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Voi siete qui

Se vi dicessero che la Terra è piatta o rotonda a voi cosa cambia? Le dimensioni del pianeta sono talmente vaste in rapporto alla dimensione di qualunque animale che la superficie terrestre può essere considerata piatta e, in effetti, le carte con le quali viene rappresentata hanno quasi sempre due dimensioni.

Nico Zardo 


La cartografia (dal greco khartes, “mappa”, e graphein, “scrivere”) è un sistema di segni che rappresentano un luogo geografico, lo stato o lo sviluppo di un fenomeno o di eventi.
Il suo contributo all’esplorazione del pianeta in cui viviamo ha accompagnato lo sviluppo della nostra civiltà e spesso ne ha determinato i grandi cambiamenti.
Pensate alle coraggiose conquiste di Colombo: non avrebbero potuto avvenire se le informazioni raccolte da cartografi come Paolo Toscanelli non gli avessero fatto balenare l’idea (errata ma fortunata!) di poter raggiungere le Indie viaggiando verso ovest, confidando in un mondo rotondo e decisamente più piccolo di quanto pensava che fosse.

 

LA PRIMA MAPPA CONOSCIUTA, che risale al 7° millennio a.C., è un dipinto murale, di controversa interpretazione, che potrebbe rappresentare l’antica città Çatalhöyük , in Anatolia.
Il greco Anassimandro, nel 6° secolo a.C., avendo osservato che sole, luna e stelle girano attorno alla terra, avanza l’idea che questa è una specie di disco sospeso nel vuoto. Platone (427-347 a.C.) e Aristotele (384-322 a.C.), speculando sulle loro osservazioni delle stelle, affermavano che la Terra è un globo, e, nel 250 a.C., Eratostene di Cirene arriva a calcolarne il raggio, con una approssimazione del 5% rispetto alle attuali conoscenze.
Gli antichi Romani, non approfondiscono gli studi di cosmografia fatti dai Greci, e considerando l’aspetto pratico della loro gestione militare del territorio disegnano, in modo sintetico, carte che nel 4° secolo, descrivono il tracciato delle strade dell’impero: 200.000 km di strade sono raccolte nella Tabula Peutingeriana, conservata alla Bibioteca Nazionale di Vienna.
Tolomeo, al quale si deve l’idea del sistema geocentrico, nella sua Geografia sviluppa, nel 2° secolo, l’opera di Marino di Tiro che aveva introdotto i concetti di latitudine e longitudine, e rappresenta in 26 mappe il mondo allora conosciuto.

 

DURANTE IL MEDIOEVO la concezione prevalentemente religiosa della realtà ha il sopravvento sulle osservazioni scientifiche: sono gli Arabi che recuperano e sviluppano le esperienze di Greci, Romani e Indiani. Il geografo arabo Muhammad al-Idrisi, vissuto in Sicilia alla corte di Ruggero II, realizza, nel 1154, la Tabula Rogeriana.
Raccoglie, in questa, conoscenze dei geografi classici e informazioni di esploratori e mercanti arabi rappresentando una mappa del mondo che descrive le conoscenze del tempo di Africa, Oceano Indiano ed Estremo Oriente, e viene considerata la più accurata mappa del mondo per i successivi tre secoli.
La compilazione di una carta geografica era un’operazione di grande complessità perchè richiedeva conoscenze e informazioni non facilmente reperibili.
I viaggi di Alessandro fino ai fiumi Amou Daria e Indo, di Marco Polo, da Venezia alla Cina, o le esporazioni dell’Africa nel 18° e 19° secolo fatte da Burton e Speke, Livingston e Stanley, dai quali furono fatte relazioni scritte, non potevano tradursi in una carta perchè gli spostamenti a piedi consentivano la conoscenza di una zona molto stretta. I naviganti potevano trovare informazioni sui portolani che descrivevano le coste e le rotte con parole e con disegni e sulla bussola, invenzione di origine cinese, introdotta in Europa nel 12° secolo.

 

LA PROVA DELLA SFERICITÀ DELLA TERRA si ebbe con la sua circumnavigazione a opera di Ferdinando Magellano e Juan Sebastián Elcano (1519-1521). Dal punto di vista cartografico, il problema della sua rappresentazione su carta è costituito dalle deformazioni che derivano della proiezione della sua superficie sferica su un piano. (vedi box a pagina 166)
Nel 1569 il fiammingo Gerardo Mercatore utilizza una proiezione cilindrica per realizzare una grande carta (202 x 124 cm.) che, per la prima volta, in un colpo d’occhio fa vedere tutto il mondo conosciuto, un planisfero che, con successive modifiche e aggiornamenti, viene ancora oggi utilizzato. Il difetto della proiezione di Mercatore, realizzata per indicare ai mercanti le rotte marittime per il Nuovo Mondo, sta nel fatto che mano mano che ci si allontana dall’equatore le superfici vengono alterate al punto che i dati rilevabili oltre il 70° parallelo nord o sud non sono affidabili.

