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Foreste: la concorrenza per cibo, carburante e fibre avrà un forte aumento

Il World Wildlife Fund (WWF) è la più grande organizzazione mondiale per la conservazione dell’ambiente finanziata da privati. Conta più di 5 milioni di sostenitori in tutto il mondo e opera in oltre 100 paesi. La sua missione è quella di preservare la natura e contenere le minacce più pressanti contro la biodiversità sulla Terra.

 

Perini Journal


Le testimonianze che seguono appartengono a tre donne che lavorano come senior nei programmi WWF del settore foreste e carta:

• Keila Hand, Senior Program Officer, Paper and Packaging, WWF-USA• Linda Walker, Director, Global Forest & Trade Network - Nordamerica, WWF-USA• Emmanuelle Neyroumande, Pulp and Paper Global Manager, WWF-Internazionale.

 

QUAL È IL LAVORO SVOLTO DAL WWF NELL’AMBITO DELLE FORESTE?

La domanda di cibo, carburante e fibra è destinata a salire bruscamente nei prossimi decenni per poter soddisfare le esigenze di una popolazione in rapida crescita. Molti di questi prodotti provengono da foreste e terreni forestali, per cui si prevede un abbattimento di alberi triplicato entro il 2050.

Il WWF affronta questa sfida, lavorando a stretto contatto con aziende e governi su questioni quali gestione delle foreste, commercio di prodotti forestali, tutela degli habitat della fauna selvatica, bacini idrici e adattamento ai mutamenti climatici. La nostra priorità riguarda le foreste più ricche di biodiversità e più minacciate, come quelle dell’Amazzonia, del bacino del Congo, del Borneo, di Sumatra e dell’Estremo Oriente Russo. Il nostro approccio punta a far crescere la consapevolezza attraverso la collaborazione e la proposta di soluzioni pragmatiche basate su fondamenti scientifici.

 

IN DEFINITIVA, COSA VI ASPETTATE CHE ACCADA?

Vogliamo:

• Aziende, governi e comunità che facciano di più con meno, ossia utilizzino meno terra, meno acqua, meno prodotti chimici e abbiano un impatto inferiore sulla biodiversità, aumentando nel contempo la resa del legno; il risultato sarà foreste commerciali ricche di biodiversità gestite in maniera ottimale.


Piantagioni ben gestite da coltivare su terrenisottoutilizzati, degradati o non produttivi eforeste naturali o semi-naturali da amministrare in modo responsabile:


• tutte le foreste di produzione devono essere certificate dal Forest Stewardship Council (FSC);

questo è il modo migliore per garantire che il legno della catena di fornitura proviene da foreste e piantagioni gestite in modo responsabile e che i produttori ne conoscano la provenienza nonché le caratteristiche ambientali.

Che tutto il legno FSC venga trasformato in prodotti di carta o tissue secondo modalità di efficienza in termini di energia e risorse. Ciò richiede:


• che tutta la carta venga recuperata e riciclata


• meno emissioni e rifiuti nelle cartiere.

 

IL WWF SENTE CHE STA FACENDO PROGRESSI?

Sì, in quanto vediamo crescere ogni giorno il numero di aziende impegnate nel corretto approvvigionamento di legno e fibra. Tuttavia, ciò non sta avvenendo in modo sufficientemente rapido. La domanda di prodotti forestali sta crescendo più velocemente di quanto non avvenga per la fornitura responsabile di legno e fibra. Per risolvere questo problema, stiamo lavorando per aumentare l’offerta di prodotti raccolti e scambiati in modo responsabile e destinati a soddisfare le esigenze della popolazione in crescita, pur continuando a mantenere gli ecosistemi delle foreste (per esempio habitat della fauna selvatica; pulizia di aria, acqua e suolo; stabilizzazione dei mutamenti climatici, medicinali e mezzi di sussistenza locali).

 

CHE RUOLO HANNO I COMPRATORI?

 I compratori hanno un ruolo molto importante, dato che si trovano al termine della catena di fornitura. Se chiedono informazioni credibili sulla fonte del legno e della fibra che acquistano, le aziende situate a monte della catena di fornitura sono maggiormente stimolate a soddisfare gli standard di un approvvigionamento responsabile.


