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Andar per ville...

Un itinerari tra le colline lucchesi alla scoperta delle ville antiche

Lucia Maffei, foto di Giuliano Sargentini


"Sulle colline ben coltivate, che circondano da ogni lato la fertile pianura lucchese, sono sparse, tra vigne ed oliveti, le amene ville delle famiglie patrizie" e ancora oggi seguendo il racconto, scritto intorno al 1730 da un viaggiatore tedesco, Georg Christoph Martini, possiamo ritrovare un suggestivo itinerario che ci conduce alla scoperta di alcune delle più imponenti e maestose ville lucchesi.

A partire, infatti, già dalla metà del '500 i ricchi mercanti lucchesi, che gestivano traffici commerciali in tutte le maggiori piazze europee, decidono di investire una cospicua parte delle loro ricchezze in investimenti fondiari. Da quel momento, sulle pendici delle colline Lucchesi sorgeranno splendide ville, circondate da alte mura in pietra, che nascondono al loro interno preziosi giardini all'italiana.


"LA PIÙ RAGGUARDEVOLE È LA VILLA SANTINI CAMIGLIANO" (oggi Villa Torrigiani o Villa di Camigliano) dove un monumentale viale di accesso "fiancheggiato da alti cipressi" ci conduce alla splendida facciata barocca. La villa nella prima metà del '600, diviene proprietà del Marchese Nicolao Santini, ambasciatore della Repubblica Lucchese alla corte di Luigi XIV.

Aver vissuto alla Corte del Re Sole, fece nascere in Nicolao Santini il desiderio di ricreare una piccola Versailles sulle colline lucchesi.

Ancora oggi possiamo visitare il prezioso "giardino di Flora" ricco di statue, vasi e decori inseriti tra fiori ed essenze pregiate e dove, come ci racconta il Martini, "ci sono fontane e giochi d'acqua di grande effetto e una grotta ricca di ogni sorta di conchiglie e fatta con blocchi di tufo, con una cupola su cui vi è una statua di Flora con una quantità di fiori lavorati in rame. Dai fiori della dea Flora esce una pioggia tanto dirotta che non si sa da che parte ripararsi.".

Lasciato Camigliano "partimmo in vettura per recarci, attraverso strade ripide, alla Villa del Marchese Mansi" a Segromigno in Monte.

Delle oltre 250 ville che si trovano sparse sulle colline Lucchesi, Villa Mansi è sicuramente la più conosciuta e quella che meglio rappresenta la storia dell'antica aristocrazia della Repubblica Lucchese.

La famiglia Mansi alla fine del '600 avvia la ristrutturazione della facciata secondo i criteri del manierismo barocco, ma soprattutto incarica l'architetto Filippo Juvarra della progettazione del nuovo giardino e della sistemazione idraulica delle fontane e dei ruscelli che attraversano la proprietà: "l'acqua attraverso diverse cascate e sdruccioli discende per un canale che si estende per oltre cento passi; lì vicino c'è una vasca molto grande e assai profonda che chiamano peschiera, chiusa da un muro e da una balaustrata. Un getto d'acqua a forma di giglio proviene da una piccola grotta al centro della vasca". All'interno della villa, il piano nobile, al quale si accede dalla facciata principale attraverso un porticato decorato con grandi statue, conserva ancora splendidi affreschi.


IL NOSTRO VIAGGIATORE SETTECENTESCO PROSEGUE VISITANDO VILLA OLIVA, A SAN PANCRAZIO, costruita dalla potente famiglia Buonvisi su progetto del celebre architetto Matteo Civitali.

Nel giardino "si trova anche una grande grotta di tufo fornita di numerosi e vari getti d'acqua", delle bellissime fontane e rare statue in terracotta. Accanto a Villa Oliva si trova Villa Grabau, il cui parco merita una visita per la splendida sistemazione ottocentesca "all'inglese, per le rare essenze e per la bellezza dell'imponente limonaia cinquecentesca dove ancora oggi i proprietari proteggono, in inverno,le grandi piante di agrumi. Le ville, vicine alla città, da cui non distano più di tre o quattro chilometri, collocate in luoghi soleggiati e ricchi d'acque, seppur nate anche come investimento fondiario, rispondono in primo luogo al desiderio di "comodità di quei signori o gentiluomini che s'elegessero comprare et edificare qualche nobile villa per ritiravisi ad habitare per tutto o buono spatio di tempo dell'anno" per poter disporre "comodamente Giardini, Orti, vigne, uliveti, prati, selve et ogni altra delizia che sia possibile avere per Utile e Magnificenza". E ancora oggi, passeggiando nei viali alberati dei parchi o attraversando i saloni affrescati, si resta stupiti dalla semplicità e dalla magnificenza di questi luoghi.

Le citazioni sono tratte da Georg Christoph Martini, detto il Sassone, Viaggio in Italia (1725 - 1745) e da Giovanni di Vincenzo Saminiati, Dell'edificare delle Case e dei Palazzi in villa, e dell'ordinar di giardini ed orti, sec. XVI.

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