Paper Industry International Hall of Fame: dopo il cinema e lo sport anche la carta crea il proprio sancta sanctorum. Nello stato americano del Wisconsin un'istituzione celebra le gesta dei pionieri dell'industria cartaria.
Ward Williams
II papermaking non conosce confini. Da un piccolo angolo del Wisconsin, Usa, una società si ripropone di tramandare ai posteri la fama dei produttori mondiali di carta (senza alcuna distinzione rispetto al tipo di carta prodotta) in virtù dei loro contributi al benessere dell'umanità ed allo sviluppo di questo accattivante settore industriale. Le origini della produzione di ciò che noi chiamiamo "carta", come viene comunemente insegnato nelle scuole, sono da ricercarsi nelle campagne cinesi dove Ts'ai Lung ed i suoi colleghi trasformavano la scorza interna della pianta del gelso in un foglio, simile alla moderna carta, sulla cui superficie era possibile scrivere. Questa tecnologia nei suoi tratti essenziali non era poi del tutto diversa dai metodi impiegati nei successivi 2000 anni; anche in questa prima fase si trattava, infatti, di mescolare e ridurre in poltiglia dei materiali a base di cellulosa, di formare con questi un foglio e, quindi, di seccarlo.
IL KNOW-HOW DI TS'AI LUNG SI È BEN PRESTO DIFFUSO NEL CONTINENTE asiatico per poi intraprendere un lungo viaggio verso ovest. Attraversando steppe sconfinate ha raggiunto prima l'Asia Minore, poi il Mediterraneo Orientale e la civiltà moresca del Nord Africa. Da lì, in un balzo, oltre lo stretto di Gibilterra per raggiungere la Spagna, indi la Francia, l'Italia e i paesi oltre le Alpi. L'itinerario della diffusione della carta è ben documentato e sono sicuro che chiunque con un minimo di interesse storico abbia trascorso del tempo nell'industria cartaria prima o poi abbia sentito o letto qualcosa sulle antiche cartiere. Vero? Ma quanti di noi, seppur appassionati della storia e della cultura di questo indispensabile genere di consumo, sono oggi in grado di dare un nome a quegli individui che hanno condotto la "crociata" per l'uso della cellulosa dalla Cina all'Europa e fino al Nuovo Mondo? Per un milione di dollari (al giorno d'oggi il minimo che si possa vincere in un quiz televisivo che si rispetti) vi sfido a citarmene almeno 5. Niente? Nemmeno 3? Bene, vi comunico una buona notizia. Oggi c'è un'associazione dedicata a tramandare le conoscenze e la passione per la produzione cartaria e a far conoscere le persone che nella loro vita hanno, in un modo o nell'altro, dato un contributo a questo settore.
SI CHIAMA PAPER INDUSTRY HALL OF FAME INC. E SI TROVA AD APPLETON, NELLO STATO AMERICANO DEL WISCONSIN. Perchè proprio ad Appleton, vi chiederete. E perché no? Di fatto non esiste un posto migliore. Appleton si trova nel cuore del Wisconsin, centro storico dell'industria della carta americana. Negli Stati Uniti ci sono anche altri stati che possono vantare una lunga tradizione nella manifattura cartaria nazionale: il Massachusetts, ad esempio, o la Pennsylvania o l'Ohio, ma le credenziali di Appleton sono definitivamente le più accreditate. Appleton si trova in mezzo a numerosissime comunità tradizionalmente dedite alla produzione di carta.
Questi primi centri sfruttarono il vantaggio dato dalla fortunata combinazione di disponibilità forestale, presenza di numerosi corsi d'acqua, abbondanza di manodopera preparata al duro lavoro di cartiera (molti dei primi pionieri provenivano, infatti, da regioni del Nord Europa con simili caratteristiche e solide tradizioni manifatturiere), vie di comunicazione stradali e fluviali, nonché la ricettività di mercato di un paese in rapido sviluppo. Ingredienti magici della ricetta: imprenditorialità e tecnologia in rapido sviluppo. In quei tempi poche erano le persone ricche, ma vi era una forte concentrazione d'ambiziosi uomini d'affari che riuscirono a racimolare il capitale necessario a costruire piccole cartiere.
E le officine della zona fornirono la maggior parte delle attrezzature necessarie. Tutti questi elementi hanno prosperato di pari passo e il Wisconsin è divenuto il primo produttore di carta degli Stati Uniti, primato che vanta a tutt'oggi con oltre 50.000 addetti nel settore. Negli anni questa reputazione è cresciuta e si è diffusa anche a livello internazionale. Ad Appleton sono accorsi molti studenti e gli ingegneri e gli specialisti qui formati si sono distribuiti nell'industria cartaria portando il loro acume e la loro preparazione tecnica anche fuori dai confini del Wisconsin. Appleton è oggi sinonimo del prestigioso Institute of Paper Chemistry.
