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Lucca, due sovrane per una reggia

Nel centro di Lucca il palazzo simbolo del potere napoleonico in Toscana

Lucia Maffei


"Noi, Napoleone, imperatore dei Francesi, Re d'Italia, assentiamo a che i nostri carissimi e amatissimi cognato e sorella, il Principe e la Principessa di Piombino e i loro discendenti acquisiscano il Principato di Lucca e vi si stabiliscano..".

Così Napoleone Bonaparte, il 24 giugno del 1805, assegna la città di Lucca a sua sorella Elisa e al cognato Felice Baciocchi. Dopo secoli di indipendenza, Lucca perde l'ordinamento repubblicano e diviene un Principato dell'Impero Francese. Tra i primi impegni della nuova sovrana c'è quello di predisporre una reggia per la propria corte che per fasto e magnificenza rispecchi lo splendore delle regge francesi. A questo scopo Elisa decide che il severo Palazzo Pubblico, fin dal 1300 simbolo del potere politico lucchese e sede, per molti secoli, del Governo della Repubblica di Lucca, venga restaurato, trasformato e arricchito secondo i dettami della moda neoclassica francese. Ma Elisa non sarà l'unica sovrana a segnare con forza la trasformazione di questo Palazzo simbolo e dell'intera città. Dopo la sua caduta, infatti, dal 1817, toccherà proprio all'acerrima nemica Maria Luisa di Borbone proseguire e portare a compimento i vari grandiosi progetti avviati dalla sorella di Napoleone. Il Palazzo Pubblico, a partire dal 1805, si trasforma dunque in reggia, simbolo del potere napoleonico in Toscana, prima, e poi della restaurazione borbonica. A conferma del potere e dell'importanza della Principessa Elisa e della sua corte, l'ingresso dei sovrani nella nuova reggia, il 1° dicembre del 1805, è celebrato con una festa grandiosa: "La prima domenica dell'Avvento, fu aperta una veglia nelle ampie sale, tutte rinnovate a bianco-oro, per accogliere la Corte, smagliante nelle mode dell'impero, alla letizia delle danze, proseguite anche dopo la lauta cena, imbandita con ricchezza di vasellami e d'argento nella galleria prospiciente il cortile degli Svizzeri." Elisa dispone la realizzazione del Quartiere di Parata, ovvero l'appartamento Reale di rappresentanza, costituito dalle Sale degli Staffieri, delle Guardie o Ademollo, dei ciamberlani, dalla Sala del Trono, dalla Sala dei consiglieri e dal gabinetto del Sovrano. La Principessa non si limita ad attuare sostanziali modifiche alla struttura del Palazzo, ma, nel 1806, affida agli architetti Lazzarini e Bienaimé, la progettazione e la realizzazione di una grande piazza, intitolata all'imperatore, davanti alla facciata est del Palazzo. Non si ferma neppure di fronte all'abbattimento di un intero quartiere, alla distruzione della magnifica torre civica, della fabbrica antica dell'Archivio, della Posta, del severo Carcere del Sasso e della Chiesa di San Pietro Maggiore. Elisa vuole dare ampio respiro alla sua reggia, aprendogli dinanzi un'ampia piazza alberata come quelle delle città francesi nel Mezzogiorno. Pochi anni dopo, nel 1820, nella "Guida del forestiere per la città di Lucca" scritta da Tommaso Trenta, si legge: "È appena credibile come un Palazzo, fatto ad uso di una Repubblica, abbia in sì poco tempo preso l'aspetto d'una delle Regge d'Italia più eleganti e maestose. Ne sia lode all'Augusta Sovrana Maria Luisa che ha voluto così recare un nuovo lustro alla Città". Infatti, per un curioso paradosso della Storia, è proprio la "Restauratrice" Maria Luisa di Borbone a far ultimare gli interventi all'interno del Palazzo. Viene incaricato Lorenzo Nottolini, architetto neoclassico dal tratto elegante e raffinato, autore tra l'altro dello splendido scalone d'onore in marmo che conduce alle sale del quartiere di Parata. Proprio questa zona del Palazzo è oggi finalmente accessibile al pubblico grazie a un puntuale intervento di restauro finanziato dalla Provincia di Lucca anche con i fondi del Giubileo. Un restauro che ci consente di leggere fino in fondo quella trasformazione del Palazzo della Repubblica Lucchese in vera e propria reggia urbana, estesa su una superficie di oltre 18.000 metri quadrati. E di cogliervi il disegno politico, la volontà e la tenacia di due potenti donne, diverse e lontanissime per ideali e temperamento, ma che in poco meno di cinquant'anni furono le artefici di fondamentali innovazioni e trasformazioni nel tessuto urbano e in tutto il territorio lucchese.


LA STORIA DEL PALAZZO PUBBLICO


Nel 1322 il condottiero lucchese Castruccio Castracani, al culmine del suo potere, acquistò un palazzo intorno al quale fece progettare da Giotto una grandiosa fortezza: l'Augusta, difesa da ventinove torri e grande quanto un quinto della città.

Alla morte di Castruccio, nel 1328, Lucca perse la sua indipendenza. Solo nel 1369 i lucchesi riuscirono a riacquistare la libertà. Le mura dell'Augusta, simbolo dell'oppressione straniera, furono abbattute a furor di popolo e il Consiglio degli Anziani, massimo organo collegiale della Repubblica, decise di trasferirsi nel vecchio palazzo di Castruccio.

Successivamente l'edificio fu eletto sede delle massime istituzioni della Repubblica di Lucca. Alla metà del secolo XVI la residenza degli Anziani più che un grande edificio era un pittoresco insieme di costruzioni di varie epoche, collegate fra loro da alcuni cavalcavia. Bartolomeo Ammannati nel XVI secolo e Filippo Juvarra nel XVIII secolo, furono incaricati della progettazione del Palazzo.

Nel XIX secolo la volontà e l'autorità di due donne energiche e capaci resero possibile il completamento del magnifico Palazzo che possiamo ammirare oggi: Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone e Principessa di Lucca e Piombino dal 1805, e Maria Luisa di Borbone alla quale fu affidata la reggenza della città a partire dal 1817.

Nel 1846 il palazzo fu ceduto a Pietro Leopoldo Granduca di Toscana che trasferì le opere d'arte e gli arredi a Palazzo Pitti. Spogliato dei suoi beni l'edificio divenne, nel 1860, parte del patrimonio della corona sabauda e, nel 1865, del Demanio. Due anni dopo, il 5 novembre del 1867, fu acquistato dall'Amministrazione Provinciale.

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