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Gioielli di Carta: preziosi d'autore

Piegata, ricamata intrecciata, cucita, spugnata, plissettata, fustellata, riciclata, incollata, acquarellata, la carta, materiale super partes, nella veste di gioiello assume una forma e un decoro gioioso e insospettabile.

Perini Journal

La Mostra curata da Alba Cappellieri e Bianca Cappello tenutasi alla Triennale di Milano ha posto l'accento sulla "preziosità del gioiello" affidata ai giorni nostri non solo a metalli e pietre preziose ma anche a materiali vulnerabili simbolo della sostenibilità, dell'ecologia, e della valorizzazione territoriale. La carta ha una valenza poliedrica e ci accompagna nel nostro quotidiano ma non tutti sanno che questo materiale apparentemente povero ha un valore intrinseco incalcolabile. Con la carta scopri, copri, tagli, componi, e l'estetica assume un ruolo primario perché interpreta il desiderio suscitando emozioni così come i Gioielli di Carta presentati nella Rassegna.

Gioielli, vere e proprie opere d'arte, preziosi d'autore creati dall'abilità intellettuale, creativa e manuale da artisti di fama internazionale provenienti da ogni parte del Mondo.

 

Perini Journal (PJL): Gioielli di Carta una Rassegna accattivante e provocatoria come nasce il progetto?

Bianca Cappello (BC): L'idea è nata perchè il Gioiello di Carta è un ottimo modo per far vedere al grande pubblico l'importanza del design, della tecnica e dell'espressività al di là del valore economico dei materiali. Il Gioiello di Carta nasce negli '60 e da allora artisti e designer di tutto il mondo si sono cimentati lavorando con tecniche e poetiche diverse. Nonostante l'importanza e la diffusione di questo ambito, non era mai stata organizzata prima di adesso una mostra antologica di tale portata e con un numero di gioielli esposti tanto imponente.

 

PJL: La Rassegna è stata definita un ossimoro perfetto, perchè?

BC: Quando si parla di gioiello si pensa sempre al suo valore materico, all'oro e alle pietre preziose. Il gioiello di carta ribalta spavaldamente questa concezione. Storicamente il gioiello di carta nasce negli Anni '60 in seno alla rivoluzione culturale. Un po' per gioco e un po' per provocazione a Londra Wendy Ramshaw e David Watkins, due capisaldi nel mondo del Gioiello Contemporaneo, realizzano e commerciano una linea di gioielli dai colori vivacissimi e fluo totalmente realizzati in carta e chiamati "Something Special", qualcosa di speciale. Ecco che all'improvviso e con un atto quasi ludico viene svincolato il concetto di gioiello dalla materia in cui è realizzato. Ed in effetti basta pensare che molti dei gioielli esposti in mostra sono realizzati con carta di riciclo e quindi con materiali addirittura scartati dalla società!

 

PJL: Il concetto del "valore" assume una posizione predominante nell'ambito della Rassegna, in che senso? Come si snoda e si combina l'oggetto "gioiello" con la carta?

BC: Venendo meno il valore intrinseco dei materiali, il vero valore viene dato dalla concettualità, dal design, dall'etica e, non ultimo, dalla sorprendente capacità manuale e tecnica che si cela dietro ciascuno di questi gioielli e li rende vere e proprie opere d'arte e di design. Il gioiello di carta apre un modo di intendere l'elaborazione delle materie non "preziose" svincolandosi dal concetto di bijoux e di bigiotteria. Non propone una copia dei modelli di alta gioielleria con materiali poveri ma permette a questi ultimi di aprirsi a nuove ricerche espressive e tecniche nobilitandosi e nobilitando il prodotto finale che risulta così a tutti gli effetti un gioiello.

 

PJL: Oggi forse stiamo vivendo in una società in cui diventano sempre più rare le materie prime da sempre considerate come comuni facilmente reperibili come ad esempio la carta. Che ruolo e che valore assume in questo contesto il gioiello di carta? Perché la scelta della carta come materia prima dei gioielli?

BC: Possiamo far risalire l'interesse verso la carta da parte del mondo dell'Arte proprio in concomitanza con la progressiva svalutazione che questo materiale ha subito con lo sviluppo della cosiddetta "società dei consumi". Da una parte abbiamo la produzione e la divulgazione su larghissima scala di oggetti effimeri realizzati con materiali come la carta, la plastica e l'alluminio, destinati ad essere usati una volta e poi gettati, dall'altra abbiamo una consapevolezza etica, poetica ed ecologica intrinseca, promossa dagli artisti con la Pop Art e con l'Arte Povera, che vuole sottolineare l'importanza di questi materiali portando avanti una specifica ricerca materica.