 

LA RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA DEL MONDO HA UN VALORE SIMBOLICO MOLTO FORTE, capace di influenzare l’idea che ogni persona che nasce o vive su un territorio può avere degli altri luoghi della Terra. La dimensione di una nazione o la sua posizione, nord o sud, ha sempre avuto una grande importanza. Per cercare di riequilibrare l’idea del mondo basata sull’immagine di Mercatore, un cartografo moderno, il tedesco Arno Peters, ha ridisegnato, nel 1973, il planisfero rispettando tutti i parametri geografici che possono dar adito a un confronto di superficie o di posizione. Quella che potremmo definire una rappresentazione democratica della Terra: il confronto tra le due rappresentazioni è rilevabile a pagina 168!
Il ricorso ai globi terrestri, erroneamente indicati come mappamondi, aprirono una timida via a una rappresentazione della cartografia a tre dimensioni; i più famosi e spettacolari sono i due esemplari, di quasi 5 metri di diametro, costruiti nel 1683 (dopo due anni di lavoro!) dal frate veneziano Vincenzo Coronelli, su incarico del cardinale César d’Estrées, per omaggiare re Luigi XIV e ancora ammirabili alla Biblioteca Mitterrand di Parigi. La terza dimensione nella cartografia appare alla fine del 18° secolo quando i primi lavori di triangolazione permisero di rilevare le altitudini, la figurazione dei rilievi con la rappresentazione delle curve di livello: le linee che uniscono i punti posti alla stessa quota sul livello del mare (isoipse, sopra il mare; isobare sotto il suo livello) e che consentono una valutazione delle pendenze del terreno.
Con le recenti tecniche di riprese aeree, satellitari, telerilevamento e le sue codificazioni in dati digitali, viene introdotta la quarta dimensione: il tempo. Attraverso il monitoraggio visivo si possono fare rilievi sul territorio che mettono in evidenza i mutamenti dovuti a fenomeni geologici o a interventi dell’uomo.

 

LA CARTOGRAFIA GIÀ DA TEMPO VIENE UTILIZZATA NON SOLO PER RAPPRESENTAZIONI GEOGRAFICHE: la combinazione grafica di dati sociali, tecnici scentifici costituiscono una forma di comunicazione che consente di conoscere e valutare tantissimi ambiti dell’informazione e di comunicarli in modo efficace e sintetico.
L’ingegnere francese Joseph Minard (1781 – 1870) viene considerato uno dei fondatori dell’infografica: nel 1869 rappresenta la sconfitta militare di Napoleone, in Russia nel 1812, con diagrammi che riportano l’occupazione del territorio, la temperatura, il percorso e la direzione in avanti e in ritirata delle truppe.
Il medico John Snow nel 1854, dopo aver dettagliatamente cartografato strade e tubature dei diversi quartieri di Londra riesce a individuare il centro della contaminazione del colera che aveva origine nel pozzo di Golden Square. Henry Charles Beck, nel 1933 disegna la mappa della metropolitana di Londra svincolando i luoghi da posizione e distanze reali ma rendendo immediate ed efficaci le informazioni riportate.
Mark Lombardi, artista americano (1951-2001), è noto per aver creato opere grafiche che mostrano le interconnessioni tra le élite globali con i settori economici e finanziari e con il terrorismo, facendo affidamento su informazioni pubbliche e indagando le pratiche illegali del mondo globalizzato.

 

OGGI, GRAZIE AL GPS E ALLE MAPPATURE DIGITALI mediate da Google che ci chiede dove siamo tutte le volte che lo interroghiamo, il nostro rapporto con la geografia in qualunque parte del globo ci troviamo, non ha più segreti. Non solo: elaborando in tempo reale i nostri profili e la nostra posizione, siamo sollecitati dalla rete a provare il vicino ristorante di pesce (perchè due anni prima lo abbiamo catalogato tra le nostre preferenze), ad andare al cinema dietro l’angolo che proietta un film di un regista che abbiamo apprezzato su qualche sito o di incontrare un amico di Facebook che (noi non lo sapevamo, ma Google sì!), abita a poche centinaia di metri da dove ci troviamo. Ormai non potete più sfuggire: da qualunque parte vi trovate, voi siete qui!

 

 

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