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L'arte della piega

La magia della carta sta nella sua duttilità. A volte basta una semplice piegatura per trasformare un semplice foglio di carta in un'opera d'arte.

Luisa Canovi

I materiali che l'uomo lavora trasformandoli in espressione artistica hanno quasi sempre bisogno, oltre alle mani, di strumenti, attrezzi, macchinari per essere modellati, scolpiti, assemblati e assumere la loro nuova identità. Da semplice materiale ad opera d'arte.

Anche la carta può essere lavorata con procedimenti simili, può essere dipinta, tagliata, incollata e diventare un quadro, una scultura, una costruzione e mille altre cose ma, rispetto al legno, alla creta, al metallo e ad altri diversi materiali può trasformarsi anche senza interventi esterni. Le sole mani dell'artista possono darle vita e significato attraverso la piegatura.

Di per sé la carta è un materiale leggero, economico, facile da reperire e soprattutto bidimensionale e limitato nelle dimensioni. Un singolo foglio di carta si presenta senza una struttura portante ma basta una semplice piega per farlo stare in piedi e reggere un peso, ne bastano poche altre per trasformarlo in una scatola, in un sacchetto, in un contenitore.

Con le sole piegature fatte dalle mani si trasforma insomma l'anonimo foglio bidimensionale in un significante oggetto tridimensionale.

Gli esempi delle forme che si realizzano con questa tecnica sono tantissimi così come gli autori, a volte artisti, a volte semplici appassionati che trovano nella piegatura della carta una via per esprimere idee ed emozioni. La carta che viene piegata diventa allora uno strumento di comunicazione di grande impatto proprio perché deriva da un materiale comune e quotidiano.

Una panoramica di "carta piegata" si può svolgere attraverso una serie di concetti opposti come ad esempio: comune-particolare, economica-preziosa, piccola-grande, semplice-complessa, piatta-volumetrica, debole-resistente, inutile-utile, liscia-texturizzata, rigida-elastica, banale-interessante, immobile-mobile, ecc. dove il primo elemento indica la condizione base della carta e il secondo la trasformazione ottenuta piegandola.

Proprio il passaggio dal primo al secondo elemento agisce come una magia e trasforma anche una "brutta" carta in una "bella" opera. La piega infatti infonde vita alla carta creando al tempo stesso il disegno, la struttura portante e l'articolazione delle superfici.

 

Le forme più semplici di piegatura sono probabilmente quelle che derivano dall'antica arte giapponese dell'origami, elementi simbolici decorativi, utili contenitori per le offerte rituali, raffigurazioni di fiori e animali protagonisti delle leggende popolari. Questi soggetti si sviluppano anche fuori dalla tradizione orientale con risultanti al limite dell'inverosimile.

Sempre dalla tradizione orientale ma successivamente reinventate anche dalla storica scuola di design Bauhaus arrivano le sperimentazioni per ottenere forme tridimensionali attraverso una serie di piegature positive e negative (a valle e a monte) con un effetto a fisarmonica. La carta assume un aspetto increspato e questa increspatura la rende robustissima ma contemporaneamente elastica e modellabile nello spazio. Forme sferiche per uso lampada, coperture estensibili e richiudibili, sculture con sviluppi a spirale che seguono le leggi della crescita delle conchiglie.

Altre increspature si ottengono tramite la rotazione di pieghe poligonali dando luogo a superfici intrecciate con suggestivi effetti di trasparenza oppure a sovrapposizioni di pieghe che formano una texture tridimensionale con effetti simili a certe stratificazioni del terreno o alle file di tegole sui tetti, o alla superficie della buccia dell'ananas o ancora alla struttura di certe foglie vegetali.

 

Una delle applicazioni più interessanti della piegatura della carta è il sistema modulare. La carta infatti ha dimensioni limitate e per poter essere piegata non deve superare una certa grammatura quindi normalmente si lavora con fogli da gr 60 a gr 200 e grandi al massimo cm 70 x cm 100. Esistono anche carte in rotolo ma la difficoltà nella lavorazione è enorme e comunque sempre con un limite di partenza. Per ottenere una grande opera, un "gigante origami" occorre aggirare il problema. Si piegano tanti fogli con una sistema tale da permettere un incastro reciproco e poter costruire in un modo simile a quello dei mattoncini giocattolo.

Le forme che si ottengono sono sia forme geometriche che figurative, sia costruzioni architettoniche che installazioni scenografiche.

Il sistema modulare offre la possibilità non solo di costruire cose enormi senza l'uso di colla ma permette anche lo smontaggio dei singoli fogli piegati e il loro riutilizzo in nuovi progetti.

Uno strano modo di piegare la carta è quello che in un certo senso "tradisce" le regole delle pieghe sequenziali dell'origami nascendo invece dalla casualità. Il foglio viene stropicciato ripetutamente, a volte anche inumidito, una volta riaperto ha completamente perso le caratteristiche iniziali cartacee per assumere quelle di un tessuto. Arrendevole ma contemporaneamente strutturato in migliaia di piccolissime piegoline casuali il foglio si presta allora ad essere piegato e modellato secondo linee che gli danno una forma e un volume.

 

Per gli artisti la carta rappresenta un materiale duttile e veloce per esprimere le proprie idee al punto che si lavora direttamente senza il bisogno di preparare schizzi o progetti come si farebbe con altri materiali (legno, metallo, ecc.). Un foglio di carta fra le mani e l'idea prende subito la forma direttamente dalle pieghe.

Lo studio della piegatura della carta permette inoltre di realizzare modelli per la piegatura di altri materiali (tessuti, lamine metalliche, policarbonati ecc. ecc.) per oggetti di design industriale. La carta infatti, grazie alla sua grande versatilità, può, non tanto imitare quanto simulare materie differenti e sostituirle in modo pratico ed economico nello studio del progetto.

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