Dal 24 al 26 aprile 2002 so è tenuta l'ultima edizione dell'Asian Paper, la fiera che ogni due anni richiama a Singapore l'industria cartaria internazionale.
258 le aziende espositrici, 4205 i visitatori, 3 i cicli di conferenze: due prettamente tecniche, la CMM Asia Technical Conference, ed una il Senior Management Symposium, dedicata agli aspetti economici e di mercato del pulp&paper asiatico. Durante il simposio, la Cina si è rivelata ancora una volta grande protagonista e catalizzatore degli interessi degli addetti ai lavori.
Cristina Bernardini
L'industria della carta guarda sempre più ad est, non è certo un mistero. La stagnazione della domanda di carte e cartoni nei mercati occidentali e la relativa sovrapproduzione ha spostato da alcuni anni l'attenzione sui paesi emergenti dell'estremo oriente. L'Asia nel suo insieme, con una domanda totale di circa 104 milioni di tonnellate ed una capacità produttiva ormai attorno ai 91 milioni di tonnellate, dà luogo oggi a circa un terzo dei consumi e della produzione cartacea mondiale, esattamente come Nord America ed Europa. Dal 1985 al 2001, escluso il funesto biennio '97'98, il tasso medio annuale di crescita della domanda asiatica è stato del 6%, contro una media annuale mondiale del 3%. Paese trainante: la Cina, terra promessa per chiunque si occupi di carta ed affini.
Il fattore demografico gioca un ruolo fondamentale in tutti i paesi emergenti ma in Cina, a differenza ad esempio dell'India, è accompagnato da una crescita costante del prodotto interno lordo. Ripartendo il PIL cinese sulla popolazione si vede che se nel 1990 il valore pro-capite era di 339 dollari, oggi è di oltre 853 dollari, con un tasso medio di crescita annuale di oltre il 10%. Ciò si traduce in un'aspettativa di sviluppo dei consumi cartacei nazionali che per il prossimo triennio promette un +7,9% all'anno.
Non stupisce quindi che la maggior parte delle conferenze ascoltate durante il Management Tissue Symposium dell'Asian Paper di Singapore fossero dedicate alla Repubblica Popolare, alla sua prossima entrata nel WT0 ed alle prospettive che si aprono per le imprese straniere.
Negli anni '90 i maggiori investimenti esteri in Cina sono stati realizzati dai gruppi indonesiani ApriI ed APP, quest'ultima al centro di una complessa vicenda finanziaria che da due anni occupa le cronache economiche, ma che non le impedisce di annunciare nuovi piani di investimento. Gli altri colossi mondiali come Stora Enso o Norske Skog, per citarne alcuni, hanno preferito la via più cauta, ed assai gradita al governo cinese, delle Joint Ventures con aziende locali a controllo statale; strada grazie alla quale il capitale occidentale contribuisce a modernizzare impianti governativi con tecnologia allo stato dell'arte e ad introdurre il know-how tecnico necessario a competere a livello internazionale. Da parte sua il governo cinese facilita l'accesso al credito delle aziende cinesi che investono in tecnologia, sostiene con l'emissione di buoni del tesoro i bassi interessi sui prestiti, promuove o supporta vasti programmi di forestizzazione ed industrializzazione nei distretti ad economia speciale e promette un ulteriore ribasso dei dazi sull'importazione delle materie prime.
LE MATERIE PRIME SONO LA NOTA DOLENTE PER LO SVILUPPO DELL'INDUSTRIA DELLA CARTA IN CINA. I piani di forestizzazione e i progetti per la realizzazione di nuove piantagioni nel sud del paese hanno tempi di realizzazione medio-lunghi, per cui i dazi sull'entrata nel paese dei legnami e delle fibre di recupero sono un punto cruciale nell'approvvigionamento di più corto periodo. Al momento le tasse sull'importazione incidono in misura minimale sulle materie prime (legname e carta straccia) e dell'1% sulla cellulosa, mentre - a protezione dell'industria nazionale - gravano in percentuale variabile tra il 5 ed il 10% sulle carte e cartoni finiti e del 16% sulla carta da comunicazione e copia. Il ricorso alle fibre di recupero cresce costantemente; nel 2001 la Cina ha utilizzato oltre 13 milioni di tonnellate di carta straccia e le importazioni hanno segnato un +72% rispetto all'anno precedente. In costante crescita l'utilizzo di fibre non derivate dal legno di varia natura: fieno, bambù, canapa o gli scarti della lavorazione del riso o della canna da zucchero. I risultati in termini qualitativi sono spesso sorprendenti ma la trasformazione di questi materiali alternativi in fibre adatte alla produzione cartacea solleva più di una perplessità sull'impatto ambientale dei processi e delle sostanze chimiche coinvolte.