Alcune aziende sono molto impegnate nella tutela ambientale mentre altre si caratterizzano per una pesante carbon footprint. La maggior parte delle aziende, forse il 60%, sono in un certo senso a metà strada. Se i rivenditori chiedono prodotti certificati, ma queste aziende non soddisfano la loro richiesta, esse creano una strozzatura. Il WWF intravvede grandi potenzialità nel far crescere la consapevolezza e l’impegno verso la tutela ambientale di queste aziende, con il risultato di una migliore gestione delle nostre foreste.


Per quelle aziende che sono già pienamente impegnate e chiedono cos’altro possono fare, noi le esortiamo a educare i loro consumatori. Consumatori consapevoli, che conoscono la storia dietro a un determinato label o a una certificazione, hanno maggiori probabilità di scegliere il marchio di quella determinata azienda, di cui apprezzano l’impegno in favore di foreste rigogliose.

 

SE LE AZIENDE NON AGISCONO IN MODO RESPONSABILE, COSA POTETE FARE?

Abbiamo sperimentato questa situazione nel 2012, quando il WWF-USA ha lanciato una campagna di sensibilizzazione volta a far comprendere che il marchio APP Paseo venduto nei negozi di alimentari degli Stati Uniti era legato a pratiche di deforestazione in Indonesia. Abbiamo inviato 20 lettere ad altrettanti rivenditori top del settore che annoveravano Paseo tra i loro marchi e gli abbiamo spiegato la situazione. Nel giro di qualche settimana, 17 delle 20 società hanno eliminato il marchio e molte di loro hanno iniziato a vendere carta certificata FSC. Altre, poi, si sono impegnate su questo fronte più di quanto non avessero mai fatto prima. È stato bello vedere la maggior parte delle aziende rispondere alla campagna (e anche in fretta) e osservare il loro interesse nel fare la cosa giusta.

Riteniamo che le nostre azioni abbiano contribuito a persuadere APP a lanciare la sua nuova, e incoraggiante, politica di conservazione nel febbraio 2013 come pure, più di recente, a impegnarsi nel ripristinare le foreste che aveva abbattuto in passato. Siamo cautamente ottimisti riguardo a questi nuovi impegni e manterremo un occhio vigile sulla performance. Stiamo incoraggiando i rivenditori a fare lo stesso: aspettare e vedere prima di acquistare da APP, almeno fino a quando un organismo esterno non avrà effettuato dei controlli che confermino i progressi. Stiamo spingendo anche APRIL ad assumere impegni analoghi (vedi nota 1).

 

È FSC L’UNICO SISTEMA POSSIBILE?

 Il WWF ritiene che il sistema di certificazione FSC sia quello che meglio si adatta alle esigenze di conservazione della natura. Protegge la biodiversità e assicura il futuro delle foreste a livello globale.

Sosteniamo solo FSC perché è l’unico programma di certificazione a fare la differenza sul campo a livello globale. Questo non vuol dire che tutti gli altri sistemi di certificazione non vadano bene, meglio avere un qualche tipo di certificazione piuttosto che niente. Anche per i prodotti riciclati consigliamo il label FSC, specie se contengono pasta vergine, ma, in alternativa, vi sono anche altri label nazionali che possono costituire una garanzia adeguata quando si acquista un prodotto 100% riciclato.

 

COSA AUSPICATE PER L’INDUSTRIA DEL TISSUE?

Vogliamo che i produttori di tissue utilizzino principalmente fibra di recupero, magari dal 70 all’80%, il che, come sappiamo, è tecnologicamente fattibile. Per alcune applicazioni, come il tissue per uso medico o ad alta resistenza, è richiesta fibra vergine, altrimenti è altamente preferibile fibra di recupero. La percentuale di fibra vergine dovrebbe essere certificata FSC. Vorremmo anche che venisse ridotta l’impronta produttiva in termini di acqua ed emissioni di carbonio. Le nuove tecnologie, come Atmos e NTT, sono state introdotte per ottenere prestazioni più elevate con meno risorse e questo fa ben sperare, dunque vogliamo incoraggiarle. Tutti sanno che utilizzare meno risorse significa ridurre i costi, quindi va bene sia per il pianeta sia per il profitto.

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