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Instagram per i brand

È passato un po’ di tempo da quando vi abbiamo parlato di Instagram e nel frattempo ci sono state un sacco di novità e di migliorie.

Luca Silva | Studiowasabi.com


Quindi ora ci sono molte possibilità per le realtà aziendali per promuovere la propria attività e i propri prodotti. In questo periodo (Novembre 2015) in particolare sta cambiando molto la percezione verso questo strumento e grazie anche all’introduzione pure in Italia degli Ads (ovvero gli annunci della piattaforma), molti brand si stanno orientando verso la sponsorizzazione di post (sia foto, che video) in cui “raccontano” (lo storytelling) la propria azienda e i servizi/prodotti. Fortunatamente, essendo Instagram una piattaforma “creativa”, è possibile essere molto originali sfruttando le varie tipologie di an-nunci. Ma di questo parleremo in dettaglio più avanti. Dicevamo che ci sono stati diversi cambiamenti, non solo per quanto riguarda l’app principale ma anche con l’integrazione di altre app “di supporto”. 


DI COSA STIAMO PARLANDO? Di Layout, Hyperlapse e del recentissimo (Novembre 2015) Boomerang. Andiamo ad analizzarle per capire come poterle usare in ambito aziendale. Layout: anche Instagram ha deciso infine di implementare un’app con la possibilità di combinare diverse foto in una sola immagine. L’app riesce anche ad identificare direttamente i volti e in questo modo è possibile scegliere subito le foto per la fotocomposizione. Ben diversa però dal creare un mosaico partendo da una singola immagine (come Instagrids). Hyperlapse: spesso si vedono video realizzati con la tecnica del timelapse. Bene Instagram ha deciso di crearsi la propria app per poter implementare anche questo genere di video. Una volta creato sarà possibile velocizzare il video fino a 12 volte la velocità iniziale e realizzare qualcosa di particolare. Boomerang: attraverso questa applicazione è possibile realizzare un video in sequenza continuativa che funziona avanti ed indietro. E’ possibile quindi realizzare, partendo da un semplice scatto in sequenza da cinque fotogrammi, dei video creativi della durata di un secondo. Un’ulteriore integrazione (Agosto 2015), che ha iniziato a fare la differenza, è la possibilità di pubblicare le foto anche nei formati estesi: ovvero landscape e portrait.


COME SEMPRE, AL DI LÀ DEGLI STRUMENTI È FONDAMENTALE UNA FORMAZIONE SIA DEL SOCIAL MEDIA TEAM O DELL’AGENZIA/PROFESSIONISTA A CUI CI SI RIVOLGE. Infatti potrebbe capitare di affidarsi a mani sbagliate o non avere una sufficiente formazione interna per usare questi strumenti. Uno dei primi errori da evitare è quello di essere troppo autoreferenziali, ponendo all’attenzione della propria utenza solo contenuti dei propri prodotti e/o servizi. In linea di massima questo non dovrebbe capitare in generale perché questi strumenti servono per tastare il terreno ed instaurare un dialogo, non un monologo… Ricordiamoci sempre che le immagini riescono a rimanere più impresse nella mente rispetto alle parole, di conseguenza è importante preparare una corretta e “curata” (content curation) pianificazione dei contenuti che si vorranno veicolare. Non solo relativamente ai tempi ma proprio relativamente al “taglio” che si vorrà dare. Un’attenta analisi del pubblico a cui ci si vuole rivolgere, un’analisi dell’ingaggio (o interazione totale) rispetto alle tematiche trattate e i propri concorrenti, permetteranno di ottenere (nel lungo periodo, in quanto si dovrà avere pazienza almeno all’inizio) degli ottimi risultati. Soprattutto se si “rispetterà” la propria utenza e si cercherà di creare dei contenuti davvero coinvolgenti.


