PJL-37

NUOVE BANDIERE

Quando mi chiedono che mestiere faccio, rispondo che lavoro nel settore della carta.Non dico mai carta igienica perché mi vergogno un po'. Ma ho deciso che è sbagliato.

Se consideriamo che due terzi della popolazione mondiale non dispone di servizi sanitari e, per conseguenza, 1,8 milioni di persone (90% bambini sotto i 5 anni) muoiono ogni anno per diarrea e colera, posso pensare che dove c'è carta igienica ci sia un wc. E dove c'è un wc, c'è un avamposto di igienee civiltà.

 

Sono ben d'accordo che la gestione dei rifiuti umani è un argomento poco attraente; ma se pensiamo alla distanza che corre tra i cessi indiani svuotati a mani nude dagli 800.000 scavengers e i wc con asse riscalata e musica personalizzata delle toilette giapponesi, credo che ci sia ancora molto da fare per chi pensa che siamo tutti uguali.

 

E anche se nella nostra opulenta società occidentale la presenza di servizi igienici è ormai considerata cosa normale, non dobbiamo dimenticare che nella prima metà del 1800, a Londra, le epidemie dovute all'inquinamento dell'acqua per causa di escrementi umani costarono 15.000 morti! E solo dopo la costruzione della rete fognaria furono allontanati i rischi di colera, tifo e dissenteria.

 

È poi grazie al paziente e meritorio lavoro di persone come il "toiletman" Jack Sim (vedi PJL 32 ) e il Dr. Pathak del Sulabh Sanitation Movement che si battono per la diffusione di servizi igienici nei paesi in via di sviluppo, che si possono migliorare fattivamente le condizioni igieniche dimilioni di persone.

 

Come trasformare un problema in un punto di forza? In Cina, per esempio, più di 15 milioni di famiglie di contadini utilizzano per i fornelli domestici il gas prodotto dalle loro latrine.

 

Questi sono solo alcuni dei segni che mi confortano nell'idea che si potrebbe essere orgogliosi di una bandiera di carta igienica.

 

Walter Tamarri

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