PJL-46

Forte espansione del settore tissue in Iran

L’Iran è la patria di una delle principali e più antiche civiltà al mondo, con insediamenti storici e umani che risalgono al 4000 A.C.

Esko Uutela, EU Consulting/RISI


Eventi economici e politici hanno ostacolato lo sviluppo. A questo punto ci si potrebbe chiedere quale nesso possa esservi tra la storia e la cultura e il mondo del tissue. È vero che il settore del tissue è relativamente nuovo nel panorama mondiale - si parla di meno di un secolo di tradizione - rispetto ai 6000 anni della storia persiana/iraniana. Ma non è il tempo bensì la ci-viltà a essere importante, inclusi gli elevati standard igienici quale fattore di maggiore benessere e di una migliore qualità della vita quotidiana, in realtà un prerequisito per lo sviluppo del tissue. In questo senso l’Iran è teoricamente ben qualificato, ma ha subito repentini mutamenti politici e di recente anche sanzioni economiche.

L’industria del tissue è nata da poco in tutto il Medio Oriente e dunque anche in Iran. Il database RISI (raccolta di informa-zioni su stabilimenti e progetti nel settore pasta e carta) registra il 1966 quale anno di installazione della macchina tissue di Novzohour Paper Industries, ma è molto probabile che la PM abbia prodotto in passato altre tipologie di carta, come quella da pacchi, mentre il passaggio al tissue è avvenuto più tardi, presumibilmente attorno al 1980, data della nostra prima regi-strazione relativa a produzione di tissue in Iran.


ALLA FINE DEGLI ANNI 70, IL SETTORE PASTA E CARTA STAVA VIVENDO UNA BUONA FASE DI SVILUPPO IN IRAN, al punto che era stato commissionato un progetto generale di ulteriore evoluzione delle varie aziende a una nota società di progettazione e consulenza con sede in Finlandia, in cui ho lavorato io stesso all’inizio della mia carriera. Se non ricordo male, vi era qualche progetto anche per il settore del tissue, nulla di rivoluzionario, ma era parte del programma. La Rivoluzione Islamica del 1979, però, ha bloccato tutto e il personale coinvolto nel progetto, già giunto nel paese, ha dovuto fare ritorno a casa perché non vi erano più finanziamenti disponibili.

I radicali mutamenti politici e l’interruzione dei rapporti con gli USA, comprese le sanzioni contro l’Iran, nonché la successi-va guerra in Iraq (1980-1988) hanno praticamente isolato il paese dalla scena internazionale più rilevante. Di conseguenza, non si sono registrate molte evoluzioni nell’industria della pasta e della carta in questo periodo e la stessa cosa vale anche per il tissue.

Dopo la morte dell’Ayatollah Khomeini nel 1989, il panorama politico è cambiato e, secondo alcune fonti, si è passati dall’autocrazia a un’oligarchia religiosa. È stato un piccolo segnale positivo per lo sviluppo economico e industriale, suppor-tato dalle potenti fondazioni religiose. Nel tissue sono stati fatti due investimenti in nuove capacità: la PM Voith di Latif Pa-per Products avviata nel 1994 e la PM Over Meccanica di Harir Khuzestan Tissue avviata nel 1995. Tali investimenti hanno moltiplicato la produzione interna di tissue in Iran. Inoltre, hanno cominciato a nascere piccoli converter nel paese.


MA LA TENSIONE POLITICA È CONTINUATA E NEL 1995 GLI USA HANNO ESTESO LE SANZIONI ALLE SOCIETÀ CHE LAVORAVANO CON IL GOVERNO IRANIANO. Il settore del tissue non è stato coinvolto, ma ha risentito comunque della turbolenza generale e dell’incertezza riguardo al futuro dell’intera regione (l’Iraq è stato il secondo grande problema). In Iran, dopo le due nuove macchine tissue avviate poco prima dell’inasprimento della situazione politica, non vi sono stati investimenti importanti nel decennio successivo, ma il numero di piccoli converter ha continuato a crescere e con esso le importazioni di bobine madri. Dal 1995, il primo evento significativo nella produzione di carta tissue riguarda il progetto di rebuild di Latif nel 2008. Nel 2006, la situazione politica è peggiorata e il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato la Risoluzione 1696, imponendo sanzioni dopo che l’Iran si era rifiutato di sospendere il suo programma di arricchimento dell’uranio. Queste sanzioni hanno complicato le transazioni bancarie e assicurative nonché le spedizioni di merci nel paese, gravando il paese e la popolazione iraniani di un pesante tributo.