NON BASTA INFATTI SCATTARE UNA SEMPLICE FOTO DEI PRODOTTI ma va appunto cercata di massimizzare l’interazione con gli utenti, coinvolgendoli attivamente ( basti pensare che un utente che “ama” davvero un brand -il cosiddetto lovebrand-, lo segue ed interagisce davvero costantemente). Iniziamo con qualche suggerimento, soprattutto se ancora non avete creato il vostro account su Instagram o lo avete aperto da poco. Come abbiamo scritto poco fa, per prima cosa è farsi un’idea del pubblico di riferimento e un’analisi approfondita in seguito. Fatto questo una delle attività che maggiormente vengono usate è quella di raccontare o ricordare la storia di un servizio/prodotto e con lo scatto fotografico, “chiedere” al pubblico se conoscono o ricordano il prodotto/servizio. Questa possibile interazione genera l’emozione del ricordo nell’utente ed in questo modo è molto probabile che rimarrà colpito, apprezzando non solo con un “mi piace” (un parametro che spesso viene considerato ma è relativo) ma con un commento o addirittura ripubblicando (con apposite app come Instarepost o Regram) quel contenuto e diffondendo ancor di più il messaggio dell’azienda, accre-scendo la brand awareness. Recentemente Instagram ha introdotto la possibilità di inviare, tramite messaggio diretto o DM, il post (foto o video) ad altri utenti. Anche questo accresce l’engagement!


LA POSSIBILITÀ DI SBIZZARRIRSI CON LA CREATIVITÀ È INFINITA. Un esempio? Creare una sorta di racconto, sia video che fotografico, in cui appassionare l’utente e portarlo a diventare successivamente un cliente. Come? Beh con una “storia” a puntate ad esempio: http://instagramersitalia.it/fertylize-i-video-su-instagram-tra-intrattenimento-e-marketing/ Il settore automotive offre molti spunti, infatti diverse case automobilistiche si sono sbizzarrite nell’integrare la propria presenza su Instagram. Un caso è quello che è stato sviluppato da @FordItalia, infatti in occasione del lancio della Mustang è stato creato l’ #InstaTestRide per le vie di Roma. https://www.instagram.com/p/7j9InWvl1f/ Si tratta di un percorso diviso in due scenari che l’utente sceglie a partire dal click sull’immagine (col “tap” infatti si evidenziano i tag degli account creati per i percorsi). Da questi due account si accede a immagini e contenuti speciali cliccando sempre su ogni immagi-ne si avanza nel percorso da scegliere. Ogni account creato è composto da un mosaico di immagini che permette sia di visualizzare di-versi panorami della nostra capitale (dal Pincio al Capidoglio, da Piazza Venezia ai Fori Imperiali ad esempio) ma soprattutto di vedere anteprime e optional dell’auto oltre che testdrive inediti e video in timelapse. https://www.instagram.com/go_to_fori_imperiali/ https://www.instagram.com/go_to_colosseo/


UN CASO SIMILE DI “NAVIGAZIONE A MOSAICO” CON LA CREAZIONE DI ALCUNI ACCOUNTS, è stato realizzato da ChupaChupsWorlds in occasione dell’ultimo Helloween (ottobre 2015), in questo caso la storia parla di Lolli (un chupachups dalle fattezze femminili) https://www.instagram.com/getlolli/ che deve essere salvata (qui l’antefatto: https://www.instagram.com/p/uIcSWsqKDC/?taken-by=getlolli). Per l’occasione il team ha realizzato dei video con i riferimenti a film horror conosciuti, il tutto con la tecnica di semi stop motion usando come personaggi le dita. Il racconto è davvero divertente ed appassionante, gli scenari sono diversi e alla fine è molto piacevole per l’utente che deve scovare la stanza dove Lolli è nascosta. Tutto si basa sulla costruzione di account a mosaico legati tra loro e con contenuti video davvero particolari. La caccia al “tesoro” si fa sempre più avvincente durante il percorso (indicato nelle immagini da alcune frecce -spesso si è ad un bivio- e malgrado questa indicazione “forzata” l’attenzione non cala) e se troverete la via per trovare Lolli avrete una sorpresa “inaspettata” in fondo è Helloween! Davvero un progetto ben riuscito.


UN CASO PARTICOLARE DI CUI FAR MENZIONE È IL PROGETTO #BETUSCAN curato dalla testata giornalistica @IlTirreno assieme ai local manager toscani (i referenti territoriali dell’associazione Instagramers Italia per le province toscane e “gestori” degli account delle 10 province) per raccontare il territorio. In che modo? Grazie ad una collaborazione, ogni local manager è stato chiamato a raccontare la propria provincia attraverso la gestione giornaliera dell’account de Il Tirreno, fornendo foto e testi inediti. Questa strategia di engagement ha permesso di “aprire” le porte della redazione agli esterni ed il pubblico ha davvero apprezzato questa co-gestione. http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2015/09/17/news/betuscan-tra-le-dieci-province-toscane-con-gli-instagramers-e-il-viaggio-continua-1.12109400 Dopo una prima fase adesso il progetto continua e pare che l’interesse sia sempre più grande.  


