PJL-46

La sostenibilità, un albero da nutrire e alimentare

Abbiamo chiesto ad Anna Sutor, architetto e designer, di illustrare il concetto di sostenibilità applicato al settore del tissue. Ne è nato un grande albero che si trasforma in prodotto utilizzato da tante mani, un nastro che si srotola sinuosamente per soddisfare le diverse esigenze dei consumatori.

Perini Journal


In tutti i settori industriali il tema della sostenibilità rientra tra le priorità più scottanti, non fa eccezione il mondo del tissue la cui filiera produttiva deve necessariamente confrontarsi con un argomento tanto rilevante, che impatta fortemente sull’intero ciclo della produzione e distribuzione.

Terminati gli anni in cui ci si poteva limitare al semplice “green washing”, ovvero il ricorso a generiche dichiarazioni di intenti a favo-re dell’ambiente, oggi anche le aziende del settore del tissue sono seriamente impegnate a sviluppare e implementare strategie di sostenibilità. La responsabilità di impresa, infatti, impone alle aziende un ruolo attivo nei territori in cui operano, in un circolo virtuoso di scambi reciproci, imprese e territori sono sempre più interconnessi e ricercano congiuntamente politiche di tutela dell’ambiente, iniziative sociali e culturali, nonché interventi volti a promuovere le specificità e le eccellenze delle aree interessate. Il sistema che vedeva le imprese interessate solo al proprio business, lasciando che le eventuali ricadute positive sui territori non fossero evidenziate né messe a frut-to, è decaduto. Il nuovo modello prevede, al contrario, l’inserimento del tema della sostenibilità nella mission e nella vision aziendali perché le strategie messe in campo siano efficaci, lungimiranti e spendibili anche sotto il profilo della comunicazione. 


MA C’È DI PIÙ, LA SOSTENIBILITÀ PAGA E SI RIPAGA. Gli investimenti in sostenibilità, insomma, non sono a fondo perduto, ma supportano i piani di riduzione dei costi di produzione. Per consumare meno energia occorrono macchine più efficienti, l’uso di materiali inquinanti si limita con sistemi e lavorazioni più avanzati, il ripristino di vecchi sistemi di trasporto come le ferrovie tolgono i camion dalle strade, la ricerca e lo sviluppo scoprono come ottenere il meglio dalle materie prime senza incidere sui costi.

Anche la sicurezza è una forma di sostenibilità, la maggior sicurezza degli operatori è il frutto di attente ricerche, di scelte tecnologiche e della volontà di rendere i luoghi di lavoro posti in cui muoversi con attenzione ma serenamente. Infine, sostenibilità è anche ascolto e partecipazione, perché ogni innovazione, che si tratti di progettazione, produzione o logistica, nasce da un libero e continuo scambio di saperi tra quanti fanno parte del medesimo progetto. *


Anna Sutor Laureata alla facoltà di Architettura di Venezia, dopo un master presso l’Architectural Association di Londra, ha lavorato prima per Rem Koolhaas a Rotterdam, poi per Norman Foster a Londra. Dal 2001 vive a Milano dove lavora come architetto, illustratrice e video-maker. I suoi disegni sono stati pubblicati su quotidiani, riviste, libri, dischi e sono stati utilizzati per campagne pubblicitarie in Europa, negli Stati Uniti e in Brasile.

I suoi lavori sono stati selezionati dalla New York Society of Illustrators, dalla Associazione Italiana degli Illustratori e hanno ricevuto il premio della Creative Quarterly Review.



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