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La Cina alle prese con economia in calo ed eccesso di capacità produttive

Consumi giù, esportazioni su. La crescita economica della Cina evidenzia chiari segnali di decelerazione, passando da oltre il 10% nel 2010 al 7,7% nel 2012- 2013, con un ulteriore calo al 7% o appena superiore previsto per quest’anno e il prossimo. Per qualsiasi altra nazione al mondo, una crescita economica così veloce sarebbe bene accolta, ma per la Cina è eccezionalmente bassa, considerato il trend degli ultimi 20 anni.

 

Esko Uutela, Principal, Tissue, EU Consulting/RISI


La China National Household Paper Industry Association (CNHPIA) ha recentemente pubblicato il suo rapporto annuale sugli sviluppi del mercato e dell’industria cinesi del tissue e dei prodotti igienici nel corso del 2013. Operatori e fornitori del settore hanno sottolineato che verso la fine del 2013 la crescita del mercato è rallentata e gli ultimi dati CNHPIA pubblicati lo confermano. La produzione e la vendita di tissue sono aumentate dell’8,5% nel 2013, ma i consumi sono cresciuti solo del 7,2%, secondo la CNHPIA. Tuttavia, il dato in nostro possesso relativamente alla crescita dei consumi è inferiore, precisamente al 6,7%, perché la CNHPIA sembra escludere dai suoi dati relativi alle esportazioni la categoria “altro” (codice 48.18.900 del sistema armonizzato, che comprende prodotti come tissue per uso medico e tante altre specialità nonché rotoli tissue di larghezza inferiore a 36 cm).


I dati sulla produzione forniti dalla CNHPIA sono considerati la migliore stima disponibile per l’industria cinese del tissue, in quanto provengono da un vasto numero di aziende, anche se molti fornitori non hanno voluto pubblicare i loro dati di produzione, come succedeva in passato. Non concordiamo con i dati sulla crescita recentemente pubblicati dalla China Paper Association (CPA) per la produzione e il consumo di tissue, rispettivamente pari ad appena l’1,9% e lo 0,4% per il 2013. I dati storici della CPA mostrano anche variazioni poco credibili di anno in anno e riteniamo che i dati CNHPIA siano molto più vicini a quanto abbiamo raccolto dai produttori di tissue, dai fornitori di macchinari e da altri operatori del mercato.


Nel settore del tissue, il decennio 2003-2013 ha evidenziato una crescita media annua pari a 8,7% per la produzione, 3,5% per l’import, 14,2% per l’export e 8,1% per il consumo. Le esportazioni hanno registrato una recente accelerazione, passando dal 19% nel 2012 al 25% nel 2013 per superare il 30% nei primi cinque mesi del 2014. Tuttavia, per l’intero anno 2014 si prevede un aumento inferiore rispetto ai primi mesi, dal momento che le esportazioni cinesi di tissue sono cresciute notevolmente nella seconda metà del 2013 ed è molto probabile che tale crescita non possa essere replicata a fine 2014, tenuto conto della situazione generale domanda/offerta sui mercati del tissue.

 

LA DOMANDA DI TISSUE SEGUE LA CRESCITA ECONOMICA, MA NON PROPRIO DA VICINO

Lo sviluppo economico e gli aspetti demografici, come l’aumento della popolazione e il grado di urbanizzazione, sono i principali fattori di traino del consumo di tissue in tutte le economie emergenti, tra cui la Cina. Guardando allo sviluppo a lungo termine in Cina, nel decennio 1993-2013 si osserva che i tassi di crescita del PIL reale e del consumo di tissue sono correlati, ma non completamente, con qualche variazione annua nel rapporto (Figura 1). Il rapporto medio tra la crescita del consumo di tissue e quella del PIL è vicino alla parità (0,98) nel ventennio, ma varia tra 1,60 nel 1998 e 0,44 nel 2007, quando il PIL è cresciuto del 7,8% e del 14,2%, mentre il consumo di tissue è cresciuto rispettivamente del 12,6% e 6,2% (Figura 1).