NON STUPISCE DUNQUE CHE TUTTO CIÒ ABBIA PORTATO NEL 1992 ALLA CREAZIONE DEL PAPER INDUSTRY HALL OF FAME. L'idea di creare una struttura dedicata a far conoscere i fondatori dell'industria cartaria e le personalità che hanno contribuito al suo sviluppo si deve ad alcuni dirigenti d'azienda che hanno coltivato a lungo questo progetto. È tuttavia solo piuttosto recentemente che quest'organizzazione ha potuto trovare una sede permanente atta allo scopo. Si tratta, naturalmente, di una vecchia cartiera donata dalla Kimberly Clark Corporation, un gigante mondiale del tissue ed un nome noto a tutti per l'eccellenza nella produzione cartaria. La "Valle della Carta", oltre ad essere patria di molti fabbricanti di carta e proprietari di cartiere, è una zona che presenta un grande ésprit de corp, con un profondo senso della comunità ed orgoglio di appartenenza. Nessuna di queste piccole comunità ha una grande popolazione, ma insieme formano un gruppo unito e compatto di persone attive nelle iniziative e nelle associazioni. Per siffatta gente creare la Hall of Fame è stato facile, specie rispetto al compito che si trovano di fronte ora, ovvero raccogliere i 2,5 milioni di dollari necessari a fare della Hall una realtà fisica. La cartiera Adams donata dalla KC sta per essere totalmente restaurata per diventare un museo dedicato non solo al passato, ma anche al futuro. I giovani avranno un luogo in cui entrare in contatto con la realtà industriale e le opportunità di lavoro che essa offre. Il pubblico potrà vedere come viene fatta la carta. La cellulosa diventerà materia viva e sarà posta particolare enfasi sull'importanza del rimboschimento. In breve: sarà un "living museum", una struttura viva in grado di crescere negli anni. La Valle della Carta ospita anche numerose aziende fornitrici dell'industria cartaria. Le società straniere, la maggior parte delle quali europee, vi hanno trovato una base ideale per le loro sedi in Nord America. In molti casi aziende europee costruttrici di macchinari hanno acquistato compagnie locali, in accordo con l'attuale tendenza alla globalizzazione. Si possono facilmente trovare in questa zona le sedi di: Albany International, Appleton Mills, Asten, ECC International, Gencorp Specialty Polymers, Pcmc, Scapa Rolls, Thiele Koalin, Voith Sulzer e Fabio Perini.
UNA VECCHIA CARTIERA RECUPERATA DIVENTA "IL GIOIELLO DELLA CORONA" DELLA HALL OF FAME. C'è qualcosa di magico in una vecchia cartiera. Durante le visite in vari paesi non ho mai mancato di restare impressionato da queste antichità che hanno giocato un ruolo di primo piano nel cammino verso la nostra civiltà moderna. Carta e progresso, nelle loro svariate forme, hanno sempre camminato fianco a fianco. Ed oggi chi ama la carta deve ringraziare la Kimberly Clark Corporation. Questo colosso mondiale del tissue ha avuto origine nel 1878 proprio nella cartiera Atlas. Qui fu attaccata la prima insegna col nome KC, insegna che oggi si trova affissa in molti stabilimenti nel mondo. Questa storica cartiera, ora sede ufficiale della Hall of Fame, verrà internamente restaurata secondo un progetto che prevede il mantenimento della sua originale integrità architettonica. Fu qui che, per la prima volta in Wisconsin, venne dimostrato a livello industriale che era possibile produrre buona carta con pasta meccanica di legno. Prima di questa innovazione la materia prima cellulosica comunemente utilizzata era la juta. Inizialmente la produzione riguardava le carte per imballaggi, per stampa e scrittura, per album di fotografie e addirittura la carta moschicida. La carta igienica è stata un'innovazione successiva, una conquista tecnica realizzata benché la cartiera non disponesse di alcun laboratorio o di ricercatori laureati in materie scientifiche: il ventesimo secolo era già iniziato da un bel po' quando la Atlas inaugurò il primo comparto di Ricerca e Sviluppo.
