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I droni, questi sconosciuti

Il termine drone nasce in ambito militare e tecnicamente si parla di UAV (Unmanned Aerial Vehicle) in quanto il controllo del territorio nemico avviene in via remota e non gestito direttamente da un pilota a bordo, ma pilotato da una strumentazione a terra.

Luca Silva e Andrea Dovichi (studiowasabi.com) 


Noi però tralasceremo l’uso militare e parleremo dell’uso “amatoriale” e professionale in ambito civile.
Ma prima un piccolo passo indietro. Forse non tutti sanno che grazie alla “contaminazione” di idee tecnologiche, tutto iniziò qualche anno fa (all’incirca nel 2005) con lo sviluppo dell’open hardware, in particolar modo con l’invenzione del brillante ingegnere italiano Massimo Banzi, ovvero il “padre” di ARDUINO.
Grazie a questa scheda multifunzione programmabile è stato possibile iniziare a sperimentare nell’ambito dell’aeromodellismo (“afflitto” da immobilismo tecnologico, ormai da qualche anno). Infatti esistevano già aeromodelli che volavano grazie a schede ma con un sistema di controllo abbastanza arcaico e l’alimentazione del sistema di “propulsione” era per lo più a benzina e del tutto inefficiente.
Nello stesso periodo una nota casa di video- giochi giapponese, la Nintendo, iniziò sviluppare una sensoristica specifica per accrescere l’esperienza di gioco (grazie ad accelerometri e sensori di posizione), nacque così la Nintendo Wii.

 

A QUESTO PUNTO ALCUNI APPASSIONATI DI AEROMODELLISMO, veri e propri “smanettoni”, iniziarono a smontare le componenti della Wii ed unendole ad ARDUINO (come dei veri hacker che usano tecniche miste per sperimentare oltre i limiti di un sistema) crearono i primi droni radiocontrollati e gestiti in modo innovativo (con l’introduzione di speciali batterie, le LIPO e alcuni sfruttando i nuovi motori brushless per avere maggiore gestione e controllo). In seguito, grazie a questo pioneristico processo di ingegnerizzazione e sperimentazione, il primo quadricottero (ovvero un multicottero a 4 motori) di massa fu sviluppato dalla casa produttrice francese Parrot, con la presentazione dell’A.R. Drone.

 

QUESTO DRONE NON SOLO ERA CONTROLLABILE ATTRAVERSO L'IPHONE E L'IPAD ma usando 2 telecamere permetteva di giocare attraverso la realtà aumentata (che permetteva di segnare punteggio, vita e munizioni) con altri A.R. Drone. Oltre ad essere molto stabile come aeromodello e comodo per riprese amatoriali, ed essere innovativo per l’uso della realtà aumentata, aveva innescato il mercato del consumo di massa perché aveva un costo accessibile.
Qualche anno dopo, nel 2013, l’azienda cinese Dji aveva iniziato ad entrare nel mercato proponendo un drone con caratteristiche un po’ più evolute ed in grado di montare un’action cam famosa già dal 2004: si trattava della GoPro HERO.
Questa action cam ha caratteristiche di pregio a costi contenuti, per chi desidera fare determinate riprese è già un buon punto di partenza, in quanto permette di girare video FullHD a fps (frame per second) elevati e negli ultimi modelli (HERO3+ e HERO4) addirittura di 4000 linee in larghezza o tecnologia 4K.

 

FINORA ABBIAMO PARLATO DI CHI USA I DRONI IN MANIERA AMATORIALE ma chi ha necessità “maggiori”, più specifiche e per riprese aeree professionali?
Beh... tutto dipende da una serie di fattori sia tecnici che normativi. Intanto la stabilità e sicurezza, a seconda della disposizione dei motori (quadricottero, esacottero, ottocottero, tricottero, tricottero a motori ridondati, ecc), della sensoristica più o meno precisa, della strumentazione di bordo più o meno efficace e professionale (ad esempio il “braccio” gimbal con servomotori per la video/fotocamera), dei sistemi di controllo per i motori e centralina (ESC) e delle batterie LIPO più o meno capaci e stabili.

 

E PER GLI ASPETTI NORMATIVI? DIPENDE DAL PAESE IN CUI SI "OPERA".  All’inizio del 2014, in Italia, l’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) ha iniziato a regolamentare questo ambito, stabilendo che droni ed aeromodelli (dove la “distinzione” è che un drone effettua dei lavori come operazioni specifiche mentre un aeromodello no ed è quindi usato per scopi ricreativi e sportivi) condividano, devono rispettare e si attengono allo spazio aereo V70. Ovvero al rispetto di uno specifico spazio d’aria di 70 m di altezza e raggio di 200 m. Ma non solo, l’ENAC identifica inoltre delle cosiddette operazioni critiche: area riservata solo a droni non ad aeromodelli, da “condurre” con particolare riguardo: con volo a vista (VLOS: visual line of sight) operazioni che non prevedono, anche nel caso in cui ci siano avarie ed altro, di sorvolare aree congestionate, folla di persone, agglomerati urbani, infrastrutture, aree riservate ai fini della sicurezza dello Stato, linee e stazioni ferroviarie, autostrade e impianti industriali.
Da ricordare inoltre: di mantenere una distanza orizzontale di volo di sicurezza adeguata alle aree congestionate, ma non inferiore a 150 m, distanza almeno di 50 m da persone e cose (che non siano sotto il diretto controllo dell’operatore), solo di giorno, in spazi aerei non controllati, fuori dalle ATZ (Aerodrome Traffic Zone) e comunque distanti almeno 8 km dal perimetro di un aeroporto e relativi sentieri di avvicinamento/decollo di/da un aeroporto.
Se non bastasse: è necessario avere tutte le autorizzazioni per il drone (con distinzione tra peso inferiore e superiore ai 25 kg), che il pilota abbia assicurazione per il drone ed abbia fatto una visita medica aeronautica. Chi volesse approfondire l’argomento potrà trovare sul sito dell’ENAC tutta la documentazione (http://bit.ly/sicurezzadroni).
Qualora foste interessati a un corso in tutta Italia e non solo è possibile trovare dei centri.
Nella zona di Lucca, ad esempio, il Dimostratore Tecnologico Zefiro, in collaborazione con la Società “Aeroporto di Capannori spa”, sta effettuando sperimentazione e ricerca per gli aeromodelli ed inoltre eroga corsi di formazione per il sistema a pilotaggio remoto (http://bit.ly/zefirolucca).
Nel 2013 il francese Eric Dupin ha ideato e creato “Dronestagram” un portale che, utilizzando Instagram, permette agli utenti di pubblicare le foto scattate dalle telecamere installate sui loro droni con lo scopo di creare una mappa della terra vista a volo d’uccello.
Sul portale sono presenti sia fotografie scattate con droni professionali che con aeromodelli amatoriali ed il suo punto di forza consiste nella possibilità di accompagnare le proprie foto con le caratteristiche tecniche: marca, modello e macchina fotografica/videocamera.
Inoltre è possibile la geolocalizzazione della foto che permette a qualsiasi utente di identificare il luogo in cui è stata scattata.