Le prospettive future di crescita economica non sono molto promettenti, se si confrontano con i ritmi del passato ma, globalmente, sono ancora molto positive. La previsione decennale per il PIL elaborata da RISI indica attualmente un tasso medio di crescita del 6,6% per il PIL reale dal 2013 al 2023 e si prevede che pure il consumo di tissue cresca all’incirca allo stesso ritmo. Anche l’aumento demografico sta rallentando, attestandosi intorno allo 0,5% annuo, senza dunque contribuire molto alla domanda di tissue. Tuttavia, lo scarto tra popolazione urbana e popolazione rurale è andato rapidamente cambiando a favore di quella urbana. Nel 2013, quasi il 54% della popolazione cinese viveva in aree urbane mentre nel 2000 la popolazione rurale rappresentava ancora il 64% (Figura 2). Nel giugno 2013, il governo cinese ha annunciato un piano per trasferire 250 milioni di residenti in zone rurali in città e paesi di nuova costruzione entro i prossimi dodici anni. Queste misure volte ad accelerare l’urbanizzazione contribuiranno fortemente alla crescita del consumo cinese di tissue.

 

LA CINA NON È UN MERCATO UNICO, come spesso viene vista dall’esterno, bensì un paese enorme con regioni molto diverse in termini di sviluppo. Ciò vale anche per il consumo di tissue. I risultati del recente studio sul tissue in Cina elaborato da RISI e focalizzato in particolare sugli sviluppi regionali dimostra chiaramente che le opportunità del settore sono diverse nelle varie parti della Cina. A titolo di esempio, basta osservare le notevoli differenze che caratterizzano il consumo pro capite di tissue nelle otto regioni economiche della Cina ufficialmente designate. Mentre a Shanghai il consumo supera gli 11 kg/pro capite e a Pechino si va oltre i 9 kg/pro capite, le zone occidentale, centrale e nordorientale evidenziano cifre comprese nel range 3-4 kg/pro capite, abbassando così il consumo medio pro capite ad appena 4,5 kg nel 2013. Questo equivale a un grosso potenziale ancora da sfruttare, ma le prospettive sono migliori nella Cina centrale, dove lo sviluppo economico prosegue a un ritmo due volte più veloce rispetto al resto del paese(Figura 3).

 

GROSSI INVESTIMENTI HANNO DETERMINATO UN ECCESSO DI CAPACITÀ, CON CONSEGUENTI RITARDI NEI PROGETTI

mercato cinese in rapida crescita ha spinto sia i fornitori di tissue già esistenti sia i nuovi imprenditori del settore a investire in nuova capacità produttiva. L’economia cinese è regolamentata dal governo per molti aspetti, ma sembra non esservi alcun meccanismo di controllo per i nuovi investimenti nel settore del tissue, tranne le dismissioni obbligatorie per i vecchi stabilimenti ritenuti a rischio d’inquinamento e spreco di energia. Il problema principale è che pochissimi fornitori di tissue cinesi sembrano fondare i loro piani di espansione su prospettive realistiche di mercato o l’equilibrio domanda/offerta a livello regionale, mentre la gran parte pensa che il mercato in crescita possa comunque assorbire le nuove capacità. Ciò poteva essere vero ancora 10 anni fa, ma non lo è più oggi poiché troppe aziende puntano a cogliere l’opportunità di una crescita, basandosi su ipotesi almeno in parte irrealistiche riguardo a possibili acquisizioni di quote di mercato e aspettative di espansione. La maggior parte dei più importanti fornitori cinesi di tissue ha dovuto modificare la tempistica dei propri piani di incremento capacità. Tra queste aziende figurano Gold Hongye (APP), Hengan International and C&S Paper e molte piccole imprese. Delle quattro aziende più grandi, solo Vinda Paper, il cui pacchetto di maggioranza è ora in mano a SCA, non ha rinviato ufficialmente il suo progetto di espansione da 130.000 tonnellate annue da destinare a due stabilimenti nelle province di Guangdong e Zhejiang annunciato per la fine di quest’anno, ma, dall’altra parte, non si conoscono i dettagli sui fornitori dei macchinari, la tempistica o altre specifiche. Pare che alcuni dei nuovi potenziali competitor, incluso APRIL, stiano ancora seriamente valutando se entrare o meno nell’industria del tissue. Altri, tra cui Sun Paper e Lee&Man, sembrano avviati verso la realizzazione dei loro piani. Sun Paper ha stabilito la sua base di trasformazione e i suoi tissue brand, con una prima PM già avviata.