IL FINANZIAMENTO. L'ambizioso progetto del museo sta per essere finanziato per la bellezza di 2,5 milioni di dollari grazie a donazioni provenienti da diverse fonti. Tra i finanziatori: cartiere, aziende fornitrici dell'industria cartaria ed enti locali come, ad esempio, il Fox Cities Convetion & Visitors Bureau, ente che devolverà 250.000 dollari al museo, 75.000 dei quali saranno dedicati a una mostra permanente sulla storia del fiume Fox e delle cartiere che si sono sviluppate lungo le sue sponde, conferendo a tutta la piana fluviale il nome di Paper Valley, e degli uomini che le hanno costruite. Steve Gries, architetto incaricato del progetto di recupero della cartiera, dichiara che la struttura originale è in ottime condizioni e può essere portata alla nuova destinazione d'uso senza un eccessivo investimento.
PER ACCENDERE L'INTERESSE DEI GIOVANI NEI CONFRONTI DELLA CARTA. Durante la visita i giovani visitatori potranno fabbricare la loro carta, un buon espediente pratico per solleticare la loro curiosità e forse piantare i semi di eventuali opportunità di lavoro nell'industria cartaria. Anche qua Internet giocherà il suo ruolo con terminali collegati direttamente alle pagine web della carta e delle aziende. La struttura prevede anche un auditorium, parte del programma di insegnamento " allargato " promosso dalla Hall of Fame e dal personale delle industrie che vi aderiscono. Sarà evidenziata la centralità del rimboschimento e del riciclaggio nello sviluppo del settore cartaceo. Chris Doyle, Direttore dello Sviluppo della Hall of Fame ha dichiarato al Perini Journal: "Queste risorse saranno dirette a far sì che tutti i tipi di visitatori capiscano i risultati ottenuti dai produttori di carta ed i contributi che la carta stessa ha dato alla nostra qualità di vita ed alla nostra cultura. Noi tutti qua in Wisconsin siamo lieti di partecipare alla Hall of Fame ed al museo. Guardiamo a questo progetto non come ad una cosa da completare e concludere, bensì come ad una base di partenza per portare sulle sponde del fiume Fox moltissime idee ".
UN'ISTITUZIONE DEMOCRATICA. Per entrare nella Hall of Fame l'unico requisito necessario è che il candidato (uomo o donna che sia, vivo o morto) sia stato un "pioniere" nello sviluppo dell'industria della carta o che ne abbia favorito il progresso. I candidati possono anche provenire da ambiti contigui alla carta. Ci dice George Mueller, ex-presidente della Wisconsin Tissue Mill ed oggi socio fondatore e consigliere della Hall of Fame: "È giusto includere i settori contigui, perché l'insieme ditali prodotti e servizi - tecnici, meccanici o accademici - sono stati e rimangono essenziali per il successo dell'industria cartaria". Le nomination possono essere fatte da chiunque, l'unica clausola è che la candidatura sia sostenuta da 2 sponsor. Le prime candidature sono state accettate nel 1995; un altro gruppo di persone è stato accettato lo scorso ottobre portando a 35 il numero totale dei personaggi onorati e celebrati di diritto dalla Hall of Fame. Molti di loro provengono dall'Europa o dall'Asia, altri rappresentano società americane con stabilimenti all'estero. Alcuni veri veterani del cartaceo completano la lista, tra questi William Rittenhouse della Cartiera Rittenhouse, la prima in America, ed i fondatori della Kimberly Clark: John A. Kimberly e Charles B. Clark. Non sorprende che circa un terzo dei personaggi celebrati dalla Hall of Fame provenga dall'industria del tissue dal momento che la Paper Valley del Wisconsin è uno dei principali centri di produzione di questo tipo di carta. Il comitato direttivo e il consiglio di amministrazione della Hall of Fame riunisce i top managers di molte aziende del pulp & paper, di aziende che riforniscono questo settore industriale insieme a rappresentanti del mondo scientifico ed accademico, di centri di ricerca ed associazioni. Tra tutti Thomas C. Norris merita una menzione speciale per il fardello che si è preso sulle spalle. A lui, infatti, spetta l'onere e l'onore di essere il Capital Campaign Chairman della Hall of Fame, ovvero colui che deve trovare i fondi ed il capitale necessario. Dopo 40 anni trascorsi nel settore cartaceo, la passata primavera Thomas C. Norris si è pensionato dall' incarico di C.E.O. della P.H. Glatfelter Co. di York in Pennsylvania. Egli ben rappresenta la tradizione e i nobili principi che la Hall of Fame incarna e quando ha accettato l'incarico le sue parole sono state: "Sono onorato di poter partecipare ad una causa di così grande valore per l'industria e ad una missione che si ripropone di rendere onore al passato e di ispirare il futuro". In questa missione è affiancato da Daniel Waselchuck, Vice Presidente in pensione della Wisconsin Tissue Mill, e Chris Doyle, Direttore dello Sviluppo.