A sorpresa, però, le sanzioni non hanno interrotto le importazioni di bobine madri di tissue, che hanno continuato a cresce-re anche dopo il 2006, facendo sì che le importazioni totali di tissue raggiungessero il picco delle 84 000 tonnellate nel 2013 (tabella 1). Secondo le statistiche, le importazioni sono giunte principalmente da altri paesi del Medio Oriente, come gli Emirati Arabi Uniti, sebbene riteniamo che una notevole quantità di queste forniture siano in realtà transitate dall’Asia (Ci-na, Indonesia, India).


LA CRESCITA ECONOMICA E DEMOGRAFICA TRAINA LA DOMANDA DI TISSUE. Anche se l’isolamento dal mondo occidentale ha causato molti problemi all’industria nonché limitato la disponibilità di beni importati per la popolazione, l’economia iraniana, prevalentemente basata sulle esportazioni di gas e petrolio, ha continuato a crescere nel periodo 1993-2008, nonostante l’instabilità politica, le sanzioni e la parziale separazione dai paesi occidentali. Il PIL è cresciuto in media del 4,2% annuo tra il 1993 e il 2008, raddoppiando quasi in questo periodo. Nel 2012, però, l’economia iraniana ha subito una contrazione del 6,6%, dell’1,9% nel 2013, per effetto delle severe sanzioni occidentali e dei problemi legati all’export petrolifero, con una crescita media di appena 0,8% nel quinquennio 2008-2013. Negli anni 2014 e 2015 c’è stata una leggera ripresa, ma la crescita del PIL è rimasta contenuta. Sembra comunque che non vi sia alcuna relazione diretta tra le variazioni annuali del PIL e il consumo iraniano di tissue e la questione principale continua a essere la disponibilità del prodotto legata all’embargo commerciale e finanziario.

Il miglioramento graduale dell’economia iraniana e la crescita della classe media, sempre più consapevole dell’aspetto igiene, hanno creato nel tempo una domanda latente per i prodotti tissue che si erano resi scarsamente disponibili, con il paese che aveva raggiunto la soglia per la penetrazione del tissue. La popolazione iraniana è cresciuta a un tasso dell’1,2%-1,3% annuo, contribuendo alla domanda di beni di consumo a rotazione elevata, come il tissue.


IL CONSUMO DI TISSUE IN IRAN È CRESCIUTO A UNA MEDIA DEL 6,7% ANNUO NEL DECENNIO 1995-2005, più della produzione interna (3,8% annuo), che non è stata in grado di soddisfare la domanda, determinando un aumento delle importazioni, soprattutto di bobine madri, a partire dalla fine degli anni 90. Ma negli ultimi 10 anni il tasso di crescita è raddoppiato oltre il 13% annuo, così come i volumi di mercato tra il 2010 e il 2015 (tabella 1). Si tratta di un fatto molto promettente, specie se si considerano le sanzioni occidentali. Nuove forniture interne hanno reso ciò possibile e anche se è stato complicato organizzare le consegne delle attrezzature nonché i pagamenti a causa delle sanzioni, alcuni nuovi stabilimenti hanno potuto avviare l’attività. Prima di questo, la fornitura di bobine madri di tissue era scarsa e le importazioni problematiche, al punto che pare che le fabbriche esistenti riuscissero a vendere i loro prodotti con pagamenti anticipati e consegne che arrivavano fino a tre mesi dopo l’ordine!


CON CIRCA 160 000 TONNELLATE DI CONSUMO ANNUO DI TISSUE, L’IRAN È OGGI IL TERZO MERCATO PIÙ IMPORTANTE DELLA REGIONE MENA, preceduto solo da Turchia e Arabia Saudita. Ma con una popolazione di 80 milioni di abitanti, il consumo pro capite di tissue continua a essere basso, appena 2 kg a testa, evidenziando un potenziale di crescita ancora notevole.

Analogamente ad altri paesi islamici, le veline sono il prodotto dominante, con il 63% del consumo totale (figura 1). La carta igienica è al secondo posto, con una quota del 30% circa dei consumi di tissue. Gli asciugatutto hanno cominciato a svilup-parsi solo di recente, principalmente nel segmento carta da cucina, mentre i prodotti AfH sono ancora ai blocchi di partenza. Anche i tovaglioli sono un segmento ristretto, dal momento che le veline vengono impiegate come una sorta di prodotto multiuso nelle famiglie.


