convinti", spiega Wynne, "che la Sostenibilità e la Corporate Social Responsibility, anche se riguardano ovviamente argomenti come l'ambiente, il clima e la comunità locale, vadano oltre e includano anche la sicurezza e il benessere dei nostri dipendenti. La sicurezza non è soltanto una seria preoccupazione per Kimberly-Clark, ma è una vera e propria ossessione. E' il primo punto di ogni nostro rapporto interno, prima degli utili e prima della produzione. E questo non riguarda soltanto le tradizionali pratiche di sicurezza del reparto produzione, ma anche cose come corsi di guida sicuri per i nostri agenti di commercio, che trascorrono gran parte del tempo a spostarsi in macchina per andare dai clienti. Un requisito fondamentale della sostenibilità è la sicurezza e la salute dei lavoratori. Loro devono tornare a casa ogni giorno nelle stesse condizioni in cui sono arrivati."

 

87% DI FIBRA DA FORESTE CERTIFICATE. Una questione chiave in Australia, come in altre parti del mondo, è l'attenzione al fatto che la fibra di legno provenga da alberi di foreste gestite in modo sostenibile, utilizzando programmi come FSC e PEFC.

Kimberly-Clark ha una posizione molto chiara sull'approvvigionamento di fibre esclusivamente da foreste gestite in modo sostenibile, e nel 2008 l'87% del legno e della fibra della filiale australiana era certificato. Ci sono tuttavia alcuni casi in Australia in cui il processo di certificazione semplicemente non è pratico o non è economicamente accessibile per i piccoli produttori di legname.

"Per esempio," commenta Wynne, "vicino al nostro stabilimento di pasta di cellulosa a Tantanoola, nell'Australia del Sud, ci sono alcuni piccolissimi produttori di legname che non possono permettersi il processo di certificazione. E allora che facciamo, diciamo a quel tipo che vive vicino alla cartiera, ci scusi ma non possiamo usare i suoi alberi? O mandiamo invece una guardia forestale/auditor esperto K-C a svolgere una valutazione per verificare, sulla base del suo giudizio professionale, se queste piccole riserve siano sostenibili? Noi preferiamo fare in questo modo, a condizione di verificare che queste foreste siano effettivamente sostenibili, in modo che l'azienda locale possa vendere i propri alberi senza assumersi gli elevati costi del processo di certificazione e noi possiamo approvvigionarci di alberi in un posto vicino al luogo in cui verranno utilizzati."

 

POSSIBILI EFFETTI INVERSI DELLA TASSA PER LA RIDUZIONE DEL CARBONIO

Una cosa su cui K-CA è molto scettica è il programma di scambio del carbonio che è in corso di valutazione presso il governo australiano. Wynne dice che, a meno che i paesi concorrenti della regione non aderiscano anch'essi alla riduzione delle emissioni, il costo dell'acquisto dei permessi di emissione di carbonio ridurrà drasticamente i margini di profitto dell'attività del tissue in Australia e renderà meno competitiva la produzione australiana. Anche se lo scopo dichiarato è ovviamente quello di diminuire le emissioni di anidride carbonica, il programma potrebbe avere l'effetto esattamente opposto, dice, se provocasse una riduzione della produzione australiana e aprisse le porte ai produttori di altri paesi in cui le normative sono magari meno severe.

"Il risultato," afferma Wynne, "potrebbe essere un aumento delle emissioni di anidride carbonica dovuto sia alla produzione che al trasporto. Il governo sta ovviamente cercando di bilanciare il desiderio politico di ridurre le emissioni di carbonio, che noi comprendiamo e appoggiamo, con la realtà commerciale che comporterebbe danni all'occupazione e alla concorrenza in Australia. Si tratta di un dilemma non soltanto per noi, ma per tutti i settori, e la sfida sta nella rapidità del cambiamento. Un'altra nostra preoccupazione è che se un governo ci chiede di fare una cosa e noi spendiamo, diciamo, 100 milioni di dollari per adeguarci, il governo successivo adotterà poi un approccio diverso? E' una cosa che ci preoccupa un po'."

