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Il favoloso mondo di Bomboland!

Viaggio-intervista attraverso le illustrazioni di Elisa Cerri e Maurizio Santucci, in arte Bomboland

Elena Pardini


È in una accogliente casa studio tra i tetti di Lucca che incontro Elisa Cerri e Maurizio Santucci, aka Bomboland. Tra ritagli di carte, opere tridimensionali simili a paesaggi immaginifici e libri d’illustrazione mi raccontano la loro storia, che ha inizio più di quattro anni fa e che procede senza fermarsi a ritmi di lavoro ormai serrati. È da quella stessa casa studio, in una piazzetta del centro storico dove si arriva solo a piedi, che i due, insieme nella vita e nel lavoro, inventano, disegnano, costruiscono e ritoccano opere che poi arrivano oltreoceano, sulle pagine di testate come Washington Post o Wired, o diventano campagne pubblicitarie di colossi quali La Scala, Eni, Nokia, Mini BMW, BNL. Hanno appena ricevuto una richiesta di stage da parte di una ragazza di Rotterdam, disposta a trasferirsi all’istante per fare bottega dai “Bombo”, come li chiamano tutti. I due creano con estro e dovizia lavori straordinari, richiesti in tutto il mondo, ma non paiono averne piena coscienza, o quanto meno non ostentano troppo il loro successo.


Come nasce Bomboland?

Maurizio: Personalmente ho sempre avuto la passione del disegno e la voglia, oltre che la necessità, di rappresentare. Amavo e amo sedermi ad un tavolo e perdermi nel foglio bianco per dare vita a figure e creazioni di ogni tipo. Dopo aver lavorato in diverse agenzie, nel 2006 ho deciso di mettermi in proprio e disegnare da solo. All’inizio è stato difficile, poi le illustrazioni hanno cominciato a circolare su Internet ed è nato Bomboland.

Elisa: Anche io lavoravo in agenzie di comunicazione, principalmente come grafica. Nel frattempo le richieste di lavoro di Maurizio si moltiplicavano e continuava a chiedermi di affiancarlo, fino a che nel 2008 abbiamo dato vita ad un vero e proprio studio, composto da me e lui, che si è rivelata un’evoluzione professionale del tutto naturale. La stessa visione progettuale, data dall’aver frequentato la stessa scuola (l’Isia di Firenze, ndr) e lo stare assieme ci hanno sicuramente facilitato, uniti alla voglia di lavorare in maniera autonoma: tutti elementi che ci hanno spinto a portare avanti questa scelta.


Da dove viene il vostro nome?

Maurizio: Dal “bombo”, insetto risaputamene operoso, laborioso, sempre pronto a darsi da fare.


Come vi siete fatti conoscere a livello internazionale?

Maurizio: All’inizio, quando ancora lo studio non era consolidato, avevo un blog dove postavo continuamente i miei fumetti e le mie illustrazioni, che si guadagnavano una grossa visibilità da un pubblico di addetti ai lavori, fumettisti, illustratori e art director, più o meno noti. Era il momento del boom del “fenomeno blog”, in cui era possibile intercettare personaggi altrimenti inarrivabili. Una rivista argentina mi scoprì sul web e mi richiese un lavoro, in breve tempo ne arrivarono altri. Siamo stati tra i primi ad utilizzare la carta e a farne la nostra cifra stilistica e riconoscibile.


Perché avete scelto proprio la carta?

Maurizio: Per l’esigenza di lavorare un oggetto disegnato in modo artigianale e uscire dalla bidimensionalità delle illustrazioni, così come le intendiamo comunemente. Quindi posso dire che in sostanza è stata la ricerca di un linguaggio che ci ha portato ad affinare la tecnica del collage, trovando nella carta un mezzo ideale alla nostra espressività.

Elisa: Abbiamo da sempre confidenza con la carta, sperimentare con questo materiale è stato naturale. Ha in sè la potenzialità di poter essere lavorata in grandissimi formati, così come in piccolissimi pezzi, e di trasformarsi in oggetto tridimensionale a tutti gli effetti, creando sempre un po’ di stupore in chi osserva. Inoltre ci guida, in un certo senso, verso una sintesi delle forme e verso un tipo di composizione che sono diventati il nostro stile e il nostro linguaggio.


Quali correnti hanno influenzato il vostro lavoro?

Maurizio: Siamo partiti col mondo dei fumetti anni ’90 e dei supereroi, per poi essere attratti anche dal mondo dei libri per bambini, di autori come Munari in primis.


Come nascono le illustrazioni di Bomboland?

Elisa: Il disegno nasce dalle mani di Maurizio su carta, in bianco e nero; nella seconda fase si passa al vettoriale, in cui si ricalca ogni forma perché possa essere ritagliata e rimontata. A quel punto entro in gioco io, trasformando il suo bozzetto in oggetto tridimensionale di carta, ritagliando pezzo dopo pezzo e rimontandolo con attenzione. Infine, quando il bassorilievo è concluso, lo fotografiamo e lo rivediamo in digitale, finché diventa illustrazione. Credo che il lavoro dell’illustratore sia un lavoro soprattutto individuale. Probabilmente riusciamo a farlo in due proprio solo perché ci conosciamo così bene. Abbiamo sviluppato competenze complementari, con la stessa impronta e la stessa visione.


Quale mestiere avreste voluto fare da bambini?

Maurizio: Esattamente quello che sto facendo, magari con ritmi più sostenibili.

Elisa: Non avevo un desiderio preciso, ma il mio percorso mi ha portato in modo abbastanza naturale verso la comunicazione visiva.


Cosa ne fate degli oggetti di carta “originali”, alla base delle vostre illustrazioni?

Elisa: Rimangono disseminati per la casa o li portiamo in giro per le mostre.


Perchè lavorate soprattutto con l’estero e meno in Italia?

Maurizio: Non abbiamo mai vissuto in grandi città e non abbiamo mai fatto vita di relazione, principalmente per scelta, pur essendo elementi principali nel nostro lavoro. Il nostro stile in Italia non è facilmente etichettato: facciamo illustrazioni che sembrano per bambini, ma costruite con tecniche talmente particolari da risultare poi troppo complesse per i libri d’infanzia. Non siamo così classificabili, mentre all’estero il nostro lavoro viene apprezzato di più proprio perché sui generis, oltre al fatto che c’è indubbiamente più mercato.


Anticipazioni sui prossimi lavori?

Elisa: A parte i lavori su commissione, vorremmo riprendere un progetto di un libro illustrato che abbiamo in mente da una vita e cominciare a rendere le nostre illustrazioni animate. *


Seguite Bomboland su www.bomboland.com

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