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Messaggi “sulla” bottiglia

80 designer di 17 Paesi sono stati invitati a sviluppare un personale “messagge on the bottle” in forma di etichetta o di libera espressione.

Perini Journal

Sembra che il primo messaggio in bottiglia fosse stato spedito dal filosofo greco Teofrasto nel 310 a.C., per provare che il mar Mediterraneo era formato dall’afflusso delle acque dell’Atlantico. Da allora non poche bottiglie e messaggi sono state affidati alle acque di mari e oceani. Nel maggio 2005, 88 naufraghi sudamericani abbandonati alla deriva da trafficanti di esseri umani al largo del Costarica sono stati salvati dalla barca dell’associazione ambientalista “Marviva”.

 

QUESTA VOLTA IL MESSAGGIO È “SULLA” BOTTIGLIA, niente acqua salata ma buon vino, niente naufraghi ma 80 designer provenienti da 17 Paesi, che presentano i loro progetti in una mostra itinerante - iniziata al Design Festival Hamburg nel 2007, in mostra al Triennale Design Museum di Milano nel 2008 e che prossimamente sbarcherà in Sicilia, a Randazzo, nel “Museo della vite, del vino e dell’etichetta”- organizzata dai designer Francalma Nieddu e Olav Jünke.

È stato affrontato il tema sociale del bere e guidare, come nei progetti “don't drive beyond this bend” di Leonardo Sonnoli, in cui è indicato il livello da non superare per poter rimanere “sobri” alla guida, e “chi guida non beve, chi beve non guida” di Sonia Pedrazzini. Di ecologia parlano i progetti “Save Me from Global Warming” di Margherita Urbani, raffigurante un grappolo d’uva che soffre del riscaldamento globale terrestre e ”D-eco” di Francalma Nieddu, decorativa ed ecologica bottiglia con applicazioni di carta removibili ed applicabili su altri oggetti oppure riutilizzabile come un originale vaso per fiori.

 

MESSAGGI D’AMORE E PACE sono lanciati da Annagemma Lascari e Naoko Shintani, ma anche di protesta, come “La folle guerra di Bush”, interpretazione critica di Paolo Ulian che avvolge la bottiglia con una pagina di giornale, con il titolo della notizia riportata come nome dell’opera stessa. Messaggi scritti con il vino di Isolde Frey o inneggianti al godersi la vita come quello di Esmeralda Sorrentino e Ilse Crawford. Citazioni rivisitate d’autori classici per Gianni Sinni e Peter Schmidt o etichette da “sfogliare” come il “Rosso da Meditazione” di Giulio Iacchetti o ancora, semplici istruzioni d’uso: “bevi! “di Erik Spiekermann. Altri ancora inneggiano al tema della condivisione dei bei momenti trascorsi insieme come il progetto “Contengo” di Franca Pauli e Dario Colombo. Alessio Leonardi da Berlino invece ha presentato un ironico messaggio: “Bottlass”, un bicchiere montato in orizzontale sulla bottiglia e ha fornito dei manuali divertenti per il corretto uso di tale assurdo oggetto.

 

ALCUNI HANNO CERCATO DI APPROFONDIRE L’ASPETTO FUNZIONALE DELL’ETICHETTA sperimentando l’uso di nuovi materiali. Come il designer Michele Palazzo con “Touch me, hot!”, un’etichetta termosensibile dove il colore dell’impronta della mano indica la giusta temperatura per bere il vino.Il messaggio che ha fatto il viaggio più lungo è quello del designer Peter Cooper di Sidney, che ha fotografato la parola “white” scritta sulla sabbia della spiaggia, diventata un’etichetta per vino bianco. •

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