 

LA CONFUSIONE DELLE ETICHETTE SUL CARBONIO. Mettendoci dall'altra parte della palizzata, K-CA pensa che le etichette sul carbonio per i prodotti tissue arriveranno in Australia? "Non credo che succederà per ancora molto tempo, per il semplice motivo che è così difficile eseguire calcoli corretti. Quasi tutti i calcoli che si fanno sulle emissioni di carbonio sono suscettibili di interpretazioni e controversie. Quindi, se si cerca di etichettare un prodotto di consumo, o è così semplice da diventare inutile, oppure è così complicato che nessuno ci capisce niente. Non penso che le etichette sul carbonio per il tissue saranno adottate in tempi brevi," dice Wynne.

 

IL PROGETTO "DESIGN FOR ENVIRONMENT APPROACH". Per aumentare ulteriormente i propri progressi nel settore ambientale, K-CA sta impegnandosi sempre più a fondo, dalla semplice bonifica del processo produttivo, che è una reazione a posteriori, fino ad azioni più progressiste in cui un processo o un prodotto sono progettati tenendo conto fin dall'inizio dei relativi effetti ambientali. Questo è il cosiddetto Design for Environment Approach e Hearne afferma che l'azienda sta lavorando con questa filosofia, sia in Australia che presso la sede aziendale K-C negli Stati Uniti.

Per quanto riguarda la terminologia, Sustainability o CSR, Hearne dice che "il termine Corporate Social Responsibility o CSR è quello che usavamo inizialmente qui in Australia, ma poi, quando la nostra casa madre negli Stati Uniti ha deciso di utilizzare il termine Sostenibilità, noi abbiamo deciso di mantenere un approccio coerente. Immagino che sia soltanto una questione di definizioni, ma in realtà si tratta più o meno della stessa cosa. Comunque la si chiami, il punto principale è che non si deve togliere più di quello che si mette."

"Il fatto è che la sostenibilità è sensata da un punto di vista economico, e Kimberly-Clark è da decenni un'azienda con una forte sensibilità ambientale. Negli anni, abbiamo risparmiato centinaia di milioni di dollari riducendo gli scarti delle nostre attività e riciclando tonnellate e tonnellate di pasta di cellulosa, plastica e imballaggi."

Sempre a questo proposito, l'amministratore delegato Mark Wynne vede numerosi motivi per essere progressisti sulle questioni di sostenibilità. "Prima di tutto, fa bene all'ambiente. Su questo non si può discutere. Ma ci sono anche tanti altri vantaggi di cui siamo consapevoli. Se abbiamo una buona immagine come azienda, questo si traduce in un valore per il marchio. I consumatori sentono di fare una buona azione se comprano da un'azienda che ritengono faccia le cose per bene. Ovviamente, come tutti noi abbiamo visto, la realtà nuda e cruda è che il cliente non è generalmente disposto a pagare un prezzo molto più alto per un prodotto che sia superiore da un punto di vista ambientale, ma, quando il cliente confronta due articoli simili, quello che ha una migliore immagine ambientale ne è avvantaggiata."

"Vogliamo inoltre essere aperti e trasparenti con i rivenditori australiani, che vogliono la garanzia che i prodotti che forniscono abbiano un solido profilo di sostenibilità. Vogliamo inoltre che le comunità dei luoghi in cui svolgiamo la nostra attività siano sicure del fatto che noi siamo bravi ‘cittadini' aziendali che si prendono cura delle risorse di tutti."

 

VANTAGGIO COMPETITIVO. "Oltre a tutto questo, riteniamo che una cultura aziendale basata sulla sostenibilità possa offrirci un vantaggio competitivo. Questi sono tempi stimolanti, in cui i vincitori si distinguono dai perdenti in modo molto più rapido che in passato. La sostenibilità può anche darci un vantaggio rispetto alla concorrenza perché non può essere copiata. Si radica nel nostro staff e nei nostri colleghi da anni, entrando quindi a far parte della cultura aziendale, costruita su fondamenta molto solide."

"Mi ricordo la storia di molti anni fa dei dirigenti della General Motors che chiesero di vedere una fabbrica concorrente della Toyota. Con loro grande sorpresa, gli dettero il benvenuto e gli fecero vedere qualsiasi cosa.

Alla fine della visita, chiesero all'azienda che li aveva ricevuti: ‘Ma così non ci avete rivelato tutti i vostri segreti?' La Toyota rispose: ‘Assolutamente no. La chiave del nostro successo è la nostra cultura, non le nostre attrezzature, e voi non potete copiare quello che non potete vedere.'"•

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