I NUOVI INVESTIMENTI STANNO CAMBIANDO IL PANORAMA DELLE FORNITURE.. A partire dal 2010 l’Iran ha registrato una serie di nuovi investimenti, che hanno raggiunto il loro culmine nel biennio 2013-2015, quando hanno fatto la loro comparsa quattro PM, due grandi e due medie, le quali hanno cominciato a influenzare il mercato, modificando a fondo il panorama delle forniture. Grazie alle nuove capacità, che comprendono anche un paio di PM che dovrebbero entrare in funzione quest’anno, si va oltre le 240 000 tonnellate/anno, il che significa moltiplicare la capacità produttiva di tissue del paese.

Il primo investimento dopo il rebuild Latif del 2008 è stato fatto da un nuovo operatore iraniano, la Iranian Fartac Arman Company (IFC Group), che nel 2010, nella zona di Teheran, ha acquistato una macchina tissue di fabbricazione cinese. La società ha ampliato il raggio d’azione dal trading alla produzione di tissue. Dallo stesso fornitore cinese (Nanning Elite) ha comprato anche una linea per la produzione di cartone. Ma le informazioni sulla gamma di prodotti della società scarseggia-no.

Il gruppo turco Hayat Kimya, che ha avuto una rapida espansione in patria, ha deciso di puntare all’Iran, costruendo un nuo-vo, grande stabilimento di tissue a Zencan, 180 km circa a nord-ovest di Teheran. Il nuovo stabilimento è entrato in funzio-ne nel secondo trimestre del 2013, facendo di Hayat Kimya il primo fornitore di tissue del paese in termini di capacità.


NEL FEBBRAIO 2014, UN’ALTRA PM TISSUE È STATA AVVIATA DA GOLBONEH PARS INDUSTRIAL CO. (G.P.I.) NELLA REGIONE DI TE-HERAN. La PM, originariamente commissionata all’italiana Over Meccanica, dopo il fallimento di quest’ultima, è stata poi fornita dalla ABK Italia; si tratta di una PM più piccola, con foglio utile da 2,8 m e una capacità di 21 000 tonnellate/anno.

La seconda grande PM Valmet è stata acquistata da Zarrin Barge Persia, un converter iraniano di tissue e prodotti per l’igiene, a fine 2011 o inizio 2012, ma il progetto è stato rinviato più volte prima dello start-up definitivo di questa PM da 70 000 tonnellate annue, avvenuto a inizio 2015 a Saveh, 130 km circa a sud-ovest di Teheran. L’azienda aveva inizialmente pianificato di installare due PM tissue, ma al momento non vi sono notizie della seconda PM. A fine 2015, Azerbaijan Narmeh Paper Industries ha messo in funzione una nuova PM Recard presso il suo stabilimento di Tarbiz, nel nord-ovest dell’Iran. Questa PM ha un foglio utile largo 2,9 m e una velocità di 1 800 m/min, con una capacità da noi stimata di 30 000 tonnellate/anno. Anche questo progetto è stato rinviato almeno per più di un anno, quale riflesso dei problemi creati dalle sanzioni occidentali.

Vi sono altri due progetti tissue che dovrebbero partire nel corso del 2016. Sivan Tissue Paper, con sede nella regione di Te-heran, ha acquistato una piccola PM tissue dall’azienda cinese Shandong Xinhe Papermaking Engineering Co. La PM doveva entrare in funzione a fine 2015, ma, poiché non abbiamo notizie del suo start-up, riteniamo che anche questo progetto sia stato rinviato. Il secondo nuovo progetto riguarda Arian Cellulosa Sanat, parte del Golrang Industrial Group di Eshtehard, 100 km circa a ovest di Teheran. Questa PM ha una capacità stimata di 35 000 tonnellate/anno ed è stata ordinata all’italiana A.Celli Paper. Il progetto è in corso e necessita ancora di qualche aggiustamento, ma è probabile che anche questa PM entrerà in funzione nel corso dell’anno.