 

PJL: Quanti artisti hanno partecipato all'iniziativa? Una breve descrizione del loro lavoro e dell'esperienza lavorativa fatta da loro.

BC: Sono più di sessanta gli artisti che hanno partecipato alla mostra. Questo dato comunque ci indica quanto interesse abbia riscontrato l'evento anche a livello internazionale. La selezione è stata fatta su criteri scientifici con l'idea di creare una mostra antologica che fosse in grado di accompagnare il visitatore a scoprire la genesi e lo sviluppo del gioiello di carta e che lo indirizzasse oltre l'aspetto estetico mostrandone le mille sfaccettature storiche ma anche etiche, sociali e culturali. Un viaggio nel tempo ma anche nello spazio, riportando testimonianze di moltissimi paesi nel mondo. Ecco dunque che accanto ai gioielli archetipi di Wendy Ramshaw e David Watkins, si susseguono i capolavori di grandi maestri come l'olandese Nel Linssen e la finlandese Janna Syvanoja, volando su continenti come il Giappone con i gioielli scultura di Ritsuko Ogura o i gioielli simbolici di Mari Ishikawa, passando per la Cina, l'America e l'Europa, dal Portogallo passando per l'Italia fino alla Yugoslavia dove l'anello in carta di Noemi Gera ha vinto nel 2002 il Premio Europeo di Design, fino ad arrivare in Africa dove le donne della tribù dei Gulu realizzano collane con perle di carta di riciclo che arriva a costo zero dalle discariche dei paesi civilizzati.

 

PJL: Quali sono le finalità della Mostra? Pensate di riproporla in futuro?

BC: Siamo in trattativa con vari Musei nel mondo, dalla Corea all'Australia ma anche con il Museo della Carta di Fabriano. Il progetto piace molto e grazie all'allestimento realizzato in carta da Daniele Papuli, abbiamo creato un "prodotto" facilmente trasportabile e ricomponibile.

 

PJL: Le principali tappe della manifestazione. Perché esportarla all'estero?

BC: Questa mostra segna un momento assolutamente inedito sia per l'Italia che per l'estero; non solo per l'idea divulgativa e scientifica ma anche per il numero di gioielli e di artisti partecipanti, rendendosi così un progetto nato in Italia ma non in essa confinato, leggibile cioè in qualunque altra parte del mondo. Inoltre, attraverso la semplice osservazione di questi splendidi gioielli in carta, è possibile educare il pubblico ad alti concetti come la riflessione sul design, sulle tradizioni delle varie popolazioni e, non ultimo, sul potenziale messaggio etico ed ecologico trasmissibile attraverso l'Arte.

 

PJL: Con quali criteri sono stati scelti i gioielli?

BC: Ci sono stati vari criteri che hanno portato alla selezione delle opere in mostra. C'è stato l'intento di creare delle tappe storiche, di definire delle pietre miliari per scrivere, per la prima volta nella Storia del Gioiello, lo sviluppo di questo ramo creativo, a questo si è affiancata l'idea di travalicare i confini geografici coinvolgendo artisti da ogni parte del Pianeta, e invitare lo spettatore a compiere un processo di riflessione etica ed ecologica; non ultimo sicuramente una precisa selezione estetica e artistica di alto livello, con opere in grado di stupire e far innamorare di sé lo spettatore.

 

PJL: Se dovesse descrivere questa Rassegna con 3 aggettivi come la definirebbe?

BC: Nuova, Sorprendente, Gioiosa.

 

PJL: Progetti per il futuro.

BC: Il campo del Gioiello Contemporaneo è vastissimo in ogni direzione, sia concettuale che geografica. Riuscire a realizzare con successo un progetto valido richiede un lavoro duro che coinvolge l'impegno ed il sostegno di molte persone. Spero si creino ancora le giuste condizioni per poter portare avanti la ricerca e la divulgazione di questo ambito culturale con i presupposti realizzati in questa Mostra. Un ringraziamento speciale al Perini Journal, testata di riferimento nell'ambito della Cultura della Carta sempre attento alle novità e iniziative culturali, che con il suo contributo ha supportato la manifestazione.

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