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“THE WORLD IN ROLLS”

La kermesse di video arte in tour internazionale con iT’s Tissue World Tour

Michela Cicchinè


Raccontare il mondo o il proprio rapporto con il mondo attraverso l’uso esplicito della carta tissue. È questo che il museologo e critico d’arte Maurizio Vanni, curatore della rassegna di video arte “The world in rolls” prodotta dal Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art, ha chiesto a sei giovani videoartisti – Francesco Attolini, Christian Balzano, Luca Gaddini, Massimiliano Galliani, Maria Antonietta Scarpari, Francesco Zavattari – per inserirli nel tour mondiale (8-31 ottobre 2013) di iT’s Tissue, l’evento biennale della Rete TIssueITaly che lo scorso giugno ha portato a Lucca circa 700 operatori del settore provenienti da ogni parte del globo. Otto le tappe che prevedevano la proiezione dei video negli Istituti Italiani di Cultura o Ambasciate a San Paolo, Chicago, Toronto, Tokyo, Pechino, New Delhi, Istanbul e San Pietroburgo.


In due minuti i video artisti hanno dovuto condensare le proprie riflessioni sul tema e ne sono scaturiti dei lavori molto diversi tra loro. Francesco Attolini e Luca Gaddini si sono concentrati sulla fisiognomica dei volti: il primo, in particolare, sui ritratti di persone che avevano reazioni diverse nell’uso della carta tissue e trasmettevano in tempo reale le proprie emozioni all’occhio attento dell’artista mentre il secondo ha creato delle “sindoni” che rendevano i visi rarefatti, quasi cristallizzati e li immergeva in un’atmosfera atemporale. Maria Antonietta Scarpari ha dato libero sfogo alle emozioni trattando il tema del ciclo eterno della vita attraverso il racconto della nascita. Christian Balzano ha usato il tissue come pretesto per le sue riflessioni sullo spazio che ci circonda, creando uno scenario onirico a cavallo tra scultura e architettura mentre Massimiliano Galliani ha esplicitato il concetto di tempo prendendo a prestito il capolavoro di Leonardo “La Gioconda” con i suoi craquelé (screpolature) e ricreandolo sulla tela con l’uso di carta tissue. Infine Francesco Zavattari è partito da un’amara riflessione sul tempo presente: uno stato di caos e decadenza dal quale si può uscire solo attraverso un processo di profonda pulizia fisica e morale. Il tissue come metafora dell’esistenza e come mezzo di purificazione in un mondo che sembra andare a rotoli.



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