Tra i programmi di imboschimento suscita grande interesse il progetto pilota di una nuova piantagione di eucalipto che il gruppo giapponese Oji sta realizzando nella regione dello Guangxi. A Singapore il General Manager di Oji, Takeo Inoue, ha presentato i piani di sviluppo di questo gigante nipponico che, con una produzione annua di oltre 7 milioni di tonnellate, è il n.8 nella top 10 dei produttori mondiali di pulp&paper. Oji ha annunciato un piano di investimento per i prossimi dieci anni per oltre un miliardo e mezzo di dollari rivolto ad acquistare nuove capacità produttive fuori dal Giappone ed a diventare una realtà pan-asiatica.
Mete principali dei piani di espansione: Cina e Tailandia, ma anche Vietnam ed Indonesia se si creeranno i necessari presupposti di stabilità politica. Obiettivi: produrre fuori dal Giappone le carte di più largo consumo sulle quali i costi di produzione incidono maggiormente e mantenere in patria la produzione delle carte più sofisticate ed ad alto contenuto tecnologico.
ED IL TISSUE? A Singapore non si è parlato molto di carta tissue. Questo settore industriale ad oggi non sembra aver risentito della crisi che ha colpito il resto dell'industria cartaria a livello mondiale e forse qui gli interrogativi riguardo al futuro sembrano meno pressanti. Tuttavia ci piacerebbe che nella prossima edizione dell'Asian Paper venisse dato maggior spazio al tissue all'interno del ciclo di conferenze.
Ad oggi l'Asia nel suo insieme dà luogo a poco meno di un quarto della produzione mondiale; ad eccezione del Giappone la domanda cresce stabilmente un po' ovunque, anche se non sempre col ritmo sperato. I progetti di espansione della capacità produttiva riguardano soprattutto la Cina, mentre nelle altre aree non si segnalano significativi investimenti dopo la corsa all'ampliamento della produzione realizzata alla fine degli anni '90. Cresce l'interesse verso il Vietnam in cui la recente messa in funzione di due nuove continue lascia intravedere potenzialità di crescita dei consumi. Niente da segnalare riguardo all'India, paese in cui la situazione economica e sociale non dà grandi speranze riguardo allo sviluppo della domanda.
ANCHE NEL TISSUE, DUNQUE, È LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE LA GRANDE PROTAGONISTA. La Cina ha cinque anni per adeguare le proprie strutture ed infrastrutture ai parametri richiesti dall'Organizzazione Internazionale per il Commercio ed aprirsi al mercato internazionale. In questo periodo a giocarsi la partita saranno le imprese nazionali o comunque cinesi (Taiwan in testa), i gruppi pan-asiatici o le grandi multinazionali d'oltre mare? Per i fornitori di macchinari e tecnologia la partita è aperta su tutti i fronti. La tecnologia richiesta da questo mercato è ormai in ogni caso allineata agli standard qualitativi internazionali e sarà probabilmente la capacità di garantire in loco servizi, assistenza e know-how a far spostare l'ago della bilancia. Per questo motivo la Perini ha deciso di rafforzare ulteriormente la propria presenza in Cina e di unirsi alle altre aziende del gruppo Körber per la creazione della Körber Engineering Shanghai Co. Ltd. con sede nella Free Trade Zone di Waigaoqiao, alle porte di Shanghai.
Nasce la Körber Engineering Shanghai
Nella Körber Engineering trovano spazio le tre divisioni del gruppo Körber: Körber PaperLink, tecnologia della carta e del tissue, Hauni, tecnologia per la lavorazione del tabacco e Schleifring, macchine utensili. Nata dalla volontà di fornire al mercato cinese tutte le risorse necessarie a sviluppare i settori di riferimento, la nuova realtà conta su un team di 35 persone e su uno spazio complessivo di 3240 metri quadrati per assicurare:
-Consulenza tecnica
-Servizi di assistenza 24 ore su 24
-Magazzino ricambi
-Fatturazione in valuta locale
-Assemblaggio dei macchinari
-Spazio per dimostrazione macchinari e test di prodotto
-Training e corsi specializzati
La Fabio Perini China, operativa nella nuova sede da maggio, sta programmando un open house per il mese di novembre, mese in cui Shanghai ospiterà la prossima edizione della China Paper, la più importante fiera cinese dedicata all'industria della carta.
Nel corso dell'open house verrà dimostrata una linea di trasformazione per rotoli igienici, completa di sezione packaging Casmatic, assemblata in Cina.
Per maggiori informazioni contattare:
Körber Engineering Shanghai Co. Ltd.
Section C, Building 41#, 418 Hua Jing Road
Shanghai Waigaoqiao Free Trade Zone
Shanghai- P.R. China
Postcode 200131
Tel. (++86) 21 50462933 - Fax (++86) 21 5046 2303
E-mail: fpclsro@shcn.kpl.net
Web site: www.perinichina.com