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Il Jazz, Lucca e Chet Baker

Se molti conoscono Lucca per i suoi musicisti classici più famosi, da Boccherini a Catalani fino a Puccini, indiscusso Maestro del melodramma, forse, però non tutti sanno che tra le Mura della città si nasconde un'anima e un cuore che battono al ritmo del Jazz fin dagli anni '50.

Lucia Maffei

Siamo nel 1947, appena due anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando a Lucca nasce l'Hot Club Lucca, un circolo che aveva per statuto lo scopo "di favorire e promuovere la conoscenza del jazz nella città". L'attività di questi giovani musicisti che, dopo gli anni della clandestinità vissuti durante il periodo fascista, sono finalmente liberi di eseguire e trasmettere per radio le sonorità di quella nuova, incredibile, musica arrivata dall'America, fa si che in pochi anni i lucchesi appassionati di jazz si moltiplichino.

E proprio da queste nuove leve lucchesi nascerà uno dei gruppi jazz italiani più importanti, il Quartetto di Lucca. I componenti del gruppo, Giovanni Tommaso al contrabbasso, suo fratello Vito al pianoforte, Antonello Vannucchi al vibrafono e Giampiero Giusti alla batteria, tutti lucchesi purosangue, si ritrovavano a suonare in una cantina in Piazza San Giovanni, a pochi passi dal Duomo della città. Ed in quella buia cantina lucchese inizia una delle avventure musicali che costituiscono, ancora oggi, la base della scuola jazzistica italiana.

Del resto Lucca, assieme alla vicina Versilia, era, alla fine di quei mitici anni Cinquanta, uno dei luoghi cult della nuova musica. Alla Bussola, resa tempio internazionale dal patron Sergio Bernadini, si ascoltavano le voci e la musica dei più famosi artisti italiani e stranieri di quegli anni, non solo il "Trio Carosone", Fred Buongusto, Buscaglione, Adriano Celentano, Luigi Tenco, Patty Pravo, Fabrizio De Andrè, Mina, tutti nomi fondamentali per la musica moderna italiana, ma anche Juliette Greco, Josephine Baker, Ella Fitzgerald, Ginger Rogers e Marlene Dietrich. Sergio Bernardini infatti ebbe la grandissima dote di miscelare la nuova canzone italiana con la musica colta aggiungendo, a volte un filo di trasgressione. Verso la fine degli anni Cinquanta grazie a questo clima di grande vivacità culturale e musicale, molti jazzisti statunitensi, arrivati in Italia durante le loro tournée europee, non si limitavano ad esibirsi nei jazz club delle grandi città ma decidevano di suonare anche in Toscana.

 

TRA LORO UN GIOVANE TROMBETTISTA DALLA FACCIA D'ANGELO MA DALLA VITA PIUTTOSTO TURBOLENTA, CHET BAKER. Baker arrivò per la prima volta a Firenze nel 1956 e, negli anni successivi tornò spesso in Toscana, dove strinse una forte amicizia con Giampiero Giusti, batterista del Quartetto di Lucca. Da li cominciò un'avventura musicale e umana che vide il trombettista americano ed il quartetto lucchese, nel 1958, andare assieme in tournée in tutta Italia. Chet Baker fu sempre molto legato a Lucca ed alla Versilia dove, proprio Sergio Bernardini, lo volle spesso in concerto non solo alla Bussola ma anche al Bussolotto, un piccolo locale, una sorta di after hours, dove i nottambuli tiravano tardi al suono di fantastiche jam session.

A Lucca Chet era ospite fisso all'Hotel Universo, camera n. 15 dove, seduto sul davanzale spesso suonava la tromba. La camera 15, ancora oggi richiestissima dai fans affaccia sulla piazza del Teatro Comunale dove Chet si era più volte esibito in concerto. Ma forse per lui il più emozionante dei concerti al Teatro del Giglio fu quello del 15 dicembre del 1961 organizzato a sorpresa dagli amici jazzisti Giovanni Tommaso, Franco Mondini, Antonello Vannucchi e Amedeo Tommasi in suo onore il giorno in cui uscì, dopo oltre un anno di detenzione, dal carcere lucchese di via San Giorgio. Un anno prima, la notte del 31 luglio del '60, Chet, da sempre legato al consumo di droghe, era crollato per un'overdose di eroina in una toilette di una stazione di servizio alla periferia di Lucca. Una ventina di giorni dopo è tratto in arresto e rinviato a giudizio. Il processo, che si tiene a Lucca, farà scalpore e sarà seguitissimo dalle cronache dei giornali italiani e stranieri. A difenderlo un avvocato lucchese, Mario Frezza, che riesce a far scendere la condanna dai sette anni richiesti dal pubblico ministero fiorentino a meno di due. Alla fine infatti Chet sarà condannato alla pena di "soli" sedici mesi che sconterà appunto a Lucca, nel carcere della città. In quei mesi Chet comporrà moltissimo e si racconta che sulle mura della città, addossate alle carceri, salissero gruppi di appassionati per ascoltare le note della sua tromba che provenivano dall'interno della prigione.

 

OGGI, DOPO COSÌ TANTI ANNI, IL JAZZ A LUCCA È ANCORA PRESENTE come una costante nota ritmica e musicale che, nel corso dell'anno, crea occasioni e appuntamenti che richiamano moltissimi appassionati. Il Circolo del Jazz, diretto discendente dello storico Hot Club Lucca, organizza ogni anno Lucca Jazz Donna un festival interamente ed esclusivamente dedicato alla figura femminile che ha portato alcune tra le più grandi stelle del panorama jazzistico ad esibirsi nella città toscana. È stata lanciata sul suo palco, quando era un astro nascente, la batterista Kim Thompson. Nel 2006 è stata ospite Ruth Young, ultima compagna di Chet Baker, per anni assente dalla scena musicale. Sono state anche ospiti del Festival Nicky Nicolai, la sassofonista americana Lisa Pollard, che è stata elemento stabile dell'orchestra di Duke Ellington, MaiaClaire e Joy Garrison, figlie di Jimmy Garrison. E nell'edizione dello scorso anno ha entusiasmato il publico la voce di Roberta Gambarini, considerata l'erede di Ella Fitzgerald, cantante italiana molto conosciuta e apprezzata soprattutto negli Stati Uniti. Quest'anno anche l'Albergo Universo ospiterà, in autunno, nelle sue storiche sale una rassegna di gruppi jazz provenienti da tutta Italia per rendere omaggio appunto a Chet Baker. Ed infine non si può non ricordare che a Barga, a pochi chilometri da Lucca si tiene Barga Jazz Festival arrivato, quest'anno, alla sua ventiduesima edizione, e, da sempre, punto di incontro tra appassionati e grandi strumentisti del panorama internazionale. Tutto questo a conferma di quella passione e di quell'amore per la musica Jazz che a Lucca dura, ininterrottamente, da oltre sessanta anni.

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