I NUOVI INVESTIMENTI HANNO MODIFICATO ANCHE LA STRUTTURA DEL MERCATO IRANIANO DEL TISSUE. Il gruppo turco Hayat Kimya è arrivato nel 2011 e ha cominciato a vendere i suoi prodotti nel paese per preparare l’investimento della fabbrica di tissue. Storicamente il mercato iraniano del tissue è stato dominato da converter indipendenti di tissue e prodotti per l’igiene, alcuni dei quali sono diventati piuttosto grandi, come Pars Crepe, Pars Cellulose e Zarrin Barge Persia. L’aggressiva politica di penetrazione di Hayat Kimya ha modificato rapidamente il panorama della concorrenza. Riteniamo che l’investimento nella nuova fabbrica di Zarrin Barge Persia sia stato una reazione all’invasione di Hayat Kimya. Anche altri converter avevano iniziato a prendere in considerazione un’integrazione verticale, specie perché le bobine madri di tissue scarseggiavano e le importazioni dall’estero erano problematiche a causa della situazione politica e dell’incerta tempistica delle consegne.

Alla fine del 2015, Pars Hayat e Zarrin Barge Persia fanno registrare poco più del 29% ciascuna in termini di capacità di carta tissue, seguite da Azerbaijan Narmeh Paper Industries (12%), Latif Paper Products e Golboneh Pars Industrial (circa il 9% ciascuna).


BRILLANTI PROSPETTIVE FUTURE, MA IL CALO DEL PETROLIO MINACCIA L’ECONOMIA. All’inizio di aprile 2015, il gruppo P5+1(Cina, Francia, Russia, UK, USA più Germania) e l’Iran, riuniti in Svizzera a Losanna, hanno raggiunto un accordo quadro provvisorio che, una volta finalizzato e attuato, abolirà la gran parte delle sanzioni in cambio di limiti all’espansione di programmi nucleari dell’Iran per i prossimi dieci anni. Il risultato è stato che le sanzioni ONU sono state abolite il 16 gennaio 2016. Si prevede che l’attenuazione della tensione politica e la riapertura dei mercati mondiali all’Iran contribuiranno allo sviluppo economico e aiuteranno le aziende iraniane a realizzare gli investimenti pianificati come pure ad approvvigio-narsi di materia prima, importare pezzi di ricambio, ecc.

Si tratta di una novità positiva per il settore iraniano del tissue, che dovrebbe continuare a crescere notevolmente nei pros-simi dieci anni. Il tasso di crescita media del consumo di tissue dovrebbe attestarsi sul 10% annuo fino al 2023. Ma il livello di partenza è così basso che la crescita annuale dei volumi rimarrà sotto le 20 000 tonnellate. Ci vorranno tre anni prima che tale crescita sia in grado di assorbire la capacità di una grande macchina tissue. Ciò significa che i recenti investimenti han-no portato a un eccesso temporaneo di capacità ed è probabile che le importazioni di tissue continueranno a calare (figura 3). Presumendo che l’Iran non diventerà un grosso esportatore di tissue, l’utilizzo della capacità sarà ridotto nei prossimi due-tre anni. Non saranno necessari ulteriori investimenti prima del 2020, sebbene pare che un paio di operatori si stiano già muovendo.


UNA PICCOLA NUVOLA OSCURA UN ORIZZONTE ALTRIMENTI CHIARO, OSSIA IL MODO IN CUI L’ECONOMIA IRANIANA SI SVILUPPERÀ NEI PROSSIMI ANNI. La revoca delle sanzioni ha aperto le porte ai mercati mondiali, agevolando le esportazioni di gas e petrolio dall’Iran. Il petrolio rappresenta l’80% circa dell’export iraniano, dunque l’economia è molto vulnerabile e dipendente dai prezzi del petrolio. L’annuncio della revoca delle sanzioni contro l’Iran ha determinato un calo immediato di tali prezzi sul mercato mondiale e la gran parte delle previsioni attuali ne prevede solo un recupero graduale nei prossimi cinque anni.

Probabilmente ciò limiterà la crescita dell’economia iraniana per i prossimi anni e potrebbe avere qualche effetto negativo indiretto sulla penetrazione del tissue. Tuttavia, le prospettive a più lungo termine sono buone e il consumo di tissue in Iran continuerà probabilmente a registrare un’ulteriore, forte espansione. *


Per contattare Esko Uutela, Principal, Tissue, EU Consulting/RISI: tel.: +49-8151-2919, cellulare: +49-172-852 4447 o e-mail: euutela@risi.com.



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