UN’ALTRA CASE HISTORY PER INTERAGIRE COL PUBBLICO ED AVERE FEEDBACK? Beh l’azienda @Technogym https://www.instagram.com/technogym/ per questo Natale ha realizzato il progetto @WellnessGiftFinder per dare consigli per i regali a chi è appassionato di sport. L’account è stato preparato con una serie di foto in cui vengono poste alcune domande, in ogni foto è pre-sente il link ad un ulteriore account che alla fine mostra il suggerimento del prodotto-regalo da fare. Un’idea molto originale per far conoscere i propri prodotti in modo differente. 


ALCUNE TIPS:

1. Pianificare sempre i propri contenuti rispetto alla propria utenza. Creare dei contenuti (foto e video) adatti al pubblico renderà l’account davvero “sentito” da parte degli utenti. Creare delle didascalie adeguate, di impatto e creative accrescerà molto il tasso di interesse da parte degli utenti. 

2. Realizzare delle foto e dei video di qualità. A partire dalla corretta luce (fondamentale scegliere se farlo in modo “controllato” in studio o con un set preparato o in un ambiente -interno o esterno- con luce naturale) fino al contrasto, all’uso delle ombre ed alla variazione cromatica. L’importante è ricordarsi di essere originali e creativi. Ispirarsi senza copiare.

3. Cercare di realizzare una pianificazione editoriale calendarizzata sempre in base ai contenuti ed il pubblico. Determinati orari sono migliori per veicolare certi contenuti (che siano più o meno “promozionali” od “autoreferenziali”). Ricordarsi che il “tempo” di una foto entro il quale si ha l’interesse da parte del pubblico è mediamente compreso tra le 3 e le 5 ore.

4. Engagement: l’interazione col pubblico è fondamentale per la buona riuscita della strategia associata al proprio account aziendale. L’ingaggio è dato dall’interazione col pubblico attraverso i commenti scritti sulle proprie foto e su quelle degli utenti (che possono apprezzare il brand dedicando foto), apprezzamenti (likes) ed eventuali ripubblicazioni dei contenuti.

5. Geolocalizzare: è molto importante taggare i propri contenuti attraverso la localizzazione. Sia in occasione di eventi che in generale. Questo permetterà agli utenti di comprendere dove si sono svolti gli scatti ma soprattutto la possibilità di ricercarli per località. E’ inoltre utile anche per “ricordare” a distanza del tempo le attività svolte. A seconda del numero di post realizzati durante un anno è importante associarli anche in base al luogo, utile anche quando si fanno i report delle attività del brand.

6. Preparare una corretta bio per il proprio account. E’ importante far conoscere il brand ma senza essere troppo noiosi. Inoltre è pos-sibile inserire un link cliccabile, in genere il consiglio migliore è inserire un link con la possibilità di tracciamento (sia attraverso il servizio bit.ly sia con Google Analytics).

7. Creazione di challenge (sfide) e contest (in Italia sono paragonati ai concorsi in genere, quindi è meglio avere il parere di un legale e/o di un commercialista). Attraverso queste opzioni è possibile valorizzare gli utenti più meritevoli a seconda della strategia. Una cosa è creare un challenge per accrescere la presenza del brand, altra cosa per interagire e comprendere meglio il pubblico.

8. Coinvolgimento di utenti che possono avere un alto seguito e che possono quindi far interessare questo seguito al brand o al prodotto/servizio. In questo caso dipende che cosa ci si aspetta realmente da questo metodo. Può essere una strategia che porta risultati validi ma può anche essere vista come una strategia alla ricerca di gruppi di élite che può essere vista non di buon occhio dal resto del proprio pubblico e generare un effetto contrario. 


ALTRA COSA INVECE È SE SI VUOLE LANCIARE UN NUOVO PRODOTTO O SERVIZIO e si scelgono utenti che hanno una conoscenza tecnica o di settore. In questo modo si permetterà a tali “prescelti” di provare in anteprima il prodotto e raccontandolo ai propri followers si avrà una percezione indicativa.