La situazione non sembra spaventare troppo i vari protagonisti del mercato, allontanandoli dai loro ambiziosi progetti. Una di queste aziende è Shandong Tralin Paper, prossima a modificare la sua denominazione in Shandong Tranlin, con sede a Liaocheng, Shandong. È conosciuta per la sua produzione di tissue a base di pasta di paglia e, avendo provato personalmente i suoi prodotti, devo dire che la qualità non è male. La società prevede di integrare un elevato numero di macchine tissue di fabbricazione cinese nel suo stabilimento di Shandong, aggiungendo almeno 250.000 tonnellate annue di nuova capacità, per la quale si erano persino ipotizzate 400.000 tonnellate. Inoltre, ha recentemente annunciato un piano d’investimento da 2 miliardi di dollari per uno stabilimento integrato per la produzione di tissue e pasta di paglia in Virginia, Stati Uniti, una mossa molto audace da parte dell’azienda cinese. Tuttavia, non sappiamo bene quanto sia realistico questo piano, in particolare per quel che riguarda il suo finanziamento, ma anche la commercializzazione del prodotto in un mercato completamente nuovo, in cui la situazione della concorrenza appare complessa. Dunque, la domanda principale è come ciò possa essere realizzato in termini finanziari, ma naturalmente non sappiamo se hanno il sostegno di qualche grossa azienda americana, come Kimberly-Clark, che di recente ha annunciato la sua intenzione di provare a utilizzare pasta non legnosa per i suoi prodotti, anzitutto la pasta di bambù, ma anche altri tipi di pasta, tra cui la pasta di paglia. Tuttavia, non c’è nulla di ufficiale riguardo a questi due progetti.

 

LA DISMISSIONE DI VECCHIE FABBRICHE HA IN PARTE COMPENSATO L’ECCESSO DI CAPACITÀ DELL’INDUSTRIA CINESE,

ma riteniamo di avere già superato il picco di queste chiusure, in maniera tale che nei prossimi anni la riduzione di capacità sarà più contenuta, almeno quella legata alle normative vincolanti emanate dal governo cinese. Motivi di ordine finanziario o di redditività potrebbero rappresentare un’altra motivazione, ma non vorremmo speculare su tali eventi. Nel 2012-2013 si sono registrate riduzioni importanti di capacità per ragioni economiche, che hanno toccato anche alcune grandi aziende come Ningxie Meijie, Guangdong Huizhou Fook Woo, Ningxia Sand Lake Paper, Shanghai Potential Paper e tanti altri piccoli produttori.


In questo momento, l’eccesso di capacità è un elemento caratterizzante del settore tissue in Cina e sembra che la situazione non migliorerà nei prossimi due anni, senza riduzioni drastiche. I ritardi annunciati hanno già modificato il quadro, ma non abbastanza ancora. Il mercato cinese non è destinato a crescere più di 400-500.000 tonnellate l’anno nel biennio 2014-2016 e l’attuale prospettiva delle capacità in cantiere è due o anche tre volte tanto.


Chiusure e ritardi dovrebbero contribuire a risolvere il problema, ma solo in parte, il che equivale a un’assenza di cambiamento radicale della situazione. Le esportazioni sono in crescita, ma vi sono anche dei limiti legati all’eccesso di capacità globale nonché ai costi di trasporto elevati, che limitano esportazioni redditizie verso le destinazioni più lontane rispetto alla regione Asia-Pacifico (Figura 4).

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