PJL-43

Sviluppo & progresso

Sviluppo & Progresso

 

Il proliferare di strumenti e programmi che dovrebbero consentire di meglio governare i diversi aspetti del nostro lavoro e della nostra vita, da un lato ci da un senso di sicurezza e di potere dall’altro ci fa sentire dipendenti dai mezzi che ci offrono queste opportunità.

Se il nostro cellulare non funziona, se il computer di bordo della nostra automobile decide di non funzionare, se la nostra agenda elettronica non riesce a connettersi con l’ufficio, i nostri contatti con le persone e i nostri programmi di lavoro subiscono un duro colpo.

A quel punto la nostra intelligenza può essere utilizzata solo per formulare raffinate imprecazioni.

 

Spesso la scelta di affidarci a strumenti più potenti e raffinati è dettata più esigenze indotte artificialmente piuttosto che da reali necessità personali. Questo dilemma, delicato e difficile da gestire - ambiguo nelle sue interpretazioni - richiama l’analisi che Pier Paolo Pasolini faceva, 40 anni fa, nella contrapposizione tra Sviluppo e Progresso, dove col primo termine indicava la tendenza a una produzione di beni sempre maggiore con reale beneficio di pochi e col secondo il miglioramento di condizioni di vita collettive. Le coraggiose critiche sociali dell’autore di Scritti Corsari viste alla luce della nostra realtà furono quanto meno premonitrici. E gli studi recenti di economisti apprezzati a livello mondiale sottolineano la tendenza a sperequazioni socio-economiche che ci riportano indietro di duecento anni.

 

Se proiettiamo queste considerazioni nel mondo del tissue ognuno può trarre le considerazioni che attengono alla sua storia, ma non possiamo non spezzare una lancia in favore di questo settore che parallelamente a un costante miglioramento dei mezzi di produzione ha promosso la qualificazione dell’igiene consentendo significativi salti qualitativi in tutte le realtà dove è entrato a far parte degli stili quotidiani.


L’assenza di acqua e servizi igienici non solo è causa di malattie, ma espone, in particolare le donne a rischi di aggressioni. In India “Circa il 60% della popolazione rurale fa i suoi bisogni all’aperto e donne e ragazze sono tenute a farlo col buio. è una minaccia alla loro dignità ma anche alla loro incolumità” dice il delegato dell’Unicef Louis-Georges Arsenault.

 

Le difficoltà a trovare strade nuove per la soluzione dei nostri problemi economici potrebbe prendere in seria considerazione i “clienti” più disagiati: forse non è un mercato atomicamente ricco, ma numericamente è grande.

 

Maura Leonardi

 

 

Commenti:
Accedi o Registrati subito per pubblicare un commento
PERINI JOURNAL 43