9. Ricordarsi di non essere troppo autoreferenziali e promozionali. Il proprio account aziendale deve raccontare alcuni aspetti, dal “dietro le quinte” ad un uso particolare di un prodotto, dal pubblicare suggerimenti per usare meglio un prodotto al ripubblicare una foto di un utente. Per la pubblicità esiste la piattaforma per gli annunci: Instagram Ads.

10. Analisi. Per comprendere se la strategia scelta per i propri contenuti è corretta, sarà necessario monitorare l’andamento attraverso alcune piattaforme. Cosa molto importante anche nel caso si voglia creare un hashtag (etichetta per classificare e cercare le foto) per un challenge, un contest o per “personalizzare” una determinata caratteristica dei propri contenuti. In tutti questi casi è necessario capire la percezione da parte del pubblico con determinati strumenti. Con questi sarà possibile anche andare a comprendere meglio a che orari e che apprezzamenti vengono fatti dai propri followers.


LA PIATTAFORMA DEGLI ANNUNCI. Come realizzare un annuncio su Instagram e perché? Attraverso il gestionale delle inserzioni di Facebook (sì, Instagram fa parte di esso e per attivare le campagne è necessario avere un profilo per le inserzioni attivo ed avere una pagina Facebook) è possibile creare il set di ads. Perché usare questa piattaforma? Perché c’è un maggiore interazione su Instagram ed è possibile misurare le attività. I formati sono le immagini classiche (risoluzione fino a 1080 px per il formato “quadrato” o 1200 px per la versione estesa), i video (durata max 30” e peso max 30Mb) e i caroselli (un set di 4 – a breve 5- immagini in scorrimento orizzontale, utile per promuovere più prodotti). Le azioni disponibili: un link ad un sito (per le immagini e i caroselli) con un tasto personalizzabile (prenota subito, iscriviti, ecc), in-stallazione di un’app (per immagini e video) anche in questo caso con un tasto personalizzato (installa ora, ecc). Il consiglio nel caso del link al proprio sito è di creare una specifica pagina (landing page) per massimizzare l’interazione o la richiesta del cliente e ovviamente il sito dovrà essere di tipo responsive (ovvero adattivo in base al device usato).


ALCUNI STRUMENTI: Iconosquare. Grazie a questo servizio online è possibile avere una panoramica relativa al tasso di engagement, migliori post, migliori orari rispetto al contenuto pubblicato, i followers guadagnati/persi, i followers che interagiscono maggiormente, le foto con più likes, le foto più commentate ed altro. Si tratta di uno strumento di base per avere un quadro della situazione. Latergramme o Hootsuite. Uno degli “incubi” di un social media manager su Instagram è quello di preparare i contenuti da postare agli orari prestabiliti secondo il piano editoriale. Con questo genere di servizio è possibile “agevolare” il lavoro, preparando i contenuti da postare e poco prima della prevista pubblicazione il servizio ci avviserà e permetterà di pubblicare correttamente. Repost, Instarepost o Regram. Con questo genere di applicazioni sarà possibile ripubblicare un contenuto di un utente. Tale attività permette di “valorizzare” l’utente ed accrescere la percezione degli utenti rispetto al brand e di conseguenza aumentare l’engagement. Instagram partners program. Da poco lanciato, questo servizio permette di entrare in contatto con realtà che forniscono supporto tecnico relativo sia alla pianificazione delle campagne che dei contenuti.


IN DEFINITIVA: Il consiglio è quello sì di valorizzare i propri contenuti cercando di avere approvazione da parte degli utenti (anche con un semplice like, seppur sia un parametro non del tutto attendibile rispetto al rapporto tra numero di foto, commenti e il tempo entro il quale avviene l’interazione) ma è molto importante prevedere una strategia a lungo termine, cercando in ogni modo di interagire col pubblico e farlo davvero appassionare al proprio brand. Meglio avere un seguito ristretto ma appassionato al proprio brand, servizio o prodotto che averne uno che non interagisce mai o davvero molto poco. Questo perché su web e soprattutto su determinate piattaforme social media il pubblico tendenzialmente arriva ad annoiarsi più velo-cemente e quindi raggiungere l’obbiettivo preposto risulta sempre più complicato. *



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