 

OLTRE A SCATTARE FOTOGRAFIE E FARE RIPRESE AEREE, come ad esempio fanno gli utenti di Dronestagram, è possibile utilizzare i droni per attività di marketing e guerrilla marketing (ovvero “quella forma di promozione pubblicitaria non convenzionale e a basso costo ottenuta attraverso l’utilizzo creativo di mezzi e strumenti aggressivi che fanno leva sull’immaginario e sui meccanismi psicologici degli utenti finali” da Wikipedia).
Ad esempio pochi mesi fa Amazon USA ha annunciato che avrebbe iniziato a implementare i droni per la spedizione e ciò ha fatto abbastanza scalpore.
Attraverso un video, divenuto poco dopo virale, viene mostrato un drone che nel reparto spedizioni viene caricato e configurato per la consegna al cliente. Nelle scene successive si vede il drone che recapita al cliente, molto felice sebbene un po’ perplesso all’inizio, quanto ordinato circa 3 minuti prima. (qrCode 1)
Infatti si vorrebbe usare il nuovo “amazon prime air” per determinate consegne. Grazie a questo modo di uso, l’opinione pubblica ha subito reagito e il brusio mediatico, attraverso sia le interazioni sul video che i social networks, ha scaturito un gran fermento oltre che ad aver fatto riflettere sulla questione delle consegne: infatti di solito avvengono con mezzi pesanti ed inquinanti; chissà che questo metodo non serva anche a sensibilizzare verso una più ecosostenibile consegna.
Forse ci troveremo a guardare una flotta di questi droni che raggiungono le case? Staremo a vedere nei prossimi anni, se questo metodo sarà “rivoluzionario” come sembra.
Intanto per l’ente americano FAA (Federal Aviation Administration) i droni non si possono ancora usare per l’uso commerciale e civile e quindi anche Amazon dovrà attendere.

 

UN CASO SIMILE È ACCADUTO IN CINA: l’azienda Incake ha deciso di consegnare, a Shangai, la propria produzione di torte con uno stabile esacottero con la capacità di volare fino a 50 m di altezza (pilotato a vista da una persona accompagnata da un veicolo). Dopo aver promosso questa attività attraverso un video in rete (qrCode 2), la Incake è riuscita a consegnare solo alcune torte in quanto in seguito la polizia locale ha vietato l’uso dei droni per ragioni di sicurezza pubblica. Dopo questo evento l’azienda ha deciso di effettuare tutto l’iter burocratico necessario per l’aviazione civile cinese e pare che forse la domanda sarà accolta.

 

PER CONCLUDERE, nel Novembre 2014, un’azienda ha promosso per il periodo promozionale del black friday (il giorno successivo al Giorno del Ringraziamento in cui le grandi catene commerciali offrono notevoli ed eccezionali promozioni al fine di incrementare le proprie vendite) uno sconto attraverso l’uso davvero insolito dei droni e di alcuni leggeri manichini, facendoli “volare” davanti alle vetrate dei grandi grattacieli. Forse un’attività un po’ ardua ma sicuramente d’impatto! (qrCode 3)

 

CONSIDERAZIONI FINALI. Come per ogni cosa è sempre bene documentarsi ed avere buon senso, ma di sicuro l’uso dei droni in determinate realtà potrà fare la differenza, così come in ambito marketing ma anche di soccorso (c’è chi fa uso dei droni per analizzare aree di pericolo in cui si spera di effettuare un salvataggio ma di difficile raggiungimento tramite le vie di terra).
Nell’ottobre 2014 la “Netherlands’ Delft University of Technology” ha annunciato che un proprio laureato ha sviluppato un prototipo di drone dotato di defibrillatore per soccorrere le vittime di crisi cardiache.
Tutto potrebbe cambiare snellendo determinati aspetti burocratici facendo si che l’utilizzo dei droni approdi in campi rimasti fino ad ora inesplorati con soluzioni che, ad oggi, sono ancora inutilizzate. Importante resta però il rispetto per i criteri di sicurezza atti ad assicurare l’incolumità di persone e cose. Ciò che è sicuro è che siamo agli albori di una nuova tecnologia potenzialmente utile a tutti, di facile accesso e con sbocchi fino ad ora inimmaginabili e, virtualmente, infiniti.

 

 

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