C’è una stretta connessione tra la cellulosa di eucalipto e il Brasile. Quando negli anni ‘70 l’eucalipto ha iniziato a essere impiegato nella fabbricazione della carta, era considerato una fibra “esotica”. Oggi rappresenta approssimativamente un terzo del mercato mondiale della cellulosa, pari a circa 16 milioni di tonnellate nel 2012.
Perini Journal
Fibria, il più grande produttore al mondo di cellulosa, nato nel 2009 dalla fusione di Aracruz e VCP, è un gigante nel settore tissue, dal momento che fornisce il 54% della sua cellulosa proprio ai produttori di tissue. È stato anche uno dei principali pionieri nell’impiego della cellulosa di eucalipto per la fabbricazione della carta, particolarmente per il tissue. Perini Journal ha intervistato di recente il Dr. Paulo Pavan, responsabile di processo e sviluppo prodotto dell’azienda.N egli anni 70 l’eucalipto era un nuovo, esotico tipo di cellulosa, introdotto da alcuni produttori di cellulosa brasiliani per la fabbricazione della carta. Originario dell’Australia, l’eucalipto prometteva bene, in quanto era un’essenza a crescita rapida e a basso costo, le cui fibre potevano essere utilizzate per una vasta gamma di qualità, comprese carta da stampa e da scrittura, tissue, cartoncino e carte speciali. La crescita è stata fenomenale, come si può vedere nella figura 1, con la cellulosa Kraft sbiancata da eucalipto (bleached eucalyptus kraft pulp o BEKP) passata nel corso degli ultimi quattro decenni dal 2% di quota di mercato mondiale al 31%. La produzione è aumentata da circa 400.000 tonnellate l’anno a più di 16 milioni.
Una morfologia della fibra assolutamente unica. Paulo Pavan afferma che negli anni 70, molto tempo prima del suo personale debutto nel business della cellulosa, furono compiuti grossi sforzi per comprendere le caratteristiche fondamentali della fibra di eucalipto rispetto ad altri legni duri come la betulla. “Venne effettuata un’analisi SWOT molto ampia, la quale permise di comprendere rapidamente che l’eucalipto era una cellulosa molto speciale per il tissue grazie alle caratteristiche di morbidezza che conferiva al foglio, dovuta soprattutto alla ridotta distribuzione della lunghezza delle fibre (vedi figura 2) come pure al maggior numero di fibre per grammo e alla scarsa ruvidezza. Tali attributi vennero riconosciuti da alcuni dei principali produttori di tissue e negli anni 80 si costituirono solide partnership con i fornitori di eucalipto brasiliani per lavorare al miglioramento delle fibre, così da poterle impiegare su vasta scala nel tissue.” Il resto, potremmo dire, è storia. Ma non è stato così semplice poiché ci è voluto ancora molto tempo per convincere i produttori di tissue a sostituire il legno dolce con quello duro. Il tissue viene valutato principalmente in base alle sue caratteristiche di morbidezza e resistenza, due qualità spesso in contrapposizione tra loro, le quali hanno un peso più o meno importante a seconda della parte del mondo in cui si trova. Per esempio, in Nordamerica la morbidezza è un attributo fondamentale per la carta igienica, che molto spesso viene prodotta con tecnologia monostrato. In Europa si attribuisce generalmente maggiore importanza alla resistenza, per questo sono molto più diffusi i prodotti multistrato. Il trucco sta nel cercare di ottenere la morbidezza e la resistenza necessarie con il miglior rapporto qualità-prezzo. È stato così che la messa a punto di una cellulosa adeguata assumesse nel tempo la sua importanza.
Su misura per il mercato. “Nel corso degli anni abbiamo fatto e continuiamo a fare importanti progressi nel preparare una cellulosa adatta specificamente per i prodotti tissue”, dice Paulo Pavan. “Le innovazioni basate sulle proprietà della fibra comportano investimenti in R&S, il miglioramento dei processi e delle attrezzature, ma, sia per noi stessi che per i produttori di tissue, osserviamo vantaggi evidenti nell’adattare le fibre a prodotti specifici basandosi su una stretta collaborazione. Si tratta di un investimento condiviso per garantire un valore condiviso a entrambe le parti attraverso tutta la catena, dalle foreste al lancio di un prodotto tissue di qualità premium. Tutto ciò è possibile grazie ai consolidati rapporti costruiti nel tempo.” Fibria annovera diversi programmi per i processi in corso e lo sviluppo prodotto, come la sostituzione del legno dolce e il miglioramento delle caratteristiche dei prodotti finiti in tissue. Si continua a perseguire l’obiettivo di proprietà fondamentali come morbidezza, resistenza, voluminosità e assorbenza attraverso l’impiego di vari mezzi lungo l’intero processo di fabbricazione di cellulosa e carta. Naturalmente, ciò include cottura, sbianca e raffinazione nonché formatura, pressatura ed essiccazione sulla continua.
Alla ricerca di proprietà migliori nelle foreste. Fibria sta inoltre esaminando la possibilità di coltivare piante specifiche per proprietà specifiche, il che equivale a considerare la foresta come una fonte di sviluppo prodotto. Tuttavia, Paulo Pavan afferma che questa strategia è abbastanza complicata da perseguire in modo economico a causa del fatto che la logistica sia del legno sia della cellulosa ha un impatto enorme sui costi. In ogni caso, il futuro appare certamente roseo per la cellulosa di eucalipto come fonte di fibra per la fabbricazione del tissue. Grazie alla disponibilità di grandi appezzamenti in Brasile per la coltivazione di alberi di eucalipto a crescita rapida e a un altissimo rendimento per ettaro, combinati a tecnologia e competenza avanzate, Fibria è in grado di produrre cellulosa di alta qualità a costi ridotti nonché di garantire all’industria cartaria forniture a lungo termine. Inoltre, la certificazione FSC dei suoi stabilimenti rappresenta certamente un vantaggio.
Ma si può davvero parlare di commodity? La cellulosa è spesso considerata una commodity e i suoi produttori si sforzano costantemente - a volte, va detto, con scarso successo - di dimostrare che non lo è. Forse in un prossimo futuro la situazione sarà diversa, dal momento che i produttori di cellulosa stanno definendo in maniera più precisa i vantaggi specifici che le loro cellulose danno tanto ai prodotti quanto alle aziende produttrici di tissue. Morbidezza, resistenza, assorbenza, certificazione, ecc. possono essere ulteriormente adattate alle particolari esigenze richieste. A loro volta, i produttori di tissue lottano anche contro la sindrome della “trappola da commodity”, che potremmo definire qui come la banalizzazione del prodotto, in quanto i consumatori tendono a non essere particolarmente fedeli a un marchio rispetto ai prodotti tissue. Alcune aziende lungimiranti hanno lavorato attivamente per sfruttare queste modifiche nell’ambito delle fibre e conferire proprietà uniche ai loro prodotti e marchi. Le fibre sono di gran lunga la materia prima nonché la componente di costo più importante nella produzione di tissue. Qualsiasi miglioramento relativo alle caratteristiche della carta o alla competitività dei costi che possa essere raggiunto attraverso un impiego più innovativo di queste fibre sembra proprio avere l’aria di una